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Imperia - "Queen Of Light" (Massacre Records/Audioglobe)

Line up:

Helena Iren Michealsen – vocals and choirs
Gerry Verstreken – bass
John Stam – guitars
Jan "Örkki" Yrlund – guitars
Steve Wolz – drums
Audun Gronnestad - orchestrations
 

voto:

6,5
 

recensione

Secondo album per la band olandese/finnica guidata dalla fascinosa ex-Trail Of Tears Helena Iren Michaelsen, che prosegue com'è ovvio all'insegna del gothic metal, tanto in voga nel paese dei mulini e dei tulipani.
Lasciate un pò da parte le atmosfere orientaleggianti di "The Ancient Dance Of Qetesh" per dare spazio a sonorità più mistiche e spirituali, la bionda cantante si tuffa in questo nuovo lavoro in cui torna dopo tre anni a dar sfogo alle sue qualità vocali.
Ma la cosa che più distingue questo album dal precedente è l’onnipresente componente sinfonica ed orchestrale che accompagnia le tredici lunghe tracce del lavoro. Dopo un avvio piuttosto “arioso” con “Mirror”, e la più decisa ma al tempo stesso delicata “Fly Like The Wind”, in cui già Helena mostra la sua poliedricità stilistica, passiamo a quello che è uno dei pezzi più interessanti del disco, “Raped By The Devil”, con la sua atmosfera misteriosa che avvolge una base ritmica varia e accattivante, e l’ottima espressività della cantante olandese.
Purtroppo l’interesse va via via scemando col proseguire dell’ascolto, in particolare per la lunghezza forse eccessiva unita alle diffuse parti orchestrali che appesantiscono non poco le composizioni, rendendole più difficili da digerire.
Alla pomposa ballad “Broken Wings”, ben fatta ma senza nulla da dire, segue “Braveheart”, classico brano di gothic sinfonico reso interessante solo dalla voce della cantante. “Facing Reality” risolleva la situazione grazie ad una buona interpretazione ed un sound più “soffuso” grazie anche al piano che contribuisce a crearne l’atmostera.
Le chitarre si fanno più pesanti e la batteria più aggressiva nella successiva “Norway”, impreziosità dal growling centrale che riprende proprio lo stile black sinfonico del paese scandinavo. Un’altra ballad, “Abyssum”, dall’atmosfera più mistica, rafforza la convinzione che questo tipo di brano non fa per la band, essendo assieme alla antecedente “Broken Wings” uno dei pezzi più “insipidi” (ed estenuanti) del disco, senza nulla togliere alle capacità del gruppo.
Una lunghissima intro strumentale prepara alla titletrack di questo “Queen Of Light”, buon brano veloce e che ricorda vagamente il precedente nelle atmosfere vagamente arabeggianti del ritornello, cantato in soprano, mentre la calda voce di Helena si fonde con l’inquietante sinfonia di fondo.
Il disco si potrebbe tranquillamente chiudere qui, ed invece ci sono ancora tre lunghe tracce a dilatare l’ascolto e portare la durata del disco a quasi sessantotto minuti; la prima di queste è “Fata Morgana” la cui unica particolarità sono le ripetute parti medioevaleggianti, seguita poi da “The Calling”, in cui assistiamo ad un cantato a volte un pò “bizzarro”, che può anche essere definita particolare, ma che avrei visto meglio come bonustrack. La chiusura è infine affidata a “Missing You”, dal ritmo lento e atmosfera nostalgica dovuta al violino, che accompagna la voce sussurrata di Helena.
Nonostante il talento di quest’ultima e le buone capacità della band, questo disco è a mio parere troppo pesante, e diventa quasi difficile da ascoltare per intero. Questo come già detto è dovuto alle parti orchestrali, a cura di Audun Gronnestad, che, unite alla quantità di brani ed alla loro durata portano a perdersi nella noia e in grossi cali di attenzione.
Un album che sarà certo apprezzato dagli appassionati, ma che difficilmente potrà entrare negli ascolti preferiti anche di questi.

Recensione di Marco Manzi

tracklist

  1. Mirror
  2. Fly Like The Wind
  3. Raped By The Devil
  4. Broken Wings
  5. Braveheart
  6. Facing Reality
  7. Norway
  8. Abyssum
  9. The Birth Of ...
  10. Queen Of Light
  11. Fata Morgana
  12. The Calling
  13. Missing You

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