I Domine sono una delle realtà nostrane che sin da subito è riuscita ad imporsi sul mercato
della penisola grazie a una proposta musicale molto personale, una qualcosa di classificabile
come power metal ma dai toni molto epici, di quell'epicità che affonda le proprie radici
negli eighties. La presenza del vocalist Morby, uno dei cantanti più validi e preparati della
nostra bella Italia, ha contribuito ha rendere giustizia a questa grande formazione.
Ascoltare un disco dei Domine è come aprire un vecchio libro,non puzza di vecchio ma profuma di
antico e, allo stesso tempo, è sempre attuale, un pò come leggersi "La Storia Infinita" o "Il
Signore Degli Anelli",libri intramontabili. Così anche il sound dell'act toscano nella sua
immediatezza non stanca mai, regalando sempre spunti di riflessione per l'ascoltatore.
In "Ancient Spirit Rising" si denota un'evoluzione del sound, lasciandosi alle spalle una
formula ben collaudata ma che evidentemente ai musicisti iniziava ad andare stretta. Si
smorzano, ma non vengono assolutamente dimenticati, i toni power, si abbassa di qualche ottava
la voce del frontman (senza per questo eliminare le note più alte) che dimostra ancora una volta una notevole e sorprendete versatilità.
Compaiono in più occasioni passaggi progressivi che aumentano non di poco il valore tecnico dei
vari pezzi.
Con questi piccoli accorgimenti, senza comunque mai andando a dimenticare la proprie radici, la
band si rinnova e sforna il disco più vario, e probabilmente più coinvolgente, di tutta la
discografia.
Così, giusto per non rimanere eccessivamente spiazzati, troviamo in apertura "The Messanger" che
poco si discosta dal classico "Domine sound" per poi rimanere stupiti da una "Tempes Calling"
che da nome e parte introduttiva potrebbe sembrare una copia di "Hurricane Master", niente di
più sbagliato! Il pezzo è indubbiamente veloce e vanta un ottimo ritornello con sovrincisioni
vocali di ottima fattura, sfornando uno dei brani migliori di tutto il lotto.
"The Lady of Shalott" è una suite suddivisa in tre parti che alterna passaggi lenti e melodici a
riff di chitarra più heavy, creando un intrecciato gioco di contrasto di melodie ricco di
phatos.
Ottimo lavoro anche sulla titletrack "Ancient Spirit Rising" altro brano annoverato tra i
migliori di tutto il lotto e anche in questo caso suddiviso idealmente in due parti, una
melodica, accompagnata da una chitarra acustica. L'altra invece in classico stile Domine, dov'è
la doppia cassa a farsi sentire prepotentemente oltre ad un pomposo ritornello che rende il
pezzo davvero adatto alla proposta in sede live.
In chiusura troviamo ancora due ottime song, la heavy ed aggressiva "Sky Rider" anche in questo
caso fornita di un ritornello orecchiabile ma che sotto cela un interessante guitar work che si
manifesta esplicitamente all'ascoltatore in fase di assolo. La più introspettiva "How the Mighty
have fallen" conclude definitivamente il viaggio nell'incantato mondo di "Ancient Spirit Rising"
sfornando una ballad in middle tempo strappalacrime tutt'altro che scontata.
E' finita l'era dei soli gruppi metal stranieri, anche l'Italia ha i suoi Judas Priest, Iron
Maiden, Metallica.... e i Domine sono sicuramente una delle realtà più importanti in questo
senso. Disco assolutamente da avere!!!
Recensione di Paolo Manzi
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