Non accenna a fermarsi l’emoragia di gruppi gothic metal con voce femminile, dal successo di band come The Gathering prima ed Evanescence poi la scena si riempita in maniera spropositata rasentando il saturamento della stessa. Gli Xandria ad onor del vero sono attivi già dal 1999, anche se il debutto discografico ufficiale risale al 2003; Il nuovo lavoro dal titolo “Salomè – The Seventh Veil” è già il quarto, evidenziando la sorprendente vena creativa della band. Il quintetto teutonico dimostra, come in passato, di non volersi fermare nel riproporre i soliti clichè gotici, ma al contrario mostra uno spirito progressivo, cercando con buoni risultati, di rendere la propria proposta più varia e originale. “Firestorm” mischia sapientemente l’ingrediente sinfonico, con influenze orientali (presenti anche in altri frangenti) e accelerazioni death metal, “The Wind And The Ocean” è una stupenda ballata in piano voce con tastiere che introducono elementi celtici, ricordando non poco Enya, mentre “Sisters Of The Light” è contesa da una strofa electro-dark un po’ tamarra e il ritornello danzereccio dal retrogusto folk. A testimonianza di questa versatilità gli Xandria presentano dietro al microfono la brava Lisa Middelhauve, che interpreta le canzoni in maniera altrettanto eclettica, passando senza problemi dal lirico al rock, grazie ad un range vocale fuori dal comune. In altre circostanze il gruppo di Bielefeld percorre i sentieri gotico-sinfonici già battuti dai Within Temptation dell’epoca “Mother Earth”, il singolo d’apertura “Save My Life”, “Emotional Man” e “Sleeping Dogs Lie”, sono l’esempio lampante di questo trend, ma grazie a linee vocali ben strutturate ed arrangiamenti essenziali nonché azzeccati, non rischiano di passare in secondo piano.
Gli Xandria si confermano in buona forma, con le carte in regola per poter portare il proprio successo al di là del paese d’origine, il loro quarto sigillo “Salomè” ci consegna una band matura capace di scrivere “singoli da classifica”, ma anche pezzi più sperimentali, con la voglia di mettersi in discussione; qualche passo falso nella fase centrale del disco “Only For The Stars In Your Eyes” e la title track su tutte, gli unici nei che frenano la volata.
Recensione di Teospire
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