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Deathstars + Ensoph - 10/8/2006 - Noise - Torino

Questo concerto è andato “storto” fino dal principio, nel senso che inizialmente avrebbe dovuto tenersi al Fabrik, discoteca situata nella periferia di Torino che è stata improvvisamente chiusa. Tutti i concerti, a parte quello dei Deathstars, sono stati annullati e i gothic metaller svedesi sono stati spostati al Noise. A causa di questo imprevisto, quello che avrebbe dovuto essere un mini festival con almeno cinque gruppi, è stato trasformato in un normale concerto con tre band. Anche se alla fine a suonare saranno solo gli Ensoph ed i Deathstars.
A parte questo improvviso cambio di programma, gli organizzatori hanno pure deciso di non vendere i biglietti in prevendita e di non dare nessun tipo di informazione riguardo gli orari di apertura cancelli e di inizio concerto. Dunque non avendo nessun punto di riferimento certo a parte la location del concerto, non abbiamo potuto fare altro che recarci di fronte al Noise con largo anticipo, ossia verso le 19.00. Qui ci è stato riferito che la vendita dei biglietti sarebbe iniziata solamente alle 20.30. Allora abbiamo deciso di andarci a mangiare un sanissimo Big Mac al Mac donald’s di Piazza Castello e di fare pure una visitina alla Mole Antonelliana, dato che si trova proprio di fronte al Noise. A saperlo, avremmo potuto starci un po’ di più alla Mole, dato che nel locale ci hanno fatto entrare solo verso le 21.45! Quando siamo potuti finalmente accedere all’interno della discoteca, abbiamo potuto appurare che si tratta della gemella del Rolling Stone di Milano: rotonda e con un acustica ottima.
Alle 22.00 spaccate sono cominciate le danze e sul palco sono saliti gli italiani Ensoph. Il quintetto veneto ha scelto un look del tutto particolare a base di maschere anti gas, occhialoni da lavoro e pesanti cappe nere. Per ovvi motivi legati al bisogno di cantare, il singer si presenta a viso scoperto e senza maglietta. Il suo fisico è asciutto, sul torso e le braccia parecchi tatuaggi, il viso coronato da alcuni piecing e salta, salta e si dimena in giro per il palco come il cosiddetto saltamartino (una sorta di grosso grillo N.d.A). la sua mimica corporale è fantasmagorica e si sposa alla perfezione con il sound violento e cupo che gli Ensoph propongono. Oltre ad essere un perfetto animale da palcoscenico (l’iperattività del singer un po’ si scontra con lo staticismo quasi totale degli altri musicisti che forse sono penalizzati dalle ridotte dimensioni del palco), quell’ uomo ha una voce particolarmente acida e graffiante che passa dal growl più gutturale a uno screaming molto simile a quello usato da Dany Filth dei Cradle of filth. Gli Ensoph si cimentano con un genere alquanto originale per il quale hanno coniato un’etichetta più che azzeccata: avantguarde metal. Infatti il particolarissimo metal proposto dai veneti si può proprio dire all’avanguardia in quanto non mi è mai capitato di sentire una cosa del genere. L’impatto sonoro è violentissimo, veloce e caotico, ai riffoni possenti e alla velocità mac 9 della batteria si alternano le tastiere, melodiose e cupe. I brani sono abbastanza lunghi ma non annoiano in quanto i cambi di tempo sono repentini e il cantante calamita su di sé gli sguardi di tutti fino alla fine dello show. Gli Ensoph hanno saputo donare al pubblico torinese uno spettacolo veramente notevole e coinvolgente (non so come spiegarlo ma dai cinque musicisti sprigionava un’energia primordiale difficile da ignorare). Oltre tutto i componenti questa band devono essere musicisti con i contro fiocchi in quanto proporre un sound così strutturalmente complesso come il loro in sede live non deve essere assolutamente semplice. Dopo questo concerto così intenso e coinvolgente (gli Ensoph non si sono concessi inutili pause al fine –probabilmente- di non rovinare la particolare atmosfera che riescono a creare in sala mentre suonano), è il turno degli headliner: i Deathstars.
E qui, prima di cominciare a descrivere la loro prestazione, devo purtroppo fare una puntualizzazione: se i gruppi, non gradiscono di venire presi a bottigliate dal pubblico, dovrebbero essere loro per primi a non lanciare bottiglie (mezze piene) fra gli spettatori. Questa volta nessuno si è fatto male ma magari non va sempre bene.
I Deathstars hanno proposto uno spettacolo degno di nota regalando ai presenti tutti i loro brani più belli compresa la prima canzone da loro mai scritta. Anche in questo caso il singer ha svolto il ruolo principale nella parte visiva dello show. presentandosi vestito di tutto punto con tanto di boa piumato attorno al collo. Poi mano a mano che il concerto proseguiva, ha incominciato a togliersi tutto fino a restare con i soli pantaloni. Mi sa che se avessero suonato ancora una mezz’ora, lo avremmo visto in mutande.
A parte i dettagli sullo streap tese del cantante, i Deathstars hanno suonato bene e hanno saputo coinvolgere appieno i presenti che hanno cantato a squarcia gola ogni singolo pezzo. Alla fine gli svedesi hanno concesso anche un bis che è stato accolto con molto calore dagli astanti. Secondo me però la qualità dei loro suoni era un po’ più bassa rispetto a quella impeccabile degli Ensoph. E anche il loro spettacolo è a parere mio risultato essere più distaccato rispetto a quello del gruppo precedente, ma magari è solo perché loro sono uomini del freddo nord, mentre gli altri sono natii della soleggiata Italia e questo potrebbe fare la differenza, anche in generi tetri come quelli proposti dalle band che hanno allietato questa serata di inizio autunno.

Report a cura di Elisa Mattei

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