E' una serata uggiosa di metà autunno e devo dire che mai il detto "la nebbia si taglia a fette"
sia più che azzeccato come in questo caso.
Arrivo davanti al Transilvania di Milano con un discreto anticipo...fuori non c'è ancora nessuno
così consumo il mio misero pasto a base di wafer acquistati nella sosta carburante in una
stazione di servizio durante il viaggio.
Dopo aver consumato il mio pasto luculliano entro nel locale per assistere all'esibizione del
primo dei quattro gruppi che suonerà in serata.
In posizione di apertura ci sono gli Evilbards, band votata alla causa death metal di
matrice nordica. La formazione pare in forma e, complice il fatto di avere poco tempo a
disposizione, non risparmia colpi ed energie, intrattenendo i presenti con una buone dose di riff
potenti. La maggior parte dei brani proposti ("My ego's Negletc", "Child of Arrogance" e "Black
Clouds") sono ripescati dall'ultimo demo Trought The Mask Of Solitude.
Ottima la conclusione sulle note di "Fire in the Sky" degli Hypocrisy.
Seguono a ruota i Legion, anche loro di scuola death ma più vicini ai Death di Chuck
Schuldiner. La band non pare in gran forma, da l'impressione di essere un po' demotivata ma
nonostante tutto riesce comunque a coinvolgere gran parte dei presenti, mostrandosi a loro agio
sul set. Buona la prova del singer/bassista GL.
E' la volta dei milanesi Soultakers, vista la presenza in scaletta di tre formazioni di
metal estremo è abbastanza strano trovarci anche una band che con l'estremo ha poco in comune.
Tuttavia i Soultakers che se la giocano in casa possono vantare dalla loro un discreto gruppetto
di sostenitori che non perde occasione di far sentire la propria voce.
Già in apertura sulle
note di "Blind Dreamers" si capisce che il sestetto è in serata ed , a differenza dell'ultima
volta che li ho visti, possono vantare dei buoni suoni. Cosa che rende la loro esibizione
interessante anche alle orecchie di chi è venuto per delle sonorità più potenti e dirette.
La
titletrack del loro debut album "Tides" ci restituisce una band in spolvero, dove tutti gli
strumenti fanno la loro parte senza prevaricare sugli altri. Così eccoci deliziati da un sound
dove chitarra e tastiera, ottime le prove delle sorelle Francesca e Federica, sono in completa
simbiosi. Viene in loro aiuto in più occasioni il violino di Jari Pilati ricamando melodie dal
sapore gotico.
Alla parte più haevy ci pensa il drummer Mauro non sbagliando un colpo e dimostrandosi preciso e
potente.
Quando viene il momento degli headliner, l'area antistante al palco viene grossolanamente
riempita da un pubblico che non rende certo onore alla fama del gruppo che sta per esibirsi ma comunque abbastanza
numeroso.
I Necrodeath scaraventano in faccia tutta la loro violenza e potenza, sono tra i pionieri
del metal in Italia e dopo tutti questi anni sono ancora sulla scena.
Siamo al cospetto di un Flegias in gran forma e molto carismatico sostenuto a gran voce dai fans
accalcati sulle transenne.
Dietro le pelli invece troviamo un Peso che pare avere otto braccia.
La set list spazia un pò in tutta la discografia della band; vengono riproposti brani del calibro
di ‘Mater Tenebrarum’, ‘Internal Decay’, ‘Hate And Scorn’ e ‘Church’s Black Book’ con tanto di
narrazione dell'elenco di crimini compiuti in passato dalla Chiesa Cattolica, un lungo ed
estenuante elenco (che tra l'altro non interessava a nessuno) che più che i toni di una vera e
propria denuncia è sembrata l'occasione ideale per far riprendere fiato alla band.
C'è anche il tempo di inserire due cover in scaletta, la grandissima Black Sabbath e Countess
Bathory dei Venom.
A conti fatti è stata una piacevole serata che ha presentato al pubblico tre gruppi emergenti
molto validi ripescati dalla realtà milanese ed una formazione storica che proprio sembra voler
tutto tranne che appendere gli strumenti al muro!
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Report a cura di Paolo Manzi
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.