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Evolution Festival (Sabato) - 7/15/2006 - Campo Sportivo - Toscolano Maderno (BS)

Eccoci al secondo giorno di festival, dopo la giornata italiana spazio oggi anche ai gruppi stranieri, di vari generi, fino a chiudere la serata coi Cradle Of Filth. Purtroppo anche oggi non siamo riusciti a seguire tutti i gruppi, chiedo quindi scusa ad Arthemis, Nightmare ed Eldritch. Ringraziamo inoltre Max di Metalinside.it per il report sugli headliner di oggi. Questo il resoconto a partire dai Korpiklaani:


Korpiklaani

Dopo pranzo ecco salire sul palco il “clan della foresta”, senz’altro il gruppo più divertente e festaiolo di questi tre giorni, che apre le danze con “Journey Man”. Fin da subito il pubblico mostra di gradire, trascurando alcuni problemi come la voce del cantante che inizialmente va e viene, cosa di poco conto considerando comunque il clima di allegria venutosi a creare, con la folla catturata dalle ritmiche folk della band finlandese.
I Korpiklaani non fanno quindi nessuna fatica a entrare nelle grazie degli spettatori, e nel loro breve show passano in rassegna brani tratti in particolare dagli ultimi due dischi, come “Cottages & Saunas”, “Rise”, “Korpiklaani”, “Happy Little Boozer” e “Hunting Song”, che scatenano particolarmente i presenti.
Si chiude in piena atmosfera birraiola con appunto “Beer, Beer” (con tanto di lancio di bicchieri di birra sul pubblico sotto il palco) un bel concerto che ha trovato grande coinvolgimento nei confronti del sestetto scandinavo, sopportando anche il sole cocente pur di non perdere la loro esibizione.


Haggard

C’è molta curiosità attorno a questa band formata da un infinità di elementi, una piccola orchestra vera e propria che unisce musica classica all’heavy metal. Proprio perché sono in molti il sound check risulta abbastanza lungo e nelle battute iniziali i suoni non saranno esattamente al meglio.
Già il vedere tredici persone sul palco a suonare gli strumenti più diversi come violino, flauto, clarinetto, oboe e tastiere, risulta un po’ insolito, ma il risultato è un sound originale che viene a creare maggior interesse attorno al gruppo.
Sicuramente la resa dal vivo non sarà ai livelli degli album, ma è comunque tale da rendere in qualche modo giustizia al lavoro della band tedesca, che per ovvie ragioni propone una musica comunque complessa. Ottimi soprattutto il chitarrista (che incita continuamente il pubblico in italiano, ricordando anche la vittoria del mondiale come faranno quasi tutti i gruppi del festival) ed i suoi growl e la cantante, che con la sua ottima voce (e non solo) cattura l’attenzione degli spettatori.
Su tutte spicca l’esecuzione di “Eppur Si Muove”, tratta dall’omonimo album nonché ultimo lavoro della band, ma anche le altre canzoni proposte (ripescate dai loro tre dischi), “Awakening The Centuries” e “In A Pale Moon’s Shadow” tanto per citarne alcune, sono ben eseguite. Un gruppo particolare che abbiamo avuto la fortuna di apprezzare dal vivo anche qua in Italia. L’esibizione si conclude a metà pomeriggio, poco oltre l’orario previsto.


Tristania

I Tristania hanno fatto il loro ingresso sul palco dell’Evolution verso le 16.00, forse un po’ troppo presto e un po’ troppo giorno per un gruppo della loro caratura e attitudine gotica. Comunque il combo non si è lasciato spaventare dal caldo torrido e appiccicoso del tardo pomeriggio e ha saputo offrire un ottimo spettacolo.
Oltre a proporre i brani dei vecchi album, i Tristania hanno cantato alcune delle canzoni del nuovo disco che uscirà a settembre. Con l’appariscente Lady Tristania flessuosa e bellissima come al solito, e immancabilmente avvolta in uno dei suoi completi gothicheggianti, la cui voce era al solito pulita e celestiale.
Molto buona pure la performance del singer e degli altri musicisti, che hanno realmente fatto il possibile per fare divertire gli astanti nonostante i suoni un po’ troppo alti. Di conseguenza chi si avvicinava troppo al palco rischiava di sentire pochissimo, mentre l’acustica era buona da lontano o dalle tribune.

Report di Elisa Mattei


Destruction

Dopo i gothic metallers Tristania, è giunto il turno dei tre macellai tedeschi, ossia i Destruction.
Costoro hanno spazzato via in pochi secondi l’atmosfera triste e decadente che ancora aleggiava nell’aria dopo il concerto precedente. Ora sul palco c’è solo casino, velocità e potenza. I tre tedeschi non hanno lasciato al numeroso pubblico neanche un attimo di tregua, inanellando uno dopo l’altro violentissimi brani di puro Thrash metal teutonico.
I Destruction hanno proposto uno show devastante, pescando fra i loro brani più classici e datati e quelli dell’ultimo disco. Bisogna dire che i nostri sono ancora sempre in perfetta forma e che alla loro età sanno ancora creare un bel po’ di trambusto, sia sul palco che sotto di esso.
Infatti dopo la folgorante performance dei tedeschi (ed il pogo ad essa connesso), il pubblico è pronto ad accogliere il prossimo gruppo in scaletta: i Nile.

Report di Elisa Mattei


Nile

Possenti, cattivi ed egiziani i Nile non si smentiscono mai, e non hanno deluso coloro che li hanno acclamati a gran voce a sostituire i defezionari Annihilator.
Gli americo-egiziani, con il loro violentissimo death metal iper tecnico, ultra pesante e maledettamente veloce, si sono tranquillamente riconfermati come teste di serie del Death metal con la “D” maiuscola mondiale. I Nile hanno suonato molto bene e la loro tecnica è veramente mirabile, peccato però che i suoni li abbiano fregati un po’ sulle melodie egiziane che infarciscono i loro brani.
Infatti queste praticamente non si sono potute sentire. Ma non è un problema così grave e il loro concerto è stato comunque di elevatissimo livello.

Report di Elisa Mattei


Dark Tranquillity

All’ora di cena i Nile lasciano il posto alla band di Mikael Stanne, che si dimostrerà buon trascinatore fin da subito con “The Treason Wall”. Il gruppo svedese si ripresenta all’Evolution dopo la scorsa edizione e con maggior tempo a disposizione, c’è spazio quindi per accontentare gran parte dei fan (anche se la setlist verrà accorciata di una decina di minuti).
Ecco dunque riproporre “Lost To Apathy” e “The New Build” direttamente da “Character”, seguite da “The Wonders At Your Feet”, e a questo punto il pubblico è già caldo, a fronte di una prestazione magari tecnicamente non impeccabile ma più che convincente da parte di tutta la band, con in prima linea il solito Stanne che si muove senza sosta da una parte all’altra del palco (innaffiando anche il pubblico con la pompa dell’acqua).
Dopo la buona “Damage Done” si torna a “Projector” con “Therein”, dopodiché inaspettatamente viene testato per la prima volta dal vivo “Blind At Heart”, nuovo brano tratto dal prossimo album della band, un pezzo velocissimo e tirato, la cui potenza riscuote grande consenso da parte del pubblico, mostrandone così le potenzialità e dando ragione alla scelta del gruppo di provarlo proprio qui all’Evolution.
Ecco arrivare poi “Hedon”, seguita dai due soliti brani di “The Gallery”, “Lethe” e un’eccezionale “Punish My Heaven”, mentre chiudono le più recenti “My Negation” e “Final Resistance”.
I Dark Tranquillity si dimostrano uno dei gruppi di maggior successo della giornata, almeno a giudicare dalla reazione del pubblico, che si vede scorrere fin troppo velocemente davanti agli occhi il loro show. Ma, mentre sta per calare il sole, bisogna lasciare posto ai preparativi per la band successiva.


Within Temptation

A Stanne e compagni seguono gli olandesi Within Temptation. Anche se per il genere proposto non si adattano molto agli altri gruppi, la band, che assieme a Nightwish, Epica, ed After Forever è tra le più seguite in ambito gothic, si presenta sul palco con una scenografia suggestiva montata a tempo di record (causa ritardi nel traffico), e trascinata da una sinuosa Sharon den Adel, dalle qualità vocali veramente straordinarie, regala senza dubbio un grande spettacolo.
“Deceiver Of Fools”, e le più recenti “Jillian”, “Stand My Ground” ed “Angels” sono solo un riscaldamento, ed a confronto con i due statici chitarristi Sharon non sta ferma un secondo, ammaliando il pubblico con la sua voce e la mimica che dà un tocco ancora più personale al suo show. La scaletta vede molte canzoni di “The Silent Force”, ma i brani di maggior successo sono quelli del precedente “Mother Earth”, così ecco arrivare “The Promise”, “See Who I Am”, “Memories” e un ottima “Mother Earth”, in un crescendo che culminerà poi nell’affascinante “Ice Queen”, che conclude il concerto della band.
Una prova che senza dubbio ha lasciato il segno, da parte di un gruppo che si mostra in buona forma. Basti fare un confronto tra la singer olandese e la collega dei Tristania, infatti Sharon nel parlare col pubblico al contrario di Vibeke non ha mai mostrato la minima fatica nella sua voce, pur spendendo molto sul palco.
E’ ovvio che i Within Temptation devono moltissimo alla loro cantante, e per rendersene veramente conto bisogna osservare il suo carisma e la sua abilità dal vivo.


Cradle Of Filth (si ringrazia Max di Metalinside.it)

Ed è il momento degli headliner di questa seconda giornata dell’Evolution festival, gli inglesi Cradle of Filth, che tra pochi mesi pubblicheranno il loro nuovo album dal titolo “Thornography”.
I vampiri inglesi non sono mai stati famosi per le loro prestazioni live, infatti hanno molto spesso alternato buoni concerti ad esibizioni appena sufficienti, almeno questa la mia esperienza nelle volte in cui ho avuto modo di vederli on stage.
Questa sera comunque mi aspettavo un concerto convincente e fortunatamente così è stato, la band si è resa protagonista di un’ottima prova con suoni finalmente all’altezza (molte volte in passato, anche in concerti da headliner ha rovinare il tutto ci hanno pensato i suoni…).
Ottima la prova di tutti i musicisti, a partire dal drumming preciso e potente di Adrian, che molti di voi ricorderanno essere stato il batterista dei mitici At the Gates, che invece non mi ha convinto in certi frangenti Dani alla voce, soprattutto nelle parti più urlate mi è sembrato spesso a corto di fiato, anche se bisogna dire che cantare come fa lui non è facile ed è facile ricorrere in qualche “caduta”.
Le canzoni sono state rese veramente alla grande, l’atmosfera notturna e horror che si respira sui dischi è stata riprodotta molto fedelmente questa sera sul palco dell’Evolution, la scaletta ha visto tra le altre “Gilded cunt”, “Medusa and hemlock”, “Chtulu down”, “Thank god for the suffering”, “Babalon a.d.”, “Nymphetamine”, “Ebony dressed the sunset”, “The forest whisper my name”, “Her ghost in the fog” e per chiudere il concerto “From the cradle to enclave”, tutte le songs sono state suonate veramente bene.
La band vista questa sera mi è sembrata veramente in forma, speriamo che show di questo calibro diventino una costante per i Cradle of Filth, che troppo spesso non hanno convinto, ed è un peccato, perché quando suonano come questa sera dimostrano tutto il loro valore.
Veramente un buon concerto per chiudere la seconda giornata dell’Evolution festival.

Report di Max Garlaschelli



Le foto saranno disponibili al più presto causa rifacimento della fotogallery

Report a cura di Marco Manzi (dove non specificato)

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