Ci troviamo di fronte ad una riedizione di un disco già pubblicato qualche anno addietro, da una band polacca dalla decennale esperienza, sebbene con vari cambi di formazione.
Dopo una percussiva intro di pochi secondi, la prima traccia vera e propria,”The Storm Is Coming” caratterizza il disco e la band con i connotati di quel thrashblack (molto più black) che ha dato parecchi frutti circa una decade fa. Chitarre a grattugia, blast beat continuo e voce maligna sono le componenti che troveremo in tutto il cd. Le sorprese sono ben poche, anzi, oso dire nulle, i pezzi sono sostenuti principalmente da un ritmo mediamente sostenuto, le differenze di metronomo sono minime.
Il primo pezzo che presenta qualche minima variazione sul tema è “His Empty Shrine”, la quarta traccia, che allo schema “veloce-cadenzato-veloce” sostituisce il suo contrario, oltre a questo fanno la loro timida e limitata apparizione anche delle chitarre acustiche. Anche la successiva “Vermilion” si differenzia dal resto per il ritmo nettamente più lento rispetto al resto, che poi viene lanciato da una doppia cassa abbastanza sparata.
Se escludiamo i rumori presi dal campo di battaglia inseriti in “Extermination” non abbiamo più alcunché da dire fino all’ultima traccia”About: Exterminate Love”, pezzo proveniente dalla notte dei tempi, infatti è il primo pezzo registrato dalla band, il cui tema principale è un arpeggio un po’ da rock ballad su cui più avanti si inseriscono chitarre distorte, batteria e screaming vocals. Il pezzo è registrato notevolmente peggio dell’album (che già non è il massimo) e porta con se tutte le acerbità di un band alla prima esperienza, però, sebbene i cultori del genere difficilmente lo apprezzeranno rompe la monotonia delle precedenti 9 tracce e concede uno sguardo al passato remoto della band, scelta anche coraggiosa da un certo punto di vista.
Poche sono le tracce di cui se ne sentirebbe la mancanza se venissero omesse, i pezzi presentano una composizione piuttosto semplice, le sorprese, come già detto sono molto poche, il livello tecnico della band è medio, i brani non richiedono abilità eccessive, la parte più ostica è la batteria, che utilizza ritmi veloci, ma praticamente sempre blast beat e rullante in quarti con la cassa in sedicesimi, e comunque non è nemmeno suonato in modo proprio ineccepibile, manca un po’ di “carattere”. La voce, che presenta fortunatamente un po’ di alternanza tra screaming e growl non è spettacolare, specie per i primi. Chitarra ritmica e basso fanno il loro, per la chitarra i suoni scelti sono un po’ atipici, molto più pastosi del black tradizionale. La chitarra solista a volte ci azzecca e da un contributo positivo al tutto, a volte no. La registrazione non è male, ma nemmeno delle migliori e da questo punto di vista si notano dei cambiamenti all’ interno di alcuni pezzi (facendo esclusione dell’ultimo di cui abbiamo già parlato).
In conclusione un disco mediocre, con poche idee e già sentite, con tutta probabilità la sua prima edizione può aver suscitato maggior interesse, ma ora come ora la rimasterizzazione di questo prodotto può avere a fatica un ritorno anche dal punto di vista commerciale.
Recensione di Lorenzo Canella
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