Eccoci, dopo un anno esatto, causa spostamento del festival dal venerdì al sabato ad attendere l'arrivo del metal che conta tra le montagne valtellinesi.
Le due passate edizioni, sempre ad ingresso rigorosamente gratuito, hanno avuto notevole successo, sia a livello organizzativo, che di pubblico... e non poteva essere così anche quest'anno...
Agabus:
Ad aprire la serata, scaldando l'ancor scarso pubblico presente (si comincia alle otto e la gente sta ancora mangiando), ci pensano i lecchesi Agabus. Nel breve tempo a loro disposizione propongono molti pezzi, brevi e immediati, un crossover non monotono e standard grazie alla presenza di riff pesanti e veloci. Ottima presenza sul palco e i suoni buoni, che agevolano il compito della band, ci garantiscono uno show molto interessante.
Report di Dimitri Borellini
Keeper Of Darkness:
Dopo i lecchesi Agabus, è il momento dei padroni di casa, i valtellinesi Keeper Of Darkness. Finalmente la band, che ha un suond personalissimo basato su una tecnica veramente di altissimo livello, ci offre una prestazione eccellente. Sarà forse perchè i pezzi nuovi, inediti, sono più thrash, o forse perchè finalmente la band si è destreggiata bene sul palco, ma questa sera i Keeper hanno infiammato il folto gruppo di fan, che hanno cantato a squarciagola The Kiss Of Rationality, unica song presente sul recente demo che hanno proposto questa sera. Se continuano così i palchi sotto i loro piedi diventeranno sempre più grandi...
Report di Dimitri Borellini
Jadish:
Se qualcuno pensa che le donne e il metal non vadano a braccetto sarà costretto a cambiare idea. Le torinesi Jadish, fondate dalle sorelle Moreschi, ex-Brazen, si autodefiscono slang metal. I loro pezzi sono un misto tra un metal potente e il rock trasgressivo e nonostante la band sia di recente formazione appare ben affiatata e coesa. Con le Brazen hanno calcato i palchi di mezza Europa e l'esperienza maturata permette loro di calamitare l'attenzione del pubblico, soprattutto di quello maschile, su di loro. Eccellente la prestazione vocale, in più lingue, della tedesca Marie.
Report di Dimitri Borellini
Slowmotion Apocalypse:
Quarto gruppo della serata sono gli Slowmotion Apocalypse, band appena messa sotto contratto dalla Scarlet e che ha da poco ristampato il debut album My own Private Armageddon. Il gruppo sfodera una buona prestazione, coinvolgendo il pubblico grazie ad un death melodico di stampo scandinavo che però risulta veramente poco personale, attingendo fin troppo dalla tradizione svedese (At the Gates in primis). Comunque il gruppo sul palco si dà da fare, macinando pezzi su pezzi senza la minima sbavatura dando anche prova di un ottima tenuta di palco grazie ad un continuo headbang. Buona anche la prova al microfono di Efis, sostituto momentaneo dell'infortunato Albi, che ha assolto alla grande il proprio compito. Il folto pubblico presente gradisce e applaude la band, anche se personalmente, pur avendo apprezzato lo show, avrei preferito una dose di personalità maggiore nei pezzi.
Report di Simone Bonetti
Ephel Duath:
Molta attesa c’era anche per vedere all’opera gli Ephel Duath e il loro jazz metal. Dimenticato nel cassetto i loro primo album, distante anni luce, dal loro attuale sound, questa sera hanno proposto una scaletta incentrata sugli ultimi due album "The painter's palette" e "Pain necessary to know". Le loro canzoni non sono di facile assimilazione ma nonostante ciò il pubblico ha apprezzato la band che ha offerto un ottimo show, con suoni perfetti. Unica pecca è stato il pazzo singer Luciano che dopo aver lanciato l’asta del microfono verso il pubblico fortunatamente impigliatasi nel cavo delle luci, strappandolo, dopo aver schiaffeggiato e spintonato il pubblico della prima fila, ha scaraventato a terra il microfono rompendolo. E questo ha implicato una fine anticipata dello show, tra qualche fischio e qualche insulto, meritato, da parte del pubblico. Dispiace per il resto della band che, fino a quel momento ci aveva regalato belle emozioni.
Report di Dimitri Borellini
Necrodeath:
I Necrodeath fanno parte della storia del metal estremo italiano, e ora sono in tour per promuovere l'ottimo 100% Hell, quarto album post-reunion. Ovviamente la scaletta della serata sarà incentrata sull'ultima fatica ma verranno proposti anche molti classici per la gioia dei fan di vecchia data. I suoni sono abbastanza buoni, con la voce di Flegias più bassa del resto ma veramente ben bilanciati per la parte musicale. Il gruppo è un macchina da guerra
sul palco, precisi, potenti e coinvolgenti con Flegias che si dimostra un ottimo frontman. La parte del leone la fa il batterista Peso autore di un prova praticamente perfetta, usando un kit veramente strano per una band di metal estremo. Il folto pubblico valtellinese apprezza e applaude la prova del gruppo. Tra i brani in scaletta troviamo Forever Slaves, Last Ton(e)s of Hate, Master of Morphine e la storica Mater Tenebrarum.
Report di Simone Bonetti
Fire Trails:
Questa sera si fanno le ore piccole, all’una la puntuale organizzazione del SoRock piazza sul palco i Fire Trails, quintetto capitanato dal rocker nostrano Pino Scotto. Un bel gruzzolo di persone si accalca davanti alle transenne e anche l’area sotto il tendone si presenta ricca di spettatori, Spaces and Sleeping Stones ha il compito di rompere il ghiaccio, l’opening track del disco Third Moon del 2005. Un buon ingresso penalizzato forse dai suoni non chiarissimi e dal volume della voce leggermente basso, particolari che comunque vengono subito aggiustati.
Altri tre brani tratti da Third Moon, Fighter, la title track e Brave Heart per poi lasciare spazio a Streets of Danger pescata dal repertorio dei Vanadium, ex gruppo del frontman Pino Scotto.
La band dà il meglio di sé e la risposta del pubblico valtellinese si dimostra all’altezza della situazione. Si prosegue con Freedom Tribes, Going on, Get up shake up e Silent Heroes in onore dei giudici Falcone e Borsellino. Una buona prestazione portata avanti con una certa professionalità, citerei soprattutto il chitarrista Steve Angarthal che durante la serata è sempre rimasto in primo piano, come spesso succede per gli axemen di gruppi rock/hard rock.
Ancora due pezzi recenti, Sailor and Mermaid e la strumentale Reaching for the sky che va a chiudere la serie di brani pescati dal recente disco dei Fire Trails. Si va di nuovo a scavare nel passato di Pino Scotto il quale tra una strofa e l’altra si dedica alle strette di mano coi metalkids in prima fila; troviamo quindi Too young to die e Run too fast tratte appunto dal paniere dei Vanadium.
Alle 2:15 si chiude con una canzone leggendaria, Long live Rock and Roll dei Rainbow, pezzo che dà l’ultima scossa ai fan tutt’altro che addormentati. Complessivamente direi che gli headliner di questa sera hanno svolto bene il loro lavoro proponendo un hard rock che, anche se personalmente mi dice poco, ha lasciato i fan molto soddisfatti e ha incontrato le aspettative degli organizzatori della manifestazione.
Si conclude così la terza edizione del SoRock Day, festival che anno dopo anno riscuote un successo sempre maggiore mettendo la provincia di Sondrio in primo piano per quel che riguarda la musica metal.
Report di Mattia Berera
Report a cura di Staff di Holymetal.com
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.