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Fire Trails + Node + Irreverence - 10/20/2006 - La Sfinge Metal Pub - Brescia

Devo iniziare questo report con una nota dolente; come varie volte succede qui in Italia, se non ci sono i grossi nomi la gente fa fatica ad alzare il culo ed andare ai concerti, ed ahimè a risentirci è tutta la scena della musica che amiamo, specialmente quella italiana, dove abbiamo varie band molto valide, anche apprezzate all’estero, e ne risentono anche i gruppi che vogliono farsi magari conoscere. Poi ci lamentiamo che ci sono pochi posti dove fanno concerti o ci fanno suonare, e questa occasione non è da meno…
Lascio a voi da pensare… Ma andiamo avanti con questo report…

Dopo 83 Km in solitaria, arrivo molto presto al locale, trovandolo per l’appunto ancora chiuso, quindi colgo l’occasione per mangiare qualcosa portato da casa. Vedo le band che arrivano e scaricano la loro strumentazione, quindi dopo del tempo decido di entrare.
Dopo aver salutato il buon Gary mi godo, accompagnato da una birra, tutto il sound-check dei Fire Trails prima e dei Node poi, mentre il tempo passa.
Senza troppi fronzoli ecco che alle 22.50 salgono sul palco davanti a una cinquantina di persone i milanesi Irreverence, che sparano bordate di energico e violento thrash metal sui presenti.
Con vari problemi ai suoni, tra cui una chitarra che si sente/non si sente e il rimbombo del locale, la band ha fatto quello che poteva per scaldare l’atmosfera con sei dei loro pezzi, tra cui cito “Elements of Wrath”, “Divine Hideout” e “The Last Charter”, tratti dall’ultimo lavoro “War Was Won” e due cover, “Aces of Spades” e un pezzo di Onkel Tom Angelripper. Apprezzando il loro impegno, e magari potendoli vedere in un’occasione spero migliore, mi sento di dare loro una sufficienza.
Nel frattempo è arrivata qualche altra persona nel locale, ma alle 23.40 circa, quando salgono sul palco i Node non mi pare si tocchino comunque le 100 unità… argh…
Dopo un’intro ecco che i nostri, di ritorno da un fortunato tour in Francia e Spagna con i concittadini Lacuna Coil, sfoderano la loro solita grinta gettando sul pubblico valanghe di buon thrash/death tecnico e di ottimo impatto; solo otto però sono i pezzi proposti, presi, a parte uno, dall’ultimo ottimo lavoro “As God Kills”, che per l’appunto sono in giro a promuovere.
Le ostilità si aprono con “Redrum”, seguita a ruota da “Old Nick” e “Watcher of a Failed Generation”; il concerto va avanti con la bella ed energica “Hellywood”, “Cancer” viene subito dopo, ed il pubblico apprezza comunque gli sforzi dei meneghini. “Shotgun Blast Propaganda”, (come scritto su una delle magliette del loro merchandise) viene subito dopo, per poi arrivare ad una degna e ottimale conclusione del concerto con la titletrack “As God Kills”, di cui esiste anche un video ahimè censurato, eseguita senza particolari sbavature ed imprecisioni. L’ultimo pezzo della loro set-list è la titletrack del loro precedente album, “Das Kapital”, e qui la band chiude ringraziando i presenti. Questa è stata la terza volta che ho visto la band ed ho di nuovo avuto conferma che la presente è una delle realtà più valide del panorama metal italiano, perché in ogni dove porta con se la sua attitudine Metal, mettendoci sempre molto impegno in ciò che fanno.
Il gruppo ha mantenuto le aspettative, con un Marco Di Salvia alla batteria che esegue le sue parti con energia e tecnica ottimale e in perenne headbanging, Klaus Mariani al basso fa il suo lavoro con buona precisione, Daniel Botti canta e suona la chitarra al meglio come suo solito e Gary D’Eramo ci mette tutto se stesso macinando riff e assoli e non commettendo particolari errori. Una performance quindi sicuramente molto positiva per tutti i quattro, da vedere e sentire ancora e ancora.
Ecco quindi dopo le 00.30 il turno del terzo e ultimo gruppo della serata, i Fire Trails del mitico Pino Scotto, che fanno il loro ingresso uno ad uno sulle note di “Spaces and Sleeping Stones”, seguita sempre dall’ album “Third Moon” da “Fighter” e dalla canzone che dà il titolo all’album, appunto “Third Moon”, così come la seguente “Braveheart”. Il pubblico, che non è aumentato dall’esibizione della band precedente, sembra per i Fire Trails più partecipe; ecco che dalla più che ventennale carriera di Pino arriva la ancora attuale “Streets of Danger”, dall’album “Vanadium Tribute”, di cui appunto fa parte, con la seguente ballad “Going On” e la ritmata “Get Up Shake Up”. Momento serio per ricordare due eroi italiani, Falcone e Borsellino, a cui è dedicata la bellissima canzone “Silent Heroes” e lo spettacolo va avanti con “Too Young To Die” e “Run Too Fast” sempre dal repertorio dei Vanadium.
Ma il tempo è giunto alla fine, con l’ormai immancabile cover, “Long Live Rock’N Roll”, dei “Raimbow”, storia della musica rock, cantata a squarciagola dal pubblico, incitato da Pino, in un susseguirsi di ripetizioni del ritornello, per una degna conclusione di una bella serata all’insegna della buona musica. Tutto il gruppo ha confermato di nuovo di saperci fare sul palco, Larsen come sempre folle ed incontenibile alla tastiera, Mario Giannini alla batteria si è comportato bene, magari commettendo qualche imprecisione ma nulla di grave, il chitarrista sostituto di Steve, Cris, impegnato per prole in arrivo, suona impegnandosi a fondo, con qualche errore per la poca esperienza con la band, ma ottenedo un buon risultato come prestazione, Frank Coppolino come sempre preciso al basso e Pino Scotto, anche se con qualche calo di voce e qualche errore, sempre un grande trascinatore, lui, che crede sempre fino in fondo in quello che fa e in quello che scrive. Cosa faremo quando non ci sarà più?
E’ quindi dopo le 2.00 di ormai sabato mattina, ora di tornare a casa, quando il locale ormai si è svuotato. Ho visto varie facce soddisfatte, quindi il gradimento è stato buono.
Altri 83 Km per tornare a casa ma ne è valsa la pena, al prossimo concerto.

Report a cura di Marco “Mac” Brambilla

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