Dopo sei anni si attesa gli svedesi Lion’s Share si ripresentano sulla scena con rinnovata vitalità e con un prodotto decisamente interessante. Aria nuova si respira nella band e i rinnovamenti si presentano anche nella lineup, difatti ora, accanto al mastermind chitarrista Lars Chriss, troviamo il singer degli Astral Doors Patrik Johansson, il bassista Sampo Axelsson, attualmente attivo nella band di un certo Glenn Hughes e a completare il tutto un session alla batteria, Richard Evensand; magari il nome non vi dice molto, ma se cito le tre band in cui milita o ha militato, potete intuire di che pasta sia fatto: Therion, Soilwork, Chimaira.
I Lion’s Share, prima di questa lunga pausa sabbatica pubblicarono ben 4 album tra il 1995 e il 2001, a partire dall’omonimo debutto fino ad “Entrance”, che li portarono alla ribalta grazie ad un metal melodico di ottima fattura.
Ora con “Emotional Coma” la band riprende quel lavoro lasciato incompiuto: la proposta della band, infatti, non concede il minimo spazio alla novità rispetto al passato e Lars Chriss ricomincia ad attirare su di sé le attenzioni con la sua chitarra che la fa da padrona dall’inizio alla fine, pure su Sorcerers, la cover degli Angel Witch.
Comunque già dalla traccia d’apertura si possono apprezzare la dinamicità e un pizzico di cattiveria insiti nella band, che nonostante l’egocentricità di Chriss si dimostra compatta, con l’unico obiettivo, pienamente centrato, di proporre un Heavy Metal accattivante.
I suoni sono curatissimi, permettendo sia a Patrik Johansson di far bella mostra della sua gradevole voce, sia di far rendere al meglio l’attraente sezione ritmica della coppia Axelsson-Evensand.
Se a tutto questo aggiungiamo le partecipazioni extra del chitarrista Glen Drover dei Megadeth, che appone la sua firma sulla titletrack e di Bruce Kulick dei Kiss che regala una spaziale The Edge Of The Razor con i suoni infuocati riff, il prodotto finale si ritrova, volente o nolente, una ciliegina sulla torta.
Ora dovremmo aspettare altri sei anni per godere di un altro lavoro dei Leoni svedesi? Speriamo di no, anche se in questo caso l’attesa ha dato buoni frutti.
Recensione di Dimitri Borellini
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