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Fear Factory + Misery Index - 3/19/2006 - Rolling Stones - Milano

Seconda data del breve tour italico per i Fear Factory supportati dai deathster Misery Index. Non avendo mai visto dal vivo la fabbrica della paura ero curioso di vedere come sono dal vivo, visto che tutti ne parlano sempre incredibilmente bene. Ma andiamo con ordine.
I primi a salire sul palco sono i Misery Index, nati dalle ceneri dei Dying Fetus. La loro proposta è un death metal d'impatto pesantemente influenzato dal grind. Nei 45 minuti a loro disposizione la band devasta i presenti anche se personalmente dopo i primi 3 pezzi hanno iniziato ad annoiare per via di un genere piuttosto ripetitivo. Comunque i suoni si dimostrati abbastanza buoni, forse un filo troppo sporchi. Il pubblico milanese sembra gradire la musica del quartetto americano, che tra poco pubblicherà il suo secondo album. Personalmente una buona d'apertura ma nulla di più
Dopo un breve cambio palco i Fear Factory si presentano sul palco e attaccano subito con 540,000 °F, opener del loro nuovo Trasgression seguita a ruota come su disco dall'ottima Transgression. I suoni si dimostrano buoni, l'unica pecca è un po' la voce di Burton C. Bell che però nel giro di un paio di canzoni torna a ottimi livelli. Devastante più che su disco Slave Labor tratta dal precedente Archetype. Christian Olde Wolbers non fa per nulla rimpiangere Dino Cazares, offrendo una prova precisa e potente, così come la sezione ritmica con Byron Stroud al basso e il precisissimo Raymond Herrera alla batteria che si è dimostrato più macchina che uomo.La scaletta prosegue con una devastante tripletta tratta da Demanufacture molto gradita da tutti i presenti. La setlist pesca da tutti gli album del gruppo, inclusa Martyr dal primo Soul of a new Machine e 2 pezzi da Digimortal, l'album più criticato del gruppo. Il pubblico gradisce la scaletta proposta e si scatena anche un discreto pogo. La presenza scenica della band non è eccelsa, troppo statici chitarrista e bassista, con il solo Burton C. Bell a coinvolgere il pubblico, ma forse anche questo fa parte del lato più freddo del gruppo. Ultima parte del concerto affidata alla devastanti Acres of Skin e Cyberwaste seguite dalla più melodica Archetype e dalla storica Replica cantanta a squarciagola da tutti i presenti. La band lascia il palco tra gli applausi generali ma poco dopo ecco rientrare il solo Burton C. Bell per chiudere definitavamente con la lenta Timelessness.
In conclusione un ottimo concerto, un'ottima conferma dello stato di salute della band.

Clicca qui per vedere le foto.

Setlist:

540,000 °F
Transgression
Slave Labor
Demanufacture
Self Bias Resistor
Zero Signal
Shock
Edgecrusher
Descent
Drones
Martyr
Contagion
PissChrist
Linchpin
Acres of Skin
Cyberwaste
Archetype
Replica
Timelessness

Report a cura di Simone Bonetti

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