Il concerto al Live di Trezzo è aperto dai cinque danesi degli Hatesphere. La band fa un buon lavoro ma per vedere qualche effetto sul pubblico, che non è ancora numeroso, ci vogliono diversi brani. Lo show aperto da “Low life” e “Death Trip”, il cantante, Jacob Bredahl, è in piena forma e non si risparmia per il pubblico scendendo pure dal palco per abbracciarlo durante “Heaven is Ready”, ma solo dopo “The Fallen Shall” e “Only the Strong” i fan cominciano a scaldarsi dando vita ai primi roghi di pogo all’interno dell’arena. Il sound della band è ormai intelligente e decisamente maturo, inoltre l'uso della voce che passa dallo screaming di derivazione punk/hardcore a diversi timbri più bassi, fino al growl al parlato permette di spezzare il ritmo rendendo la loro performance molto coinvolgente. Il brano più riuscito della loro esibizione è sicuramente “Murderous Intent” e la scaletta viene chiusa da due brani di ottima portata: “Sickness Within” e “The Coming of Chaos”.
I fan dei Dark Tranquillità hanno ancora da pazientare perché prima dell’esibizione dei loro bignamini vi sono i Chimaira, il gruppo metalcore appare però subito un po’ fuori forma e il pubblico che non ama molto il nu-metal non fa neanche molto per caricare la band. La scaletta che viene proposta è però avvincente, contiene molti brani dell’ultimo album della band, il concerto si apre infatti con “Nothing Reamins” e “Save Yourself”, ma non mancano canzoni dei primi due album. “Servered” e “Power Trip” sono solo un esempio di una scaletta molto ben bilanciata. Il gruppo di Cleveland continua lo spettacolo immerso in una spessa coltre di fumo che rende la scenografia tanto emozionante tento quanto rende impossibile per i fotografi portare a casa qualcosa di diverso da uno scatto alla nebbia. Il lungo concerto dei Chimaira zoppica però quando arriva a “Jade” qui infatti per un terribile errore del batterista, il gruppo è costretto a ripetere l’attacco della canzone per ben tre volte prima che il Kevin Talley trovi l’attacco giusto. Il concerto si chiude per fortuna in maniera indolore con tre cavalli di battaglia “Dehuman”, “Pure Hatred” e “Lazarus”. In complesso non si può dire che i Chimaira abbiano deluso il loro pubblico ma sicuramente non hanno conquistato nuovi fan!
Nessun album da promuovere , il concerto con i Kreator passato non da molto e il ricordo del disastroso (ma emozionante) inconveniente all’evolution festival è ancora presente, ma quando i Chimaira lasciano il palco il live di Trezzo è veramente gremito di fan che aspettano i grandi headliner della serata: i Dark Tranquillity. Il sound check viene fatto in maniera rapida ma accurata e dopo pochi minuti si spengono già le luci e lo spettacolo è pronto per iniziare.
Il sestetto di Goteborg apre subito all’attacco con “The Treason Wall” caricando il pubblico di un energia tale che è subito l’inferno. Non si fanno desiderare i Dark tranquillità, perché ai fan regalano subito dei pezzi da novanta, vengono infatti proposte “Lost to Apaty” e “Zodiackyl Light” tratta dall’eccezionale “The Mind’s I”. I movimenti dei sei ragazzi sul palco sono vorticosi, tra head bagging e movimenti ad incrociarti di strumenti, non vi è mai un momento di stasi. Mikael Stanne, in ottima forma, continua a muoversi e manda in letteralmente in visibilio il pubblico quando annuncia “Damage Done”. Il trittico d’asce Sundin-Henriksson-Nicklasson non sbaglia una nota e riesce a proporre in maniera veramente coinvolgente anche canzoni meno orecchiabili come “The New Built” e “The Wonders at Your Feet”. A farla da padrone è comunque sempre la voce di Mikael che, sempre sorridente, regala un trash metal melodico d’autore e ineguagliabile.
I pezzi da novanta si sprecano, tutti di fila vengono infatti proposte: “White Noise Black Silence”, “Therein” e “Heaven”.
Arriva però poco dopo il momento del bis con Mikael che dice: “ok, now we go away, you’ll make a lot of rumors and than we’ll come back to play again.”. Infatti senza farsi neanche acclamare troppo a lungo tornano sul palco per fare la canzone che tutti aspettavano: “Punish My Heaven” che insieme a “My Negation” e “Final Resistance” chiude il concerto in uno spettacolo di fumo e luci veramente emozionante.
Un’ottima prestazione che non fa altro che confermare una band in perfetta forma che non ha bisogno di nient’altro che la propria musica per ammaliare. Dovevate esserci tutti.
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Report a cura di Tommaso Bonetti
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