Musica ed emozioni, è così che si può raccontare la serata dell’11 ottobre al teatro Shashall di Firenze. Il giorno dopo l’inferno che hanno scatenato all’Alcatraz di Milano i bardi si ripetono in una cornice completamente diversa, l’acustica è infinitamente superiore al giorno precedente e il locale più piccolo rende tutto molto più intimo, la presenza della galleria (il secondo piano con le poltroncine) permette, inoltre, di gustarsi il concerto da una posizione rialzata con una vista ottima, difficile trovare un luogo più adatto per un concerto dei Blind Guardian.
Quello che subito colpisce del loro palco è la sua sobrietà, non ci sono elementi di distrazione: nessun dragone attaccato al microfono, nessun calice di sangue finto da lanciare sul pubblico, né un gruppo di vichinghi in lotta durante le canzoni o un enorme guardiano cieco con gli occhi di laser che faccia il suo ingresso fra i petardi. Solo loro con la loro musica: questo è l’unico spettacolo che deve emozionare i fans.
I guardiani salgono sul palco e il concerto si apre come quello di quattro anni fa: “War of Wrath” precede una violentissima versione di “Into the storm”, e Il pubblico è da subito in delirio. Lo Shashall sembra contenere un mare in tempesta più che delle persone.
Come ci hanno da sempre abituato, Hansi e compagni non propongono mai le scalette per fare la promozione dell’ultimo album ma alternano i cavalli di battaglia della loro storia ultra ventennale. “Born in a Mourning Hall” precede “Nightfall”, ma la vera sorpresa è il primo brano di “A Twist in The Myth”, “Fly”, il suo effetto è devastante, tutti nel pubblico cantano e battono le mani a ogni cenno di Hansi. Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi su come le nuove canzoni avrebbero reso in sede live, quest’esecuzione glieli ha sicuramente chiariti.
Non c’è tempo per riposarsi, “The Script for my Requiem” è il nuovo pezzo che toglie il fiato, anche se l’unica nota negativa del concerto comincia proprio ora: comincia a piovere. Troppe persone nel teatro, e la scarsa circolazione dell’aria (fa anche più caldo del giorno prima all’Alcatraz) fanno sì che la condensa sul soffitto cominci a cadere, soprattutto sulla parte centrale, come una vera pioggia, fastidiosa ma sopportabile anche perché comincia la fantastica “Valhalla”.
Il tempo passa velocissimo, le canzoni si susseguono senza un attimo di tregua come succede in pochissimi show, non ci sono pause, né per assoli lunghi e improbabili o per discorsi su quanto sia true essere a questo concerto, solo il tempo di introdurre la canzone poi la parola passa subito agli strumenti, e così, dopo “Time stands still” si arriva alla prima ballata, in braccio le chitarre acustiche e comincia “A past and Future Secret”, uno dei capolavori di “Immagination From the Other Side”.
Per gli amanti dei nuovi Blind Guardian c’è però anche la sorpresa, (rigorosamente dopo “Lost in the Twilight Hall” e “Bright Eyes”) di sentire per intero la lunghissima e stupenda “And Then There was Silence”, quella che può a tutti gli effetti chiamarsi la “Bohemian Rhapsody” dei quattro di Krefeld.
Sembra che il concerto sia iniziato da pochi minuti, ma è già l’ora della prima encore, I Blind se ne vanno tra gli applausi e il pubblico anche se ha cantato tutto il concerto, non smette un secondo di acclamarli e, infatti, come da copione, la band ritorna e lo fa con “Welcome to Dying” questa è, fra l’altro, l’unica differenza tra la scaletta presentata a Milano, il giorno prima erano rientrati con “I’m Alive”. Le canzoni che hanno lasciato per ultime sono come al solito le ciliegine sulla torta, “Another stranger me” precede “Imaginations From the Other Side” e, nella seconda encore, “The Bard`s song (In the forest)” è l’ultima prima della chiusura con la acclamatissima “Mirror, mirror”.
Ormai il tempo è scaduto, ciò che è stato suonato è stato suonato. Il repertorio dei Blind Guardian contiene, purtroppo, tante di quelle canzoni indimenticabili che servirebbe, almeno, un concerto di cinque ore per accontentare quasi tutti i fans.
Chi non è potuto venire si è perso uno dei più bei concerti degli ultimi anni, sperando di non dover aspettare il 2010 per vedere un altro show del genere, ora non ci resta altro che cercare in un buon bootleg!
Report a cura di Tommaso Bonetti
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