Dopo quattro anni di attesa (in corrispondenza del tour di "A Night At The Opera") il guardiano cieco torna finalmente a Milano, orfano però di Thomas "Thomen" Stauch dopo l'abbandono della band, e rimpiazzato alle pelli da Frederik Ehmke. Le aspettative di questo concerto sono molto elevate, tanto che il sold out registrato lascia alla disperata ricerca in extremis di un biglietto qualche centinaio di persone, convinte di trovarne ancora disponibili alla cassa.
L'Alcatraz non impiega molto tempo per riempirsi, e il pubblico è già caldo prima ancora di iniziare, intonando canzoni e incitando Hansi e compagni sin da subito, ma prima di vedere i bardi ne deve ancora passare di tempo, ed alle otto precise gli svedesi Astral Doors (tre album alle spalle) salgono sul palco per aprire la serata.
La band, guidata dal singer Patrik Johansson, ha davanti un locale pieno di spettatori carichi di entusiasmo che pregustano lo show degli headliner, perciò è l'occasione giusta per farsi conoscere meglio, e la loro esibizione, almeno nella fase iniziale, è senz'altro convincente. L'apertura affidata a brani come "Lionheart" e "Bride Of Christ", a cui seguono altri buoni pezzi del gruppo, autore per lo più di un power/heavy di matrice classica, è infatti accompagnata dal buon responso dei presenti.
Tra sonorità di memoria quasi rainbowniana alternate a parti più heavy ed altre più melodiche, e la bella prestazione del cantante, il concerto scorre con canzoni dal nuovo "Astralism" e dai due precedenti lavori, ma alla lunga la setlist proposta del sestetto scandinavo alla lunga sembra perdere di interesse per il pubblico (forse più per la lunghezza di certi brani che non per l'esibizione comunque valida, anche se non certo memorabile, della band). Con l'avvicinarsi del momento tanto atteso da tutti, risale invece l'entusiasmo, e tutto il locale non aspetta altro che vedere i Blind Guardian fare il loro ingresso sul palco.
I bardi lo fanno sulle note di “War Of Wrath”, subito cantata all’unisono dai fan presenti, e seguita naturalmente da “Into The Storm”. Da qui fino alla fine Hansi non avrà certo nessuna difficoltà a gestire il pubblico, che per tutto lo show accompagnerà la sua voce cantando i pezzi proposti. Dopo i saluti a Milano ecco che il cantante ci introduce in “Born In A Mourning Hall”, e davanti al palco la calca si fa sempre più pressante e il clima più caldo.
La setlist di questa sera sarà in grado di soddistare appieno chiunque, attingendo in particolare da “Imaginations” e “Nightfall”, e l’esibizione prosegue proprio con la titletrack di quest’ultimo. Prima di arrivare al nuovo “Fly”, ben accolto dai presenti, si passa invece per “The Script For My Requiem”, col pubblico completamente rapito dalle canzoni dei bardi.
Tutta la band appare in buona forma, a partire da Hansi, ma anche Marcus e Andre fanno molto bene il loro lavoro. Una nota a parte per Frederik, il nuovo batterista, che sembra (a parte forse qualche piccola imperfezione) reggere il colpo dopo l’uscita dal gruppo di Thomen, anche se ovviamente non è certo ai suoi livelli in quanto a potenza e bravura.
Un tuffo nella mitologia nordica con “Valhalla” è d’obbligo, cosi come lo è il refrain cantato più volte a squarciagola dai fans prima di proseguire con “Time Stand Still”.
Dopo una sequenza simile c’è bisogno di riprendere fiato, ed ecco allora l’acustica “A Past And Future Secret”, grazie alla quale per la prima volta mi accorgo delle immagini che vengono proiettate durante le canzoni sul telone dietro alla batteria, immagini a volte significative, altre apparentemente senza senso, che accompagnano tutto lo show.
Sempre da “Imaginations” arriva poi “Bright Eyes”, sempre accompagnata a gran voce dagli spettatori entusiasti (molta gente tra cui il sottoscritto alla fine non avrà più molta voce…), così come per la successiva “Lost In The Twilight Hall”, che lascia poi il posto alla lunga quanto affascinante “And Then There Was Silence”. Sembra trascorso pochissimo tempo, e invece è già ora del primo break. Mentre il pubblico non si stanca ancora di acclamare i “guardiano cieco” e richiede a gran voce vari pezzi, i quattro ritornano con “I’m Alive”, accolta con un pò di sopresa ma molto ben gradita dai fans, ed a seguire ecco l’altro dei due brani proposti dal nuovo “A Twist In The Myth”, ovvero “Another Stranger Me”, altra canzone che si rivela scelta azzeccata, data la presa che ha sul pubblico, che ormai dall’inizio della serata canta in coro.
Altra brevissima pausa per dare spazio alla magnifica “Imaginations From The Other Side”, e mentre qualcuno qui potrebbe pensare che si può anche chiudere lo show data l’estasi dei più accaniti fan, invece non è ancora finita. L’ultima pausa porta nel come back ad altri due brani, così succede che Hansi non deve neanche sforzarsi di cantare in “The Bard’s Song”, dato che ci sono già almeno duemila persone che lo fanno per lui, mentre l’atto finale spetta a “Mirror Mirror”, che sancisce la conclusione di uno dei concerto più attesi della stagione dai metallers italiani, e che non credo avrà lasciato molta gente insoddisfatta.
Dopo i saluti conclusivi di rito si riaccendono quindi le luci e la gente comincia a defluire verso le uscite. Un plauso ai Blind Guardian che come sempre hanno regalato ai loro fans una grande serata.
Foto:
Blind Guardian
Astral Doors
Report a cura di Marco Manzi
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