Il venerdì del Gods of Metal veste il tricolore offrendo un'ottima vetrina per la scena nostrana. Se da un lato non posso che essere felice quando qualcuno lascia spazio ai gruppi di casa nostra dall'altra rimango parzialmente deluso dall'affluenza che, nella migliore delle ipotesi, ha toccato al massimo 4000 persone.
Tenendo presente che il giorno era festivo, il tempo ottimo ed il prezzo di soli 10 miseri euro, mi ritrovo ancora una volta a pensare che il metallaro italiano non si staccherà mai di dosso quall'imbarazzante etichetta da esterofilo. Inutile recriminare che una giornata simile fatta solo di gruppi teutonici, svedesi, ma credo anche spagnoli con un prezzo del biglietto così irrisorio (ma anche se fosse stato raddoppiato), avrebbe registrato il tutto esaurito.
Chiusa questa piccola parentesi, più che altro uno sfogo personale del sottoscritto, andiamo a vedere al dettaglio quanto è accaduto nella seconda giornata.
Perdo purtroppo i primi tre gruppi, arrivo giusto in tempo per assistere all'esibizione degli...
Stormlord
La formazione romana non ha niente di nuovo pronto da promuovere, "The Gorgon Cult" è ormai fuori da un paio di anni, tuttavia saranno incentrati su questo lavoro gran parte dei 40 minuti del loro show partendo con "Dance of Hecate".
E' una formazione che gioca sull'esperienza suscitando da subito l'interesse dei presenti con un sound epico e violento.
Ottima l'esecuzione di "I Am Legend", uno dei pezzi che ritengo più interessanti e coinvolgenti in sede live. Nulla da dire sui musicisti, ciascuno ha ripassato a dovere la lezione facendo filare via tutto senza problemi e deliziando gli sguardi del pubblico con un pò di sano headbanging. Viene anche presentato un nuovo brano che però dopo un solo ascolto non mi sento di giudicare, non resta che attendere l'uscita del nuovo album.
Novembre
Rapido cambio ed è la volta dei Novembre, che non annovero certo tra i miei ascolti preferiti. Tuttavia un tour di supporto ai Katatonia non è da tutti quindi mi metto comodo per ascoltare la proposta di questa band. E' un sound lento e deprimente, un gothic death, che fa a pugni con la splendida giornata di sole.
La caratura del combo romano è comunque innegabile e scivola via tranquilla e senza intoppi anche se alla lunga (non è il caso dei 40 minuti del GOM) credo diventi abbastanza monotona.
Tra i brani proposti ecco "Verne", "My starving bambina", "Acquamarine", "Geppetto", "Everasia", apprezzati sicuramente dai fan del gruppo, vista la partecipazione delle prime file, un pò meno dal sottoscritto che ha fatto fatica a seguire tutto lo show.
Domine
Si cambia decisamente musica con i toscani Domine, una delle formazioni più interessanti del nostro paese, si dal punto di vista compositivo/musicale si perché il cantante è sicuramente una delle voci più belle e personali che la scena power internazionale abbia mai conosciuto. Gli acuti di Morby sono famosi distinguibili tranquillamente tra decine e decine di altre e sono sempre e comunque un'ottava più alta!
Affamati di musica dal vivo (i Domine non si esibivano esattamente da un anno) la formazione capitanata dal chitarrista Enrico Paoli offre un'esibizione degna di un grande rientro, rispolverando tutta la discografia e aprendo con la potente "Thunderstorm" per poi passare alla mitica "Hurricane Master".
Ottime "Arioch" e "Icarus Ascending" che scaldano il già infuocato pubblico stampato sulla transenna, comincia perfino ad alzarsi il primo polverone della giornata (che non sarà certamente l'ultimo).
Nell'ora a disposizione viene anche presentata in anteprima una nuova traccia che sarà pubblicata sul prossimo studio album intitolata "The Messanger" e che è stata ben accolta dai presenti per la sua immediatezza e l'inconfondibile marchio Domine!
Nulla da dire di male su questa esibizione se non che, come tutte le cose belle, è durata troppo poco.
Necrodeath
Si torna sull'estremo con i genovesi Necrodeath, forti di uno spettacolare nuovo album "100% Hell" che ha entusiasmato fans e critica. Oggi finalmente si ha la possibilità di vedere qualche estratto dal vivo come “Forever Slave” e “Master of Morphine" brani che convincono entrambi. Sorpresona della giornata, fa la sua comparsa sul palco anche Claudio il chitarrista storico della band. Ovviamente il pubblico apprezza e non si dimentica di farlo capire!
Vengono ripescati un pò di brani da tutta la gloriosa discografia passando da “The creature”, la tenebrosa “Hate and scorn” e l'immancabile “Mater Tenebrarum”.
Il polverone alzato prima durante i Domine è nulla in confronto al fungo atomico che si sviluppa adesso (vedere le foto per credere).
Anni di attività fanno la differenza e il concerto è a dir poco perfetto, suoni puliti e potenti, musicisti decisamente in gamba che fanno il proprio dovere fino alla morte (per caldo si intende).
Si chiude con “Last ton(e)s of hate” che manda tutti ai pit stop nell'attesa della successiva band.
Vision Divine
E' la volta (l'ho so che lo dico spesso ma un maledetto comico me l'ha stampato in testa e non me lo tolgo più) dei Vision Divine, forse spossati dal caldo o non ancora ben rodati (visti i nuovi innesti in line up) non paiono troppo convinti. Olaf Thorsen è forse quello che convince di più anche se pare un pò distaccato da quel che succede ai piedi dello stage e più interessato a farsi immortalare da fotografi e telecamere.
Si punta tutto sugli ultimi lavori con "Secret of Life”, “Fallen feather” ed una poco convincente “La vita fugge”. Luppi non pare in giornata anche se copre parzialmente la mancanza nel tentativo (riuscitissimo) di coinvolgere il pubblico.
Non tutto è comunque male e la prova è almeno da promozione (anche se con il classico calcetto), da una band di questo calibro ci si aspetta di più ma le attenuanti ci sono quindi attendiamo qualche mese prima di un giudizio definitivo. Chiudiamo la cronaca citando “God is Dead” in chiusura ed alla prossima puntata con i Vision Divine.
Extrema
Si continua il ripasso di storia della musica con il capitolo "Extrema", è la terza volta che vedo la band in diversi anni e credo che sia stata la volta che li ho apprezzati di più pur non essendo un loro accanito fan. Riuscire a svegliare i presenti dal torpore e dalla calura non è cosa da tutti. Gli Extrema (mica pizza e fichi) ci riescono alla grande proponendo uno show vario e spumeggiante, ricco e divertente. Si parte con i brani più datati "This Toy”, “Displaced”, “Positive Pressure (of Injustice)" per poi passare a qualcosa di più vicino ai nostri giorni. Anche se sono i "vecchi Extrema" quelli che si apprezzano di più anche le nuove canzoni, proposte dal vivo, acquistano valore risultando più coinvolgenti ed interessanti che su album.
Ottima la performance del vocalist GianLuca Perotti una vera forza coadiuvato da una band potente e precisa, decisi a lasciare un'impronta indelebile sul palco di questo 10° Gods Of Metal.
In chiusura regaleranno anche una chitarra ad un fortunato vincitore di una lotteria!
Fire Trails
Tocca ora a Pino Scotto, cantante, show man, intrattenitore, ma soprattutto icona del metallo italiano! Dobbiamo ammettere che il nostro Pino gode di una, meritata, fama, sudata nel corso di anni ed anni di fatica come egli stesso ci ha confidato in sede di intervista appena pochi mesi fa.
Questa sera anche lui con la sua nuova band, i Fire Trails, è deciso a fare del suo meglio, tanto più che è il penultimo gruppo in scaletta (come co-headliner) una posizione più che meritata ma che non ammette errori.
Di errori non ce ne saranno, i Fire Trails tra estratti dal debut "Third Moon" e vecchi lavori ripescati dal repertorio Vanadium ci regalano oltre un'ora di ottima musica, arricchita dagli intermezzi del singer Scotto che ne ha sempre una per tutti e non si tira in dietro certo questa sera. Oltre tutto l'orario e la posizione del sole offriranno stupendi giochi di luci e di ombre che conferiranno qualcosa in più a questa grande esibizione.
Ottimo il lavoro di Steve Angarthal alla chitarra così come interessanti e di pregio sono le performance di Mario Giannini dietro le pelli e Larsen Premoli alle tastiere, quando si ha a che fare con professionisti...
Una band che convince, che piace e che si diverte (forse è questo il segreto) chiude alla grande con la cover di "Long Live Rock 'N' Roll" e ci mette in stand by per gli attesissimi co-headliner.
Strana Officina
Nonostante la grande esibizione dei Fire Trails c'è ancora il pezzo finale, il grande ritorno degli Strana Officina, altra icona storica del metallo tricolore. Il popolo dei nostalgici li richiedeva e, a giudicare dal numero dei presenti, il richiamo c'è indubbiamente stato; per la gioia di tutti anche molti giovani sono rimasti ad assistere all'evento pur non conoscendo troppo bene la band. Promosso primo tra tutti il monumentale Bud che accende subito gli animi dei presenti. L'innesto dei Cappanera nella line up porta forse una ventata di freschezza in questo pezzo di storia anche se non credo che ce ne fosse realmente bisogno. Con la Strana Officina si fa un tuffo diretto nel metallo anni '80 sembra quasi di poter toccare con mano quell'ancestrale periodo che molti, me compreso, non hanno potuto vivere in prima persona perché troppo piccoli.
Un tripudio di musica suoni e colori, dove vengono proposti alcuni pezzi mai pubblicati come "Profumo di Puttana", "Officina" e "Non sei Normale".
Un evento storico che permetterà di poter dire ai presenti la tipica frase "Io c'ero" e di mangiarsi le unghie per chi invece se n'è rimasto a casa ancora una volta.
Foto:
Giovedì 1
Venerdì 2
Sabato 3
Domenica 4
Report a cura di Paolo Manzi
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.