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Laetitia In Holocaust - "Lacra Ebenei:13-17" (***/***)

Line up:

S - voce, chitarra, basso, drum programming
N - chitarra, basso drum programmino
Enrico Mescoli - tastiere
 

voto:

7,5
 

recensione

Ascoltando per la prima volta Lacra ebenei: 13-17, primo EP ufficiale dei Laetitia in Holocaust verrebbe spontaneo pensare che tale disco sia stato pensato, suonato e prodotto nel freddo nord Europa. Le sonorità infatti sono quelle: black metal in puro Norwegian stile, dove chitarroni possenti (nei quali però, per fortuna, l’effetto zanzara è inesistente), growling demoniaco e malato tipo quello di Nocturno Culto e qualche accenno di tastiera la fanno da padroni. E si la Norvegia è sicuramente la patria che nel 2001 ha dato i natali ai LIH.
Appena si vuole dare una scorsa ai testi però ci si accorge che sul booklet del disco essi sono riportati in italiano. Allora perplessi si va a cercare la provenienza di codesta formazione, e si scopre che sono di Modena. Fatta questa scoperta si pensa subito, cavolo come è migliorato il black italiano, e successivamente, ma come mai non ho compreso che cantavano in italiano? A questo punto si fa ripartire il disco e si sente che in effetti il singer canta in inglese. La soluzione è dell’enigma è semplice: i LIH hanno ritenuto che siccome nelle loro menti le liriche sono nate nella lingua di Dante, non fosse corretto scriverle sul libretto del CD in quella di Shakespeare. Poi però l’italiano non aveva la giusta sonorità per l’interpretazione delle canzoni e il singer le canta in inglese.
Fatte queste piccole precisazioni, possiamo parlare dei LIH e di Lacra ebenei: 13-17.
Il gruppo emiliano in questione è composto da due soli elementi: i poli strumentisti S e N che si sono occupati dell’intera lavorazione del disco a parte che delle tastiere, che sono suonate da Enrico Mescoli (anche ideatore dell’artwork). Il sound di Lacra ebenei: 13-17 lo abbiamo già descritto sopra tralasciando però di dire che si tratta di un black metal ottimamente composto, colmo di spunti interessanti e piacevole ad ascoltarsi. In questi ultimi tempi non mi era capitato tanto spesso di sentire un disco facente parte di questo genere così ben suonato e brillante. i testi anche se scritti in italiano non sono di facilissima comprensione: il loro significato è sicuramente chiaro al loro compositore e alle persone a lui vicine. Sono comunque carichi di un gelo e di una tristezza infinite che lasciano trasparire alla perfezione le impressioni e la visione del mondo agli occhi degli LIH. Tale visione è caratterizzata da un attrazione verso l’apocalisse, l’annichilimento dell’individuo e dalla sua distruzione.
Questo disco va assolutamente ascoltato in un giorno invernale, con freddo nebbia e pioggia, altrimenti perderebbe un po’ del suo fascino. Buon ascolto

Recensione di Elisa Mattei

tracklist

  1. Pinched perdition
  2. Frangment I: La camera degli sposi
  3. Frangment II: Nostalgia per il totalmente altro
  4. Erlebnis I
  5. A gesture before you enter the darkness
  6. Erlebnis II
  7. Priverno

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