Martedì 1 Agosto
La Ryanair ha spostato il consueto volo per Wacken dalla mattina presto alla sera tardi, non sapendo perciò come avremmo fatto ad arrivare in tempo per il padre di tutti i festival abbiamo deciso di partire con addirittura due giorni di anticipo.
Partiti da Orio al Serio verso le 20.00 e con 35°C atterriamo a Lubecca alle 22.00, con 6°C e il comandante che ci avvisa: “Pay attention, on Lubeck there is heavy rain”. Sotto un violento acquazzone saliamo sui taxi che per 30 euro ci porteranno a Wacken.
L’arrivo nella città che ospita il più grande festival metal europeo avviene alle 24.00 e, inaspettatamente, senza pioggia, felici di non dover montare le tende sotto l’acqua ci avviamo all’ingresso.
Cominciano però i problemi, chi non ha il biglietto o il pass non può entrare. Molti dei miei amici lo avevano acquistato via internet e la loro intenzione era quella si cambiare la mail di conferma con il ticket una volta arrivati sul posto. Nessuno aveva considerato però due fattori, il primo è che i biglietti si possono cambiare solo dalle otto del mattino del 3 agosto, il secondo è che Wacken è in Germania dove una regola è una regola. L’unica via è stata aspettare. Per noi non c’è stata una notte, o per meglio dire la notte è cominciata alle otto del mattino dopo aver demolito il metal office con la complicità di un gruppo d’irlandesi che bevevano quasi quanto noi, abbiamo montato le tende nel campeggio B e ci siamo messi a dormire.
Mercoledì 2 Agosto
Il mercoledì a Wacken è la giornata del calcio, dopo la solita sfida Wacken – Fc. St. Pauli vinta come al solito dal Wacken, sul campo entrano le squadre dei tifosi: gruppi di metallari più o meno organizzate di scontrano senza esclusione di colpi con anfibi ai piedi e la sola voglia di fare casino. Ogni squadra ha la sua maglietta e ogni squadra ha sempre il numero 666, il numero 69, lo 007 e molte anche il loro .
La serata passa “tranquilla” sotto il telone dell’headbangers ballroom turbata solo dalla preoccupazione di tutti di rischiare di finire in quell’inferno di fango che è stata l’edizione precedente, il tempo, infatti, è ancora molto piovoso.
Giovedì 3 Agosto
Comincia il festival.
Alle 18.00 in punto salgono sul palco i Faster Inferno (voto 6) che iniziano la giornata dedicata agli Scorpions ospitando sul palco un loro ex chitarrista: Michael Schenker. I ragazzi ci mettono davvero molta grinta ma da ricordare è purtroppo solo il loro ultimo brano “Rock ‘n Roll”.
Molto più coinvolgenti sono, invece, i Melodic Metalllers Victory (voto 7,5) aprono la loro performance con “Take The Pace” e “Power Strikes The Earth”, due dei brani più d’effetto della loro discografia. I Victory, anche grazie alla loro decennale esperienza, non si fanno assolutamente intimorire dall’enorme pubblico a cui si trovano davanti, escono benissimo anche “Standing Like A Rock” e “Backstreet Rider” ma senza dubbio il brano più incisivo è stato “Chicks On Display” che seguito da “On The Loose” mandano in visibilio i fans. Il loro show si chiude con i loro storici cavalli di battaglia “Temples Of Gold” e “Don't Tell No lies”.
Michael Schenker (voto 7) torna sullo stage, ma adesso con il suo gruppo attuale, l’attenzione di tutti è ormai rivolta verso le stars della serata, gli Scorpions, e la sua prestazione viene un po’ oscurata.
Alle 21,45 dopo un breve sound check si riaccendono le luci del true metal stage per accogliere gli Scorpions (voto 9). Non è importante quanti anni abbiano sulle spalle questi “ragazzi” la loro musica è in grado di unire veramente più di due generazioni di fan. L’area è stracolma ma il pubblico non è il solito, insieme ai soliti giovani metalheads, moltissimo sono i padri di famiglia con le mogli, famiglie intere si ritrovano unite dalla passione per una della band più universali della storia del rock moderno. Come si può immaginare la scaletta che viene proposta per “a night to remeber” è favolosa. Dall’immenso impianto del palco di Wacken escono le note di capolavori come “Loving You Sunday Morning”, “Falling in love” e “Holiday”. Gli Scorpions stasera fanno il pieno, insieme a loro sul palco salgono un sacco di ex-membri, oltre all’onnipresente Michael Schenker, sul palco salgono anche Herman Rarebell e Uli Jon Roth. L’atmosfera è davvero magica, “Big City Nights” e la fantastica “He's A Woman-She's A Man” rimarranno a lungo nella memoria di chi ha avuto la fortuna di ascoltarle, ma anche “Still Loving you” e “In trance” lasceranno dei ricordi indelebili. Dopo l’ingresso di un enorme scorpione dal fondo del palco e il lancio di un centinaio di bacchette di batteria vengono suonate “Blackout”, “Lovedrive” e “Coast to coast”, ma il vero grande pezzo arriva solo alla fine, a mezzanotte e mezza gli Scorpions cominciano, infatti, a suonare “Rock You Like A Hurricane”. Nel completo delirio si conclude dopo tre ore di performance uno dei concerti più emozionanti al quale abbia assistito.
Report a cura di Tommaso Bonetti, Dario Quadri, Elena Ferrari
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