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Edguy + Brainstrom + Nocturnal Rites - 4/8/2004 - Alcatraz - Milano

WORLDWIDE HELLFIRE CLUB TOUR 2004

Milano, giovedì 8 aprile 2004. In un fresco pomeriggio primaverile attendiamo tutti all’esterno dell’ Alcatraz pronti ed eccitati per l’ unica data italiana del Worldwide Hellfire Club Tour 2004. Alle 19:00 si aprono i cancelli e appena dentro si nota subito che il palco non si trova come al solito in fondo al locale, ma é posto lateralmente, di fronte al bancone del bar. In questo modo, probabilmente in base alla quantità di biglietti venduti, la dimensione della parte riservata al pubblico é stata ridotta, forse questo cambiamento é stato dettato anche dal tentavo di migliorare l’ acustica del locale. Mi aggiro tra la bancarella per la vendita dei cd e quella per le magliette e mentre le persone continuano ad entrare ecco che verso le 20:00 si abbassano le luci. Si precipita sul palco il primo gruppo spalla, i Nocturnal Rites. I cinque ragazzi svedesi dimostrano di sapersi comportare come si deve on stage proponendoci il loro power metal non molto tirato. Le canzoni presentate appaiono carine ma non hanno niente di innovativo, una struttura semplice con parti richiedenti una discreta tecnica. Ora é il turno di un’ altra formazione a cinque, i Brainstorm. Essi ci suonano canzoni difficilmente classificabili in un genere ben definito, un tipo di metal che si avvicina a un misto tra power e thrash. La tecnica dei musicisti é buona e la voce, anche se non molto alta é pulita e abbastanza potente. Il pubblico appare coinvolto e risponde calorosamente agli incitamenti del cantante, lo stesso vale per i membri del gruppo che ci salutano e scendono dal palco con fare soddisfatto. Dopo una pausa per smontare e rimontare strumenti e amplificatori le luci si abbassano di nuovo e come intro per la performace del gruppo headliner viene utilizzata Stiff Upper Lip dei mitici AC/DC. Ecco che quattro membri della band teutonica si presentano sul palco accompagnati dalla frase pronunciata da Sammet come introduzione dell’ ultimo “Hellfire Club”. Under The Moon esplode nell’ atmosfera e il pubblico si scalda ancora di più quando il componente fondalemtale si precipita on stage. Saltando e muovendosi come un matto Tobias Sammet cattura subito l’ attenzione dei presenti con la sua bella voce e forse anche grazie al suo vestito un po’ bizzarro. Seguono altre due canzoni tratte dall’ ultimo album: Mysteria e Navigator. Con un suono perfetto, chiaro quasi come quello degli album in studio, si passa a Land Of The Miracle, dal disco Theater Of Salvation. Si ritorna a Hellfire Club con Lavatory Love Machine ma qui qualcosa non va e proprio quando la voce deve entrare il microfono decide di non funzionare; i musicisti continuano a suonare e dopo un veloce cambio di microfono Tobias Sammet riesce a ripartire e rimediare. Il cantante ringrazia per la calorosa risposta del pubblico ricevuta finora e i fan, ormai completamente immedesimati nell’ atmosfera da concerto, chiedono che sia suonata Babylon. Nonostante la canzone non fosse prevista nella scaletta gli Edguy accolgono volentieri la richiesta ed eseguono in modo impeccabile, come fin’ ora é stato, la sesta canzone. A questo punto Sammet, ovviamente in modo amichevole e scherzoso, esclama:” Now we play the song that we want to play ” e così parte la terza canzone tratta da Theater Of Salvation, The Headless Game. Il palco si libera e si sentono a tutto volume le potenti note di Imperial March, la famosa melodia presente in Guerre Stellari. Rientra Felix Bohnke ed accompagna la melodia con una perfettamente inserita parte di batteria. Finisce la musica registrata e il drummer prosegue nel suo assolo coinvolgendo e incitando il pubblico. Riprendono tutti assieme con Fallen Angels seguita dall’ unica canzone tratta dal loro terzo album, la title track Vain Glory Opera. The Piper Never Dies occupa la decima posizione e con i suoi dieci minuti di durata fa credere al pubblico di essere ormai alla fine del concerto, ma non é così. Mancano ancora tre pezzi: l’ ultimo singolo King Of Fools, Chalice Of Agony da Avantasia II e Tears Of A Mandrake. Per motivi di tempo il concerto si conclude alle 11:30; nonostante non sia molto tardi le facce dei presenti sembrano felici e pian piano sulle note di The Spirit Will Remain la metà dell’ Alcatraz adibita a contenere il pubblico, piena durante il concerto del terzo gruppo, si svuota.
 

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Report a cura di Mattia Berera

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