Il portale della musica Heavy Metal

www.holymetal.com
 
 
sei in Home » Live report » titolo dell'intervista
Torna indietro

Node + Riul Doamnei + Outcry - 12/25/2005 - Gate 52 - Verona

Dopo un viaggio un po’ particolare che ci ha visti perdere più tempo a trovare l’entrata del locale che a giungere da Padova fino a Verona, giungiamo finalmente a questo Gate 52 con non poca curiosità, sia per il locale, che per gli Outcry, gruppo di apertura, che per i nuovi pezzi dei Node.
Già il locale appaga le nostre aspettative, un posto enorme, con un palco veramente ottimo ed un impianto di amplificazione che promette molto (unica pecca, la mancanza di cibarie al banco, ma in fin dei conti sono solo soldi risparmiati). Come già accennato l’apertura spetta agli Outcry, gruppo proveniente da Trento e con un mini cd alle spalle. Il gruppo propone un death metal molto melodico, con parti quasi strappate all’hard rock e ciò mi fa un’estremo piacere, la loro prestazione è molto buona fin dall’inizio, i pezzi sono suonati con precisione e convinzione, oltre ad una buona composizione che li rende subito assimilabili (volete qualcosa di più?!?), solo certune parti solistiche, che ripropongono in sweep picking gli accordi della sezione ritmica, risultano meno coinvolgenti, ma d’altra parte esprimono l’ottimo livello tecnico dell’esecutore. Buono anche il batterista che, essendo nuovo nella formazione, pare essersi ben amalgamato con gli altri componenti. Il bassista appare convincente, il chitarrista ritmico fa il suo dovere ed il cantante va via spedito, nonostante un piccolo problema di equilibrio. Tirando le somme, la serata è iniziata davvero bene. Al secondo posto troviamo i Riul Doamnei gruppo di stampo black sinfonico, stile Dimmu Borgir, che inizialmente si trova un po’ fuori luogo, ma forte di buone capacità, riesce sia a richiamare un pubblico giunto apposta per loro, sia a coinvolgere buona parte dei presenti, nonostante divergenza di gusti. L’atmosfera con loro si fa indubbiamente più cupa e teatrale, addirittura le due persone che li stavano riprendendo sono state (credo) costrette ad infilarsi un passamontagna nero (che poi strideva un po’ con il maglioncino bianco panna di uno dei due). La resa era indubbiamente buona, anche se si poteva notare che che il gruppo era retto in gran parte dal chitarrista-cantante, dotato di una voce più che adeguata e di una bruttezza (accentuata dal face painting) sicuramente strumentale al loro fine. L’altro chitarrista ed il tastierista sembravano un po’ fuori contesto, l’uno pareva provenire da un gruppo hard rock (aveva pure una simil startocaster ed un suono non proprio da blackster) e l’altro da un ufficio di imposte. Comunque concerto apprezzabile.
Cambiamo ancora una volta stile ed atmosfera. L’ingresso dei Node (che si presenteranno in camicia e cravatta bianca) è preannunciato da fumo in quantità ed un pezzo tratto dalla colonna sonora dei blues brothers… alquanto atipico.
Tre cose si notano fin da subito, la batteria dell’elicottero Marco di Salvia è strutturata praticamente da jazz, le vecchie chitarre da thrashoni sono state sostituite con modelli un po’ più sobrii e soprattutto il chitarrista Gary D’Eramo, noto per esser passato da capellone a pelato ad avere sulla testa una sorta di spazzolone floscio presenta il degno seguito di queste pettinature, ovvero, lo spazzolone è stato raccolto in mezza dozzina di rasta-treccine. A voi i commenti.
Nonostante tutti questi cambiamenti il contenuto resta lo stesso, una buona dose di violenza condita con buone capacità tecniche. I pezzi proposti spaziano dalle prime produzioni (ora rimasterizzate in “Technical Crime”) con “Children” al primo full lenght “Sweatshops” da cui è stata tratta “Jerry Mander” a “Outpost” e “Das Kapital”, dall’ultimo disco uscito, “Das Kapital”, che ritengo un capolavoro a pezzi inediti che saranno presenti nel prossimo “As God Kills”, se qualcuno si degnerà di produrlo! Molto buona la prestazione del gruppo milanese, che è sembrato soddisfatto delle riuscita del tutto e dell’entusiasmo dei veneti (D’Eramo: ogni volta che varchiamo il confine è tutta un’altra storia) anche se l’impianto che tanto prometteva ha lasciato qualche zona d’ombra, in particolare nelle prime file.
Singolarmente niente da dire che non siano complimenti. Precisione da parte del bassista Klaus Mariani, scioltezza per il chitarrista-cantante Danile Botti che a far le due cose insieme pareva nella sua dimensione naturale, carattere da parte del chitarrista Gary D’Eramo e tecnica impressionante da parte del drummer Di Salvia, che oltre a parti complicate è riuscito a mettere insieme anche una presenza scenica d’eccezione (anche se a volte i suoi arrangiamenti parevano andare un po’ per conto proprio). Sarebbe ora che questo gruppo venisse preso un pio’ più in considerazione!

Report a cura di Lorenzo Canella

Archivio Foto

 

Recensioni demo

Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.

Wofango Patacca

Segui le avventure di Wolfango Patacca il boia di holymetal.com