Dopo dieci anni di onorata carriera e sei album pubblicati prima di Ahead of the game. Dopo essere stati bellamente scaricati dalla Nuclear blast perché non vendevano abbastanza dischi e poi approdati alla nostrana Scarlet Records con un singer nuovo di zecca, i danesi Barcode, da molti ritenuti la miglior hardcore band europea, sono tornati!
Ahead of the game non è certamente un condensato di originalità, anzi di poco, per non dire di nulla, si allontana dal solito sentiero dell’hardcore più classico.
Ma mi sa che se dopo sette album i nostri cinque amici danesi non hanno ancora manifestato il desiderio di suonare un genere musicale differente da questo, l’hardcore se lo porteranno nella tomba. E va benissimo così: come asseriva Fichte la coerenza con se stessi è la cosa più importante per la serenità dell’individuo.
E anche per gli amanti di questo genere, perchè credo proprio che Ahead of the game tutto potrà fare fuorché deluderli.
Il disco è una vera e propria guerriglia urbana costituita da riffoni possentissimi e batteria spacca ossa. La voce di Butch è caustica e rabbiosa come vuole la tradizione hardcoriana. I testi sono brevi e di intensita mac nove, le liriche vengono sputate in faccia all’ascoltatore con calcolato disprezzo, per le leggi, la polizia, lo stato o per chiunque altro abbia la sfortuna di trovarsi sulla strada violenta e malata dei Barcode.
Insomma consiglio vivamente l’acquisto di questo album anche perché se di poco differisce da tutta la produzione mondiale di hardcore, da essa si differenzia per la sua freschezza, la sua qualità sia a livello sonoro che a livello vocale ma soprattutto per la passione con la quale è stato suonato.
Bravi Barcode vi auguro ancora cento di questi album.
Recensione di Elisa Mattei
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