Anche quest’anno lo staff di Holymetal se n’è andato sul lago di Garda per assistere al secondo Evolution Festival, sviluppatosi dalla giornata unica della prima edizione, all’intero weekend di quest’anno.
Tra i 31 gruppi in programma l’offerta è per tutti i gusti, ce n’è infatti per tutti i generi, con diversi gruppi di un certo spessore.
Oggi è la giornata dedicata al metallo italiano, compresa la finale della metal battle (vinta per la cronaca dai Cadaveric Crematorium, che andranno così a suonare a Wacken), che inaugura il festival.
A causa di alcuni problemi indipendenti dal festival riusciamo però ad entrare nel campo sportivo di Toscolano Maderno quando si sta concludendo l’esibizione dei milanesi Macbeth. Ci scusiamo dunque con le band precedenti e con i Macbeth stessi. Ma passiamo ora al report vero e proprio:
Dark Lunacy
Anche quest’anno i Dark Lunacy sono presenti nel bill dell’Evolution Fest anche se la loro line-up è profondamente cambiata. Baijkal, il batterista, e Imer, il bassista, hanno, infatti, appena lasciato la band e questo concerto è diventato la prova del fuoco per i nuovi Dark Lunacy.
Il loro show si apre seguendo la traccia del loro ultimo album, “The Diarist”, dopo l’intro di quest’album, appunto, la band suona di seguito sia l’opener “Aurora” che la seguente “Playdead”. Il pubblico che è accorso è già in delirio, i primi focolai di pogo si cominciano ad accendere e non accenneranno più a calmarsi anche durante le successive “Stalingraad” e “Through The Non-Time”. Il pezzo più riuscito della loro performance è senza dubbio però “Heart of Leningrad”, questa canzone si chiude però amaramente perché proprio sul finire Mike annuncia che la successiva, “Dolls” sarà l’ultima canzone…
Una bellissima prestazione che legittima una line-up che potrà portare avanti il nome dei Dark Lunacy ancora parecchio nella scena metal italiana. Speriamo solo che alla prossima edizione dell’Evolution Fest si possano trovare molto più in alto nel runnig order.
Report di Tommaso Bonetti
Labyrinth
Prima degli headliner della giornata dedicata al metal italiano, tocca ai Labyrinth del carismatico frontman Roberto Tiranti, che ora, dopo la dipartita di Bertocchi è stato adattato al ruolo di bassista-singer e l'avere il basso sotto braccio lo ha un po' limitato nella sua verve.
Classica apertura con "L.Y.A.F.H." tratta dall'ultimo Freeman. I cinque toscani mostrano subito di essere in vena e il pubblico incitato dai capelli rotanti di Pier Gonnella e dai continui richiami di Tiranti si mostra molto caldo, soprattutto quando vengono riproposte le canzoni più datate, su tutte, in chiusura, il loro cavallo di battaglia "Moonlight". I suoni buoni, ma non ottimali per tutta la durata del set, non hanno certo penalizzato il quintetto di casa nostra come il nuovo ruolo del singer.
Labyrinth bassista cercasi.
Report di Dimitri Borellini
Death SS
Su Toscolano scende il buio ed è il momento adatto per l'horror show di Steve Sylvester e dei suoi Death SS.
La carriera quasi trentennale si fa sentire e la band, fiore all'occhiello del metal tricolore, mostra di saper tenere il palco come pochi altri. Steve si conferma gelido con il pubblico non concedendo mai una parola, ma sono è il suo carisma a trasmettere adrenalina, come durante la mitica "Transylvania".
L'impatto visivo della band è cupo con pesanti costumi di scena di pelle scura, ma allo stesso tempo provocante e provocatorio con l'esibizionista Dhalila che ha a più riprese scaldato i metallari allupati mostrando le sue grazie. Nonostante questa distrazione l'heavy metal diretto e spietato della band toscana ha colpito, preso e appassionato il cospicuo ma accogliente pubblico dell'Evolution, martellandoci con tutte le canzoni che hanno fatto la storia dei Death SS da "Let the Sabbath Begin" a "Where Have you Gone", passando per "Der Golem", "Terror", "High Tech Jesus", "Give’em Hell" e molte altre, tranne "The 7th Seal", unica grande pecca, ma pare non dovuta a una scelta ma ad un taglio della scaletta.
Quindi giù il cappello davanti vecchietti di casa nostra, un vero peccato esserseli persi.
Report di Dimitri Borellini
Le foto saranno disponibili al più presto causa rifacimento della fotogallery
Report a cura di Marco Manzi (dove non specificato)
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.