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Soul Takers - "Flies In A Jar" (Dragonheart/Audioglobe)

Line up:

Dino Brentali – voce
Federica Badalini – pianoforte
Francesca Badalini – chitarra
Jari Pilati – violino
Andrea Grumelli – basso
Mauro De Brasi – batteria
 

voto:

7
 

recensione

Dopo il buon debutto con “Tides”, tornano a farsi sentire i milanesi Soul Takers grazie a “Flies In A Jar”, album che riprende e cerca di sviluppare la linea tracciata dal suo predecessore, sfruttando soprattutto le capacità di Federica Badalini e del suo pianoforte, oltre al violino di Jari Pilati, che assieme alla voce espressiva e teatrale di Dino Brentali costituiscono l’ossatura classica della band.
Ed il disco in questione è pervaso dalle atmosfere malinconiche che si vengono a creare tramite l’uso così pervasivo di questi due strumenti, assolutamente preponderanti nel sound del sestetto meneghino, ma non mancano le “schitarrate” dell’altra sorella Badalini, Francesca, oltre alla batteria di Mauro De Brasi e il basso di Andrea Grumelli, il tutto ben rappresentato nell’opener “Heaven’s Pillars”.
Una connotazione leggermente più heavy è propria del mid-tempo “Icon”, e quest’alternanza di parti più melodiche ed evocative ed altre più “dure” prosegue in gran parte dei brani successivi, sottolineando una certa omogeneità compositiva che non è certo un punto di forza della formazione nostrana, che raggiunge comunque i momenti di maggior intensità quando la voce di Brentali si fa più malinconica negli accompagnamenti del piano di Federica (come nel mezzo di “Belied”).
I ritmi sono sempre molto lenti, trattandosi per la maggior parte di semi-ballad, cosa che ben si adatta allo stile della band, ma che a lungo andare può risultare controproducente, tuttavia con un brano come “The Chasm” si raggiunge uno dei punti più alti del disco nella sua prima metà, dove le due anime del gruppo (classica ed heavy) sembrano fondersi alla perfezione.
In “Thin Walls” a risaltare è ancora l’espressività di Dino Brentali, che mostra i frutti dei suoi studi lirici, mentre “The Silent Empire” si ricorda più che altro per l’inserimento delle backing vocals femminili (per la prima volta nel disco) e per le parti di violino. Pur nell’abilità dei sei musicisti si fa sentire soprattutto in questa seconda parte la già citata omogeneità che traspare dall’ascolto di questo “Flies In A Jar”, un lavoro che ha un gran potenziale, adoperato però non proprio nel migliore dei modi.
A risollevare un pò il tiro ci pensa “Floating”, con la solita espressività del duo Federica/Jari, ben sfruttata in una canzone dai toni se vogliamo anche più “vivaci”, mentre discorso a parte per quella che invece è sicuramente la traccia migliore dell’album, la ballad conclusiva “Another World”, in cui la band mostra ottime cose sia nelle atmosfere che si vengono a creare grazie agli strumenti, ed al piano in particolare, che nella prova del suo singer, trasmettendo una sensazione di velata malinconia e tristezza che lentamente si spegne con la conclusione del disco.
In definitiva “Flies In A Jar”, che vanta anche una produzione di buona qualità, è comunque un buon lavoro, che si colloca grossomodo al livello del precedente “Tides”, ma dall’altro lato mostra ancora molti margini di miglioramento che andrebbero opportunamente sfruttati, e con lo smussamento di qualche difetto il sound dei Soul Takers potrebbe avere sviluppi molto interessanti.

Recensione di Marco Manzi

tracklist

  1. Heaven’s Pillars
  2. Icon
  3. Belied
  4. Staring Eyes
  5. The Chasm
  6. Thin Walls
  7. The Silent Empire
  8. My Subjective Shell
  9. Floating
  10. Chasing Clouds
  11. Another World

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