Finalmente dopo mesi di attesa esce il nuovo disco dei Candlemass, la storica epic doom metal band svedese, capitanata dal bassista Leif Edling (mastermind anche di gruppi quale Abstrakta Algebra e Krux).
La prima novità è quella dell’avvicendamento alle corde vocali di Robert Lowe che subentra allo storico (e a quanto pare sclerotico e smaniante di protagonismo) Messiah Marcolin.
Devo dire che la notizia ai tempi mi aveva lasciato basito ma forse è stato meglio così: mi avrebbe fatto male vedere uscire questo nuovo disco e dopo poco vedere la band sciogliersi nuovamente. Inoltre conoscevo già il lavoro di frontman di Lowe (singer dei texani Solitude Aeternus) e l’americano (sebbene con una timbrica meno possente – spesso al limite della monotonicità - e con uno spessore “teatrale” che non sfiora quello del suo predecessore) si è dimostrato all’altezza del compito affidatogli… dando una sua impronta personale alle songs senza cercare di imitare nessuno… ora sono proprio curioso di vederlo on stage!
Sono in pratica cresciuto con i dischi dei Candlemass – li seguo dal 1990 - e forse a qualcuno la mia recensione potrà sembrare di parte, invece non è così: questo è un bel disco, ovviamente “niente di nuovo sotto il sole”, ma i maestri del doom cosa possono fare se non sfornare un ottimo disco doom?? E questo è un ottimo disco, punto e basta.
Non sono in questi lavori che uno deve ricercare qualità stilistica o innovazione! Bisogna solo chiudere gli occhi e farsi trascinare… lentamente… verso l’abisso…
La produzione sembra buona, simile a quella del precedente Candlemass (2005)… dico sembra perché quella che ci è pervenuta è una copia del pre-mastering… quindi, e spero, parte dei suoni cambieranno… spero il tutto prenda più corpo di come suona adesso… ma su questo ahimè non posso aggiungere nulla… solo che visto il nome della band, le qualità di produttore di Leif e la major sotto cui operano gli svedesi difficilmente il tutto non sarà a ottimi livelli…
Ma passiamo al disco che si apre con un oscuro “Prologo” che ci porta in questo concept (ebbene sì !) dove Leif si immagina come la società moderna ormai totalmente depressa si lasci sedurre dal suicidio. Sonorità granitiche, ritmiche mid tempo e lente, atmosfere cupe, ossessività e ripetitività accentuate dal cantato malinconico e quasi cantilenante che accentua la disperazione nell’ascoltatore… Angoscia… questo è il doom, questi sono i Candlemass.
Ovviamente non mancano anche delle parti più catchy e di “apertura” come nel ritornello di “Of Stars and Smoke” - forse il miglior pezzo del disco - o in “Man of Shadows” (con un solo di chitarra stratosferico, molto anni ’70).
Così come la già citata “Of Stars and Smoke”, “Emperor of The Void” e “Devil Seed” sono pezzi in pieno “Candlemass style”, altri brani – per esempio “Demonia 6”, ma anche “Clearsight” – hanno sonorità più “moderne”, ipnotiche, allucinanti e allucinate (proprie degli altri progetti di Leif).
Tanto di cappello all’ottimo lavoro alle sei corde di Lars che si dimostra ancora una volta un interessante esecutore, dotato di un gusto fino e di una tecnica invidiabile; ottima anche la prova della band intera che sforna un disco sicuramente di impatto e suonato in maniera impeccabile.
“Embracing The Styx” ha il compito di concludere questo lavoro: un buon disco, un ottimo capitolo della storia del combo svedese, che consiglio ovviamente agli amanti del genere e della band ma anche a chi vuole iniziare ad avvicinarsi alle sonorità doom.
Recensione di Rig
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