Lunedì ha visto la calata italica degli storici Obituary con il tour di supporto al recente Frozen in Time e gli svizzeri Samael, band dedita ad un genere veramente differente. L'accoppiata poteva sembrare alquanto bizzarra e invece a posteriori si è dimostrata veramente ben riuscita.
Compito di aprire il concerto è affidato ai tedeschi Maroon, band che non avevo mai sentito nemmeno misurare. Il genere proposto è ciò che va per la maggiore ultimamente, cioè un death thrash con un po' di influenze hard core nella voce e qualche stacco melodico in ogni pezzo. Il gruppo tiene bene il palco anche se il pubblico è veramente esiguo, forse un centinaio di persone di cui una buona parte seduta sulle gradinate. I suoni risultano abbastanza impastati andando ovviamente a rovinare quel poco di buono che poteva essere in questo ennesimo gruppo fotocopia con un'originalità pari a zero. Il gruppo comunque ce la mette tutta e una parte dei presenti sembra gradire.
Breve cambio palco e la serata entra finalmente nel vivo, grazie agli svizzeri Samael, gruppo veramente distante dal genere degli headliner ma che invece si sono resi protagonisti di un grande spettacolo. L'apertura è affidata a Heliopolis dall'ultimo Reign of Light e i suoni si dimostrano buoni sin dall'inizio. La band si muove bene sul palco e dal vivo i brani risultano molto più potenti che su disco. Ottima e coinvolgente la prestazione di tutti i componenti del gruppo che ci intrattengono per più di un'ora, pescando brani più che altro dall'album Passage in poi, i brani del nuovo corso, aggiungendo comunque alcune chicche dal passato come ad esempio Baphomet Throne da Ceremony of the Opposites. Il pubblico, che nel frattempo è notevolmente aumentato, apprezza la prova del quartetto. Vorph si dimostra di poche parole col pubblico ma almeno non c'è molta pausa tra un pezzo e l'altro facendo così in modo che l'attenzione non cali. Dopo un ottimo concerto la band saluta e ringrazia i fan italiani e lascia il palco libero agli headliner Obituary.
La band sale sul palco e subito parte Redneck Stomp seguita come sull'ultimo disco da On the Floor. Il gruppo è in ottima forma, con un John Tardy, una delle voci più particolari del death metal, in forma smagliante. Insane annichilisce i presenti che si danno al pogo forsennato. Primo tuffo nel passato con Chopped in Half seguita da Turned Inside Out dal seminale Cause of Death. La scaletta è ovviamente incentrata sopratutto sull'ultimo Frozen in Time con 7 estratti. La band offre una tenuta di palco veramente spettacolare (a parte il chitarrista Allen West che sembrava capitato lì per caso, svolgendo comunque ottimamente il proprio compito) coinvolgendo alla grande il pubblico. Dopo una scaletta veramente titraossa (interrotta solo da un'inutile solo di batteria) la chiusura è affidata a Slowly we Rot, title track del loro primo album. In conclusione un ottimo concerto anche se le lunghe pause tra un brano per permettere a John Tardy di riprendere fiato hanno un po' gravato sul concerto.
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Setlist Obituary:
Redneck Stomp
On the Floor
Insane
Chopped in Half
Turned Inside Out
Back Inside
Threating Skies
By the Light
Dying
Intro: Kill for Me
Solid State
Stand Alone
Drum Solo: Lockjaw
Till Death
Slow Death
Slowly we Rot
Report a cura di Simone Bonetti
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