Sebbene per la maggior parte dei lettori le parole “industrial” e “gothic- rock” in sequenza possano causare un improvviso attacco di nausea, vista la pessima reputazione di cui ancora gode la musica elettronica, non posso proprio fare a meno di esordire con un sincero elogio a favore di questo debut album dei tedeschi Jesus On Extasy.
Holy Beauty è un lavoro che dimostra come l’industrial sappia ancora evolversi e riuscire perfino ad incontrare i gusti dei più intransigenti, grazie all’indovinata formula che combina sonorità romantico-decadenti con ritmi e musiche create al sintetizzatore: il risultato? Brani assolutamente d’effetto, piacevoli all’ascolto e mai scontati o ripetitivi nonostante l’artificialità. Basti pensare alla opening track “Assassinate Me”, certamente uno dei pezzi meglio riusciti dell’intero album, destinato ad imprimersi saldamente nella memoria dell’ascoltatore, alla romantica ma spregiativa “Nuclear Bitch”, ai ritmi incalzanti e martellanti di “Neochrome”, alla malinconica e orecchiabile “Alone”(che narra la sofferenza di un uomo caduto preda di un demone di sembianze femminili), ai sintetizzatori usati in “Puppet”, che ricordano alla lontana sonorità usate già dai Depeche Mode, fino ai toni più delicati della titletrack “Holy Beauty”, alla chiara strizzata d’occhio all’EBM di “Nowhere Girl” e alla ballad conclusiva “Reach Out”: ce n’è davvero per tutti i gusti, dagli amanti dell’EBM ai neofiti del genere. “Sofisticata eleganza”, definizione coniata dagli stessi fratelli Deveraux, fondatori della band, è l’espressione che meglio sintetizza la produzione musicale dei Jesus On Extasy, e ne sottolinea perfettamente gli elementi chiave, ovvero la vena romantico- malinconica e l’artificialità data dalla componente elettronica.
Forse siamo davanti ad una grande svolta nell’industrial, che permetterà a questo genere di uscire dalla cerchia di eletti in cui è stato confinato e di farsi conoscere anche dagli ascoltatori più prevenuti. Provare per credere!!!!!!
Recensione di Tiziana Ferro
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