Stigma (Lele)
Poco tempo per l’unica band italiana presente al Wacken (sono di Mondovì, Cuneo). Ma nello spazio concesso loro dimostrano la loro bravura. Propongono un death metal veramente potente, con parti più vicine al grind, un sound davvero granitico. Il singer è aiutato dal bassista nelle voci, diventando così ancora più potente l’uscita del suono dalle casse. Bravo il chitarrista che riesce a creare un vero e proprio muro. I brani sono quelli contenuti nei due cd “Metamorphosis” e “Epitaph of pain”. Ottima prova, speriamo di vederli sul Main stage il prossimo anno.
Dragonforce (Lele )
Dopo l’esibizione al Gods of Metal non mi aspettavo niente da questa band. Penalizzata dall’orario e dai suoni non erano stati in grado di effettuare un bello show. Ma si sa che al Wacken è tutto diverso…e in effetti così è stato. Di certo non cambio idea sulla qualità dei pezzi, questo riferito alla composizione vera e propria. Che dire, Helloween e Stratovarius hanno già fatto tutto molto tempo prima. Ma nonostante non siano una band innovativa, riescono a fare bene la loro musica. A parte qualche sbavatura, forse anche dovuta all’emozione del palco, riescono a fare un discreto spettacolo. Non poche le stecche da parte del singer …no gut !
Giocano molto sulla spettacolarità dei musicisti, bravo il chitarrista (credo Asiatico, ma non sono sicuro) che suona con movimenti che potrebbero ricordare Guitar Hero come Malmsteen. Ritornelli orecchiabili, melodia su melodia…bravi, ma non credo che ricorderò una sola nota tra qualche mese.
Suffocation (Caterina )
Talvolta si fanno figure barbine dovute all’eccessivo entusiasmo, che porta a proferir parole senza ponderarle. Ma stavolta né è valsa la pena! Ebbene, la figura del c…o fatta con Frank Mullen e Mike Smith (rispettivamente frontman e batterista) quando, incontrantoli nel backstage a fine concerto e sputando un clamoroso “you are real manimals!” è stata accolta -grazie al cielo- da sonore risate ed evidenti segni di orgoglio, dicevo, rende appieno ciò che questi animali di tecnica e velocità han mostrato sul palco! Mostri di precisione, ispirati dalla furia cieca del death metal più tradizionale e guidati da quella macchina umana che è Mr. Smith… (e se lo dice il buon Marcus dei Destruction, ci credo ancor di più!) I newyorkesi han fornito una prova da manuale! Le live tracks hanno ripercorso la discografia dagli esordi (1990 con “Infecting the Cryps”) fino alle songs dell’ultimo lavoro “Souls to Deny”: Liege of Inveracity, reincremation , abitual infamy e la classica jesus wept tanto per citare alcuni titoli.In più un’anticipazione della nuova release.
Frank Mullen è un frontman sopraffino, capace di coinvolgere la platea senza sosta; la complessità maniacale dei riff di chitarra, gli innumerevoli cambi di tempo, l’eccelso lavoro del disumano Smith rendono questa band un’espressione devastante di tecnica e velocità sparate dritte in faccia all’ascoltatore. Insomma, questo live act ha dato man forte all’immagine di una band storica, massiccia e apprezzata più che mai dal pubblico (e qui si parla di esordi in un periodo dove le death metal bands si potevano contare agilmente sulle dita delle 2 mani..)!Maestri di brutalità e tecnica …
Meno male che son tornati!
Hard Time (Lele & Rig )
Il tempo è davvero pessimo, quindi capita di vagare per l’area concerti alla ricerca di un riparo. Capitiamo per caso nel WET Stage durante l’esibizione di questi Hard Time, band della Croazia che propone un hard rock con qualche spruzzatina di metal qua e là. Per chi ha la fortuna di conoscerli, posso dire che somigliano ai “nostri” italianissimi Wine Spirit. Impossibile non far andare la testa su e giù, hanno proprio una bella carica, e la gran voce del cantante spicca sulle canzoni con tanta melodia e di facile comprensione. Pubblico abbastanza numeroso, si lascia prendere dalla band, e si diverte facendo cori e rispondendo agli urli del singer croato che coinvolge il pubblico anche in una canzone cantate interamente nella sua lingua madre Un’ottima esibizione, così buona da farci dimenticare di quella di Axel Rudi Pell ( dal poco sentito non certo diversa da quella del Tradate ) Peccato che pochissimi conoscessero le canzoni…ma pare che il loro disco sia in uscita. Speriamo di trovarlo nei negozi. Rivelazione !
Marduk (Caterina )
Cosa aspettarsi da una delle band più brutali e blasfeme della scena black metal? Il male puro! E, credeteci, l’hanno rappresentato in modo lodevole! Che il buon vecchio Legion abbia messo in piedi una efficace macchina da guerra chiamata Marduk, e che questa sia rimasta inossidabile nel tempo nonostante le alterne vicende storiche, eran questioni note ai più.. La performance al WOA ne è stata l’ennesima dimostrazione. Face painting, urla sputa tonsille, asce spacca timpani, ritmo indiavolato. Riff potenti e velocissimi. Il tutto accompagnato da una prestazione vocale eccelsa: una delle migliori del WOA! (dire che Mortus dormiva in campeggio in mezzo all’umidità e pioggia!).La devastante violenza e gli approcci insani hanno reso questa performance più un arsenale di guerra che un concerto vero e proprio! Queste le armi tritaossa: The black , fuck me Jesus,burn my coffin, sulfur souls, Beyond the grace of God, Infernal Eternal, Darkness it shall be, On darkened wings, Baptism by fire, the ever shall burn ,slay the Nazarene, total disaster.
Finntroll (Rig)
Ed eccomi finalmente pronto a seguire il live set di una delle poche band che quest’anno realmente mi hanno spinto a spararmi tutti quei kilometri in macchina. I Finntroll sono a ragion di causa il porta bandiera di questo “nuovo” movimento che mischia folk e metal estremo. E la cosa che mi fa impazzire è che nelle parti più tirate e propriamente black sia per voci che per sonorità mi ricordano molto gli Old Man’s Child dei bei tempi ! Mi muovo in ritardo convinto di trovare un giusto pubblico (visto che sul Black Stage suonano in contemporanea gli storici Marduk ) e invece ,sorpresa ! Diciamo che il rapporto di pubblico presente per la band finlandese era almeno 3 volte quello per i Marduk …la cosa deve far pensare ? Sta di fatto che esclusi i suoni al limite della sufficienza , i Finntroll sfornano un live carico di una tale energia che anche il sottoscritto si lancia in un “mega pogone” da cui ne uscirà completamente infangato e ammaccato,ma molto,molto soddisfatto …il tempo di sentire “Eliytres”e “Nattfodd” e il disastro inizia ! Consigliati !
Hammerfall ( Lele)
Sale sul palco una della band più note nel nord Europa. Gli Hammerfall, forti del loro ultimo lavoro “Chapter V”, fanno uno spettacolo degno del loro nome. Nessun problema per loro, la voce è ok, e i famosi tecnici del suono del Wacken fanno il loro dovere. Si parte con l’ultimo album, le note di Secrets riempiono l’aria, e si comincia a saltare e cantare. Lo spettacolo non è troppo distante da quello visto al Gods of Metal, brani da tutti gli album vengono eseguiti con perfezione, a parte qualche incertezza nei cori, ma con questo tempo la voce tende a sparire, si sa. Da Renegade a Let the hammer fall, da Crimson thunder a Hammerfall e Hearts on fire. Ottimo show per questa band ritrovata, dopo qualche anno un pò sotto il livello a cui ci avevano abituato.
Kreator ( Caterina )
La band più assente del WOA! Assolutamente invisibili nel backstage, arrivati all’ultimo momento –giusto in tempo per il doveroso meet and greet- e sublimatisi subito dopo la performance. Lo so bene io, in attesa in mezzo al fango all’uscita della dressing room sino all’esaurimento psicofisicocalorico! (da gossip di vicinato in campeggio, si vociferava che la permanenza prevista fosse decisamente più lunga.. (Il nostro vicino di tenda era il tour manager della band, ndr!).L’ensamble tedesca ha comunque estratto dal fodero armi affilatissime, dando prova di carisma e professionalità. Accompagnati da suoni messi a punto alla perfezione (direi quasi alla maniacalità), Mille e compagni hanno aperto il massacro sonoro con la title track “Enemy of God”, sciorinando poi le consuete live tracks (set list praticamente identica alla performance del Graspop fiammingo di fine giugno): “Pleasure To Kill”, “Violent Revolution”, “All of the Same Blood”, “Extreme Aggression”, “Phobia”, “People of the Lie” (accolta da un boato e accompagnata da salti e bodysurfing ammazzacranio), “Flag of Hate”, “Tormentor”. La prestazione di Mille è stata impeccabile sebbene un po’ lontana dai fasti vocali del passato. Nonostante Sami e Christian fossero un po’ statici sul palco, l’atmosfera dominante era quella di una perfetta coesione sia musicale che emotiva. Impressione personale, peraltro discutibile: si è avvertito un pelino di distacco dall’audience.
Accept ( Lele & Rig )
Sale sul palco una della band che ha contribuito a far diventare grande l’heavy metal. Dopo oltre 20 anni di onorata carriera sono ormai dei “vecchietti”( i capelli bianchi di Hermann ne sono la prova più visibile!), ma averne di gruppi che suonano così in giro.
Spettacolo superiore a quello del Gods of Metal, grazie anche all’orario di esibizione. Possono così permettersi tanti giochi di luce, fuochi artificiali, fiamme sul palco. Davvero una grandissima prova di una band che migliora con gli anni invece di appassire. La scaletta è fantastica : in quasi due ore vengono pescati brani da tutti gli album della loro carriera, e il pubblico canta per tutto il tempo, mai un attimo di pausa. Metal Hearth, Neon nights, Fast as a shark, Princess of the dawn, Flash rockin’man, Restless and wild, Balls to the wall, Son of a bitch, I’m a rebel… passando da soli di basso e di chitarra eccezionali.
Unico inconveniente tecnico per una chitarra (penso il trasmettitore .ma la cosa mi è sembrata strana perché in un festival come WOA e con una band come gli Accept vuoi che non si trovi un trasmettitore,o dei cavi o delle chitarre ? mistero !!). Udo riesce comunque a non far pesare il tempo di ripristino facendo giochi “canori” con i fans. Dieci e lode per gli Accept…
Sentenced (Rig )
I Sentenced negli ultimi 3 - 4 anni sono stati forse il gruppo al quale mi sono sentito più vicino e dove trovavo un rispecchiarsi della mia vita … forse per questo il fatto di essere in presenza di uno dei loro ultimi concerti mi fa essere di parte ..Devo dire che fino all’ultimo però ho temuto un concerto indegno come quello proposto al Tradate Iron Fest …per fortuna non è stato così … Usando come opener Where Waters fall frozen (tratta dall’ultimo disco tradisce le origini death ) la band finlandese propone canzoni tratte da buona parte del loro repertorio,dando ovviamente spazio a quelle del loro ultimo disco ( “May today Become the Day “, “End of the Road “ o la bellissima “ Vengeance is mine “ per esempio ) ma ripescando anche vecchi gioielli quali “Bleed” o “Nepenthe”. Buona esecuzione e talmente grandi le emozioni regalate che non ho dato molto peso ad alcuni soli sbagliati (o comunque molto sporchi) e qualche frase dimenticata o addirittura non cantata !
Su tutte segnalo “No one there” ( tratta dal penultimo The Cold White Light come “Cross my heart and hope to Die “ e “ I kill my self “ ) dove,non mi vergogno a dirlo,sono scoppiato a piangere … eccezionali !!
Onkle Tom (Lele )
Come da alcuni anni si è solito fare(tranne l’anno scorso!) il WOA viene concluso da questo speciale progetto di Angel Ripper : salgono sul palco gli Onkel Tom e i W:O:A Firefighters, banda al completo dei pompieri di wacken. Strano vedere sul palco questi personaggi “normali”, fuori luogo ma entusiasti di suonare di fronte ad un pubblico così vasto. Prima di Onkel Tom c’è spazio per una band che intuisco sia della zona. Impossibile per me capire diversamente, dovrò studiarmi il tedesco per il prossimo anno. Dopo qualche brano di sano hard rock, con la partecipazione di Tom e Sabina degli Holy Moses, si presentano sul palco strani signori, che potrebbero avere l’età di mio padre. E impazziscono suonando un misto blues-rock’n’roll. Per finire con la cover di Aces of spades, rallentanta in versione anni 70…ma divertentissima.
Ed ecco il gran finale : la band di Angel Ripper sale per far scatenare il pubblico tedesco. Saranno le canzoncine da osteria, saranno solo quattro accordi, ma è estremamente divertente. Spettacolare, anche non capendo una parola ci si diverte tantissimo, a saltare e pogare. E a tratti ecco canzoncine che esistono anche da noi in Italia…ogni fans canta nella sua lingua, non importa, basta divertisi. Questo è Wacken, questo è il bello della musica Metal..arrivederci al prossimo anno…con la pioggia o con il sole. E sperando nel secondo…
Goddess of Desire (Caterina )
Dopo aver passato le mie giornate praticamente saldata e fusa ai piloni del Black Stage ho deciso che ne avevo abbastanza di band funeree e sonorità infernali, dunque incuriosita –mentre l’universo attendeva con grande trepidazione l’ultimo farewell (bah, sarà proprio l’ultima?! live exhibition dei superfunerei Sentenced) mi sono recata nel Wet Stage, dove si respirava sicuramente ben altra aria! Avete presente l’atmosfera “alcol and rock ‘n roll”, condita da uno spirito festaiolo e goliardico? Questi ragazzacci olandesi, mascherati tra Kiss e Manowar (un mix di pelle, borchie, cinture a proiettili e pelliccia), su uno stage in stile macabro (torce, catene, fuochi protecnici), con tanto di donnine (pardon, donnone!) coi culi di fuori e canotte di rete, han saputo tener testa per quasi un’ora ad un pubblico che dopo i primi 5 minuti di curiosità, ha cominciato a zampettare ed intonare i loro ritornelli!
Per chi non lo sapesse, questi signori – formatisi inizialmente come cover band il cui “nobile” intento era quello di far rivivere i fasti dei giorni d’oro del metal (metà anni ‘80) mettendo in atto show provocatori e sensual-macabri - sono al loro quarto album (“Awaken Pagan Gods”) e al loro terzo show (Warrior Goddesses, dopo Erotica e Hell on Heart). Da ricordare il ruolo di supporter a band quali Destruction, Therion, Gorefest, Sodom ! e le numerose comparse a festivals quali Wacken, summer Breeze e Dynamo!
Non conoscendo affatto la produzione del gruppo, e date le condizioni fisiche, non sono stata in grado di recepire titolo alcuno dei brani suonati…comunque questa “shockrockextrememetalband” è tutta da vedere e gustare! E si è rivelata un’azzeccatissima scelta per il finale di un WOA all’insegna dell’allegria! Durata fino alle 6.30 quando puntualmente –come ogni hanno accade- i buttafuori ci hanno –appunto – buttati fuori!
Due parole su … (Rig )
Come dicevo è praticamente impossibile seguire tutti i gruppi del WOA ma spesso fra un birra e un kebab ad uno capita di ascoltare qualche canzone e così è stato …qui di seguito alcune impressioni :
Obituari : gruppo storico,mi aspettavo un po’ di più … troppe pause fra un pezzo e l’altro e alcune indecisioni della sezione ritmica,buona la prova del cantante ma …vedremo in futuro ! (5.5)
Gorefest : buona la prova di questa band che a ragione può essere annoverata fra i pilastri del death metal. Prova granitica e ben strutturata ma dopo un po’ le canzoni sembrano tutte uguali e si rischia di sconfinare nel noioso (6,5)
Equilibrium e Eisregen: seguono la moda del folk black death metal ma con scarsi successi,risultando quasi dei brutti cloni di Finntroll ed Ensiferum ..piacevoli ma niente di che (6)
Apocalyptica : Sicuramente innovativi con il loro primo album e coraggiosi nel continuare proponendo pezzi propri il quartetto on stage suona in maniera impeccabile,come su disco …e proprio per questo alla terza canzone diventano noiosi … già,proprio noiosi !(5)
Holy Moses : Mah … io proprio non capisco come questo gruppo venga osannato ..certo i musicisti sono ottimi e lei ,Sabina, come front woman non è niente male ,ma la musica proposta è davvero inutile. A onor del vero però devo riconoscere che la loro è stata una buona prova on stage che però per il sottoscritto non è andata oltre il 4° brano … (7)
Mob Rules : sarà stato perché di primo mattino o perché ero comodo attaccato alle transenne ma mi sono seguito tutto il concerto dei tedeschissimi Mob Rules,ben accolti da un pubblico abbastanza numeroso visto l’orario. Buona prestazione della band che propone uno scontatissimo power classic metal ma sono il primo ad ammettere che spesso basta fare bene le cose (anche se non sono innovative ) per poter convincere. Prova maiuscola del singer. Bella band ! (7,5)
LE PAGELLE DELLO ZIO RIG
Miglior Band on Stage: Metal Church / Accept
Miglior Band (feeling ): Sentenced / Candlemass
Band Rivelazione : Hard Time / Count Raven
Band Delusione : Morgana Lefay
Band Inutile: Dragonforce / Nightwish
Appendice (Paolo)
L'edizione 2005 del W.O.A. è stata di sicuro influenzata dalle pessime condizioni atmosferiche e dalla mancanza di un gruppo di punta piuttosto che quella di un genere egemone. Un ringraziamento a Rig e Lele per essersi smazzati 3000 km e alla sua automobile per aver retto ad una serie di odorii, afrori e "rumori" mai sentiti prima in quell' abitacolo. Personalmente ritengo i Candlemass la migliore band che si è esibita. La carica di Messiah, un vero e proprio animale da palcoscenico capace di coinvolgere anche un pubblico poco caloroso come quello tedesco, unita alla notevole abilità tecnica del gruppo capace di rendere un genere come il doom,lento e statiko,in modo dinamiko e vario. I brani del nuovo lavoro,su tutti "Seven silver keys",sono stati alternati a klassiki quali "At gallows end ""Samaritan" e "Bewitched".Ripeto a mio parere la migliore prestazione di W.O.A. 2005.Un altro gruppo che mi ha positivamente impressionato sono stati i Metal Church.Rimasti tra gli ultimi esponenti del power americano, un genere nato negli anni 80 che si distingueva sia dalla violenza dello speedthrash che dall' hard ruffiano e melodico del glam, rimanendo un vigoroso Heavy Metal.Brani come "Beyond the black""God of wrath" "Method to your madness" "Watch the children pray" nascono dall 'unione tra la potenza dei Judas Priest e i momenti più ariosi dei Black Sabbath.Nell' ambito del suono più estremo i redivivi Dissection hanno confermato i responsi positivi del Tradate Iron Fest.Della formazione originaria,quella che ha prodotto "The somberlain" e "Storm of the lights", lavori fondamentali per il black/death degli anni 90,resta solo Jon Nodtveidt ma l'affiatamento fra i menbri del gruppo c'è e si sente. Un rituale precede l'inizio del concerto,poi uno dietro l'altro vengono inanellati brani quali "Where dead angels lie" "Nightbloods" "Soulreaper " "The somberlain"e infine la grandiosa "Thorns of the crimson death".Dopo i noti accadimenti extramusicali non mi aspettavo una band così determinata.Per finire, una rivelazione dal Party stage. Rivelazione forse è una parola grossa per una band formatasi nel 1981, Count Raven il loro nome .Svedesi, diversamente dai loro connazionali Candlemass,esplorano il lato più psichedelico e meno metallico del doom.Resta comunque una musica molto suggestiva,e il fatto che esistano ancora musicisti appassionati a quello che suonano, nonostante l'età (40-50) dovrebbe essere un esempio.
Report a cura di Rig ap BRIG, Lele Salsa, Paolo Fumagalli e Caterina Vetrò
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.