Mi domando se abbia veramente senso recensire un disco composto da un'unica canzone, ma data l'attesa (che ormai si protraeva da un anno e mezzo) per ascoltare qualcosa di nuovo dai Nightwish, un commento è quasi doveroso.
Dopo tutto il polverone sollevato dalle vicende ormai ampiamente note del liceziamento di Tarja Turunen e la conseguente lunga ricerca di una degna sostituta, rieccoci dunque qua a parlare della band di Tuomas Holopainen e compagni. La band e gli addetti ai lavori sono riusciti astutamente a mantenere nel mistero fino all'ultimo l'identità della nuova vocalist, trovata nella svedese Anette Olzon.
Questa procacie cantante (e non poteva essere altrimenti), si appresta al difficile quanto inevitabile confronto con la sua celebre collega, ed abbiamo un assaggio delle sue capacità in "Eva", ballad sognante in cui ovviamente protagonista è la sua voce, accompagnata per lo più dalle tastiere di Tuomas e dalle melodie dell'orchestra, mantenendo in questo un indubbio contatto col precedente "Once".
Per quel poco che si può estrarre da quattro minuti circa di ascolto del singolo (i cui proventi andranno in beneficenza ad un'associazione tedesca che si occupa di bambini) si evince subito che Anette non è certo un'imitazione di chi è venuta a sostituire, non sfigurando certo in quanto a doti canore, ma avvicinandosi in questo senso più ad esempio a Sharon Den Adel dei Within Temptation. Tornando invece al confronto con Tarja, la sensazione è che quest'ultima è almeno un gradino sopra, in particolare se si tiene conto della sua formazione lirica ed operistica, rispetto alla pur bella e melodiosa voce di questa fin'ora sconosciuta Anette, che vanta comunque un curriculum dignitoso, che si presta però meglio a mio avviso a sonorità più commerciali.
Del resto attualmente i Nightwish non sono certo una band di nicchia (basta pensare che l'album che uscirà quest'autunno è il più costoso mai realizzato in Finlandia, con una spesa che supera il milione di euro), e non si può nemmeno cercare di emulare sè stessi, ma la band dovrà cercare una nuova dimensione di successo con la nuova singer.
Vedremo se questo si concretizzerà o meno nel prossimo "Dark Passion Play", dato che non è possibile sbilanciarsi sull'era post-Tarja senza perlomeno aver sentito il nuovo disco nella sua interezza.
Recensione di Marco Manzi
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