I Kaos Engine nella loro breve storia hanno raggiunto una formazione abbastanza stabile nel quintetto attuale solamente dopo diverse vicissitudini, arrivando comunque nel corso del 2006 a produrre questo mini dal titolo “Hymn To Death”.
Il genere proposto è un death veloce unito ad influenze thrash della old school, frutto della fusione delle preferenze musicali dei membri del gruppo. Le percussioni riecheggianti nella breve intro portano alla prima delle quattro canzioni che compongono il lavoro, ovvero “I See… No More”. Questa è dotata di una buona sezione ritmica, e si basa su pesanti riff di chitarra in un atmosfera distorta e buia, in cui echeggiano in particolare le voci di Xenon e i growl di Ulag, mentre particolare è la chiusura acustica del brano.
La successiva “This Is The Way” è decisamente più veloce e psicotica, ed i ritmi sono scanditi dalla doppia cassa della batteria di Doomtrain, apprezzabile il breve assolo centrale. Arriviamo a “Big Dust”, che parte molto bene con una cavalcata in velocità tra chitarre e batteria, anche se quest’ultima manca però forse di potenza, e dove si fa sentire anche il basso di Jena, mentre nelle linee vocali appare un pò carente e le grida strozzate del singer non ottengono probabilmente l’effetto sperato.
Per finire ecco la titletack, piuttosto interessante nelle ritmiche a volte aggressive e taglienti, e dai cambi di tempo che la rendono più scorrevole, e sicuramente il migliore tra i quattro pezzi proposti dal quintetto nostrano.
La produzione non certo eccelsa del disco è senz’altro penalizzante nel giudizio, inoltre la voce velenosa di Xenon appare più volte abbastanza sterile e priva di emozione, e la situazione migliora solo quando viene sfruttato meglio il supporto vocale degli altri membri della band. Quello che manca sono soprattutto l’incisività e la carica che non traspaiono molto da questo lavoro. Tuttavia al di là di tutto bisogna dare nota delle discrete capacità compositive e tecniche complessive del gruppo, che può e deve senza dubbio migliorare.
Sito ufficiale: www.thekaosengine.com
Recensione di Marco Manzi
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