Gran serata quella trascorsa al Rolling Stone di Milano dove sul palco sì sono alternate tre ottime band, nell'ordine i francesi Dagoba, ottima sorpresa della serata, quindi i Sepultura, capisaldi del thrash metal e a chiudere in bellezza la serata i pionieri del death melodico di stampo nordico, gli svedesi In Flames.
I biglietti in prevendita sono andati esauriti e quindi mi aspetto una gran folla davanti al Rolling Stone, ed in effetti è proprio così, infatti, già dalle 16,30 un nutrito gruppo di fan attende impaziente l'apertura delle porte.
Poco dopo le 19 la folla comincia ad affluire all'interno del locale e subito il concerto inizia, ben prima dell'orario previsto, e purtroppo i Dagoba si trovano ad esibirsi di fronte ad un pubblico, già molto caldo, ma certamente limitato.
La proposta dei quattro giovani transalpini è un futuristico dark metal, da loro stessi così definito, dove sono evidenti i richiami ai migliori Fear Factory, ma sono anche presenti riff molto tetri in pieno stile black metal. Hanno a disposizione un tempo abbastanza limitato ma nonostante ciò ci fanno apprezzare canzoni tratte dal loro secondo full-lenght "What Hell Is About", uscito da poco, ma anche dal loro primo album, mai uscito in Italia, che porta il nome della stessa band, Dagoba appunto. I loro brani si lasciano ascoltare molto piacevolmente, i presenti gradiscono e apprezzano i continui incitamenti del singer Shawter, che a mio avviso potrebbe essere l'arma in più che i marsigliesi possono vantare per fare breccia, non tanto per le doti canore, quanto per il suo aspetto che le molte ragazze presenti non sembravano certo disdegnare. Terminato lo show tra gli applausi e dopo un lungo sound-check di batteria ci siamo, sul palco ci sono loro, i Sepoltura, la band che mi ha indirizzato verso il metal estremo. Certo vederli dieci o dodici anni fa era un'altra storia, ma allora ero ancora bambino e potevo permettermi solo di godermeli su disco, ma questa è un'altra storia e dopo questa breve e personale divagazione torniamo ad analizzare quello che sono i Sepultura attuali.
Il loro ultimo album, Dante XXI, non è un capolavoro, ma senza dubbio li ha riportati ad un livello che da quanto Max Cavalera lasciò la band non avevano più raggiunto. Ora Derrick Green, l'imponente cantante, che ha sempre dovuto combattere con un'eredità pesantissima, ha raggiunto la piena maturità e in sede live rende sicuramente di più che su disco. Per definirlo in due parole direi che è un animale da palco che fino ad ora era stato tenuto in gabbia, ora si è liberato e ci ha offerto una prestazione davvero grande, dalla prima all'ultima canzone, dai pezzi nuovi ai successi storici, speriamo sia il segnale del grande risveglio dei Sepultura, speriamo che non si diano alla Samba come tutti i loro conterranei!!
A supporto del singer, che in un paio di canzoni si è ben distinto alle prese con una chitarra che nelle sua mani sembrava un giocattolo, sono da sottolineare le ottime prestazioni sia del session-man Roy Mayorga alla batteria, che non ha fatto rimpiangere l'assenza del baby-sitter Igor Cavalera, sia degli storici Paulo Jr. al basso e Andreas Kisser alla chitarra. Quest'ultimo, poi, ha saputo anche destreggiarsi con un ottimo italiano che ha infiammato ulteriormente i presenti...
I brani proposti hanno spaziato da Refuse/Resist tratta da Chaos A.D. ad Apes of God tratta da Roorback, passando per l'ineguagliabile Arise e per Convicted in Life, tratta dal nuovo album, fino a chiudere, per il dispiacere delle ragazze che erano accalcate già nelle prime file nell'attesa di Friden e soci, con Roots Bloody Roots su cui si è scatenato un macello infernale tra i fan. La band brasiliana lascia il palco tra applausi e ovazioni, ma è ora il momento degli headliner della serata, quegli In Flames che stanno girando l'Europa per promuovere il nuovo album, Come Clarity, che tanto successo ha avuto oltre oceano.
Accompagnati dall'intro di Your Bedtime Story Is Scaring Everyone del recente lavoro si presentano sul palco i cinque svedesi e subito rimango colpito dall'abbigliamento di Anders che indossa una vistosa cravatta rossa e delle inguardabili collant a righe rosse e nere degne dei peggiori D&G. Ma non ho neanche il tempo di farci troppo caso che una devastante Pinball Map mi travolge e subito tra la folla accalcata nelle prime file si scatena pogo e body surfing che costringono ad un superlavoro i gentilissimi giganti dello staff.
Durante i pezzi successivi, tutti recentissimi, su cui si registra l'unico momento di tutta la serata in cui i suoni non sono stati all'altezza, il pubblico si acquieta per poi riscatenarsi sulla bellissima Behind Space.
Dopo l'unico pezzo tratto da Lunar Strain la band ci propone un tris tratto da Come Clarity, su cui Bjorn pare particolarmente ispirato e dispensa sorrisi alla platea che mostra striscioni inneggianti la band che il singer Anders non perde occasione di leggere per rilassare le corde vocali.
Altri brani storici alternati ad altri più recenti ci permettono di apprezzare una band compatta e in salute che si esalta e ci esalta sulle note di Only For The Weak, sulle cui note un ragazzo dopo aver scavalcato la transenna si getta dal palco, facendo lo stage diving di solito di competenza delle band. Il pubblico, però, si apre e lo lascia clamorosamente volare a faccia a terra. Per la cronaca il ragazzo non si è fatto del male ed ha avuto il suo momento di gloria!!!
Ci avviamo verso la conclusione affidata a My Sweet Shadow e devo ammettere che se da una parte il cambio stilistico che gli scandinavi hanno apportato al loro suond negli ultimi due lavori non mi ha entusiasmato dall'altra la prestazione, soprattutto sui brani dell'ultimo full-lenght, davanti al pubblico meneghino mi ha impressionato positivamente. Unico appunto che mi sento di fare riguarda la scelta setlist: nonostante comprendesse una ventina di canzoni al suo interno mancavano pezzi del calibro di Swim, Food For The Gods e Bullet Ride. Ma lo spettacolo che ci hanno offerto, non sono gli In Flames, ma anche Dagoba e Sepultura non può che farmi dire di aver partecipato ad una grande metallica serata.
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Report a cura di Dimitri Borellini
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