Siamo nel mezzo dell'autunno ed è una serata fredda e ventosa, siamo nel mezzo
dell'autunno ma anche in piena stagione concerti 2006/2007.
Questa sera, per variare un pò, niente heavy metal, si va ad un concerto rock blues di
quelli dove trovi tanta tecnica ma anche tanto cuore.
Così trovi un Black Horse, pieno solo a metà a seguire l'esibizione di una band, i Twin
Dragons che si meriterebbe certamente una platea ben più folta.
Invece solo pochi eletti hanno sfidato l'infrasettimanalità del concerto ma, per questo,
sono stati ricompensati.
Così verso le 22 ecco salire sul palco il combo internazionale composto da Nathaniel
Peterson (voce/basso), Andra Braido (chitarra), Graham Oliver (chitarra) e Pino Liberti
dietro le pelli.
Se il drummer, seppur sappia il fatto suo, non gode di una grande notorietà , non è così
per i restanti membri della band, partendo dal nostrano chitarrista Braido che nel corso
della sua lunga carriera ha prestato la sua sei corde alla causa dei più svariati
musicisti del panorama della musica pop / rock italiana, passando da Vasco Rosso a Patti
Pravo fino a Zucchero e Ramazzotti, solo per citarne alcuni.
Allo stesso modo lo special guest Oliver Graham è stato uno dei membri storici del primo
quindicennio di storia dei britannici Saxon ed ora in forza agli O.D. Saxon assieme al
compagno d'avventura Steve Dawson.
La serata trascorre piacevolmente tra maestosi assoli sprigionati dalle due chitarre di
Braido e Graham, anche se il secondo fatica a star dietro al musico di casa nostra.
In scaletta vengono proposti brani propri, alcuni estratti dall'album fresco di stampa
uscito sotto il moniker "ANDREA BRAIDO - TWIN DRAGONS".
Vengono inoltre riproposte cover come la famosa "Hey -Joe" di quello che evidentemente è
stata grande fonte di ispirazione per Braido, l'intramontabile chitarrista afroamericano
Jimi Hendrix.
E' un pubblico attento quello di stasera che non si perde una nota restando con gli occhi
incollati al palco, calamitati dal carisma dei musicisti e dalla calda voce di Peterson,
un pò come si segue una finale di coppa del mondo.
E si torna a casa un pò più soddisfatti, un pò per aver assistito a qualcosa, almeno per
il sottoscritto, di diverso dal solito, ma soprattutto per la maestria ed il divertimento
che il quartetto è riuscito a trasmettere.
Foto: Twin
Dragons
Report a cura di Paolo Manzi
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