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Perpetual Fire - "Endless World " (Steelheart Records/***)

Line up:

Roby Beccalli – Vocals
Steve Volta – Guitar
Mark Zampetti – Bass
Federico Ria - Drums
 

voto:

7
 

recensione

Abbiamo per le mani il disco d’esordio di questo combo italiano i cui componenti vantano ormai una certa esperienza (il chitarrista Steve Volta per esempio ha militato nei Pandemonium).
La prima cosa che giunge alle nostre orecchie una volta messo questo cd nello stereo è una traccia che funge da presentazione e giustamente comprende anche i suoni di uno scoppiettante fuoco.
La prima canzone vera e propria colloca decisamente la band nell’ambito power-prog, subito si può avere un idea del fatto che le capacità tecniche non mancano, infatti chitarra e tastiera dialogano a forza di sedicesimi e la batteria sostiene il tono della conversazione, la voce è molto pulita, precisa e definita, oltre che capace di una notevole estensione, anche se senza troppa enfasi (da dimenticare una piccola parentesi di fac-simile di screma per nulla appropriato) il basso non macina troppi virtuosismi, per fortuna altrimenti avremmo 15 milioni di note per traccia che dopo un po’ è una noce.
La seconda canzone, dalle ritmiche più dritte e speed conferma il carattere spiccatamente power del combo, anche qui troviamo una sorta di screma che, se da una parte può (volendo sforzarsi di vederla in questo modo) costituire un elemento di originalità, dall’altra centra come i cavoli a merenda.
Troviamo ora strategicamente posizionata una power ballad che aggiunge al pacchetto un tocco di sentimento in più. Lo scopo è sicuramente raggiunto e bisogna rendere onore al merito poiché il risultato mantiene una certa coerenza (il ritornello fa in parte eccezione, ma in questo caso un piccolo eccesso di “miele” è un peccato di gola che si può perdonare) ed il sound della band non si compromette. La conclusione pare un po’ lasciata a se stessa.
Al quinto posto un pezzo dai connotati più progressive, che in alcuni momenti presenta un richiamo ai vecchi Angra con qualche accenno ai Dream Theater, anche se la voce mantiene uno stile molto diverso.
All’ottavo posto troviamo una traccia alquanto singolare che evoca sinfonie tipo “Lo Schiaccianoci” o cose simili, che introduce il pezzo successivo su cui poco c’è da dire a parte il fatto che rispetto al resto del disco è un po’ più hard rock ed un po’ più banale.
Da qui in poi tutto ciò che di differente si trova tra una canzone e l’altra è l’ordine in cui si trovano acuto di voce, sweep con tapping alla fine e scala diminuita, verso l’undicesima traccia (che tra l’altro è una strumentale, nonché sorta di palcoscenico di virtù chitarristica) se non si è amanti sfegatati del genere, non se ne può più, si è sentito un numero di note paragonabile ad una sinfonia di Mozart però in circa 1/3 del tempo e da 1/10 degli strumenti.
Come già ho detto inizialmente, le capacità tecniche e le cognizioni compositive ci sono, però a parte un paio di casi, i pezzi portano tutti la stessa faccia, o perlomeno facce confondibili, anche per via del tempo di metronomo che resta sempre su valori medio alti. Veramente degna di menzione è la chitarra solista per la precisione e la pulizia che rendono l’esecuzione impeccabile, ottimi anche gli intrecci con la tastiera, altrettanto capace ed in grado, in alcuni pezzi, di cambiare un po’ l’impronta della canzone. La nota dolente, oltre ad una certa prevedibilità resta in parte la voce, che seppur impeccabile dal punto di vista tecnico (a parte forse qualche nota leggermente calante) manca di enfasi. Risulta difficile dare una valutazione univoca al disco nel suo complesso proprio per la disparità tra tecnica e gusto/personalità

Recensione di Lorenzo Canella

tracklist

  1. Medusa’s Secret
  2. Superstitions
  3. Shadow Call
  4. Maybe
  5. Leave Me Alone
  6. Hurricane
  7. The End Of A Dream
  8. Blind Soldier
  9. Castle Of My Soul
  10. The Calm Before The Storm
  11. Prelude
  12. Endless World
  13. Call Me
  14. Maybe (Enhanced Video)

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