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Cradle of Filth + Deathstars - 11/26/2006 - Alcatraz - Milano

Due band che stanno compiendo un diverso percorso arrivano a braccetto sul palco dell’Alcatraz. Da un lato l’inarrestabile ascesa degli svedesi Deathstars che con soli due album all’attivo vantano già un gran numero di fan e dall’altro il lento e inesorabile declino dei vampiri inglesi Cradle Of Filth.
Prima a salire sul palco è ovviamente la band di Stoccolma, che vanta tra le sue fila l’ex drummer dei Dissection Ole Ohman, nonché Emil Nödtveidt, fratello del compianto Jon.
Ma il leader incontrastato della band è il singer Whiplasher, a cui è bastato il tempo di una canzone per trovarsi già seminudo per la gioia delle ragazzine, mentre gli uomini hanno potuto distrarsi osservando una ragazza in tenuta da film erotico.
Gli svedesi hanno proposto song tratte sia da “Synthetic generation” che dal recente “Termination Bliss”, supportato già da un tour europeo da headliner. L’industrial è la base dei Deathstars con atmosfere elettroniche accostate ai decisi riff suonati da Nightmare Industries e dal nuovo chitarrista Cat. Menzione a parte per il bassista Skinny: il Marylin Manson coi rasta. “Blitzkrieg Boom” e “Cyanide” colpiscono per l’ottima resa in sede live fino a portare una fan a lanciare il proprio reggiseno al singer notevolmente effeminato. Nonostante questo piccolo particolare il pubblico, in gran parte accorso per gli headliner della serata, ha potuto godere di un breve ma intenso show.
Solitamente la band inglese ha offerto prestazioni live da dimenticare, tra cui citiamo la recente esibizione all’Evolution Fest, se a ciò aggiungiamo la delusione suscitata dall’ultima uscita discografica e un batterista appena inserito nella band in fretta e furia dopo lo split con Adrian Erlandsson, la frittata sembra scontata.
E invece no, con grande sorpresa, Dani e compagni se ne andranno tra i meritati applausi. Soprattutto l’inizio dello show è veramente devastante con la band molto carica che offre subito due pezzi tratti dal nuovo album, che dal vivo, grazie all’ottimo lavoro di Paul Allender e Charles Hedger alle chitarre, sono decisamente meglio che su cd.
Si fa poi un tuffo nel passato con la mitica “Dusk and her embrace”, ma si fa subito a tornare alle song più recenti come “Nymphetamine”, dove la mastodontica Sara Jezbel Deva fa rimpiangere Liv Kristine sia come voce sia, soprattutto, come presenza.
Lo show procede liscio per tutta la band tranne che per Dani che con il passare delle canzoni fatica sempre più con la voce e si ritrova costretto a saltare qualche strofa qua e là. Chi invece offre una prestazione davvero ineccepibile è Marthus, il nuovo drummer: da lui era lecito aspettarsi qualche difficoltà essendo da poco nella band ed invece con grande precisione e potenza ha dimostrato di essere già inserito perfettamente non facendo per nulla rimpiangere il suo predecessore.
Complimenti vanno anche all’entourage della band che ha allestito una scenografia naturalistica d’effetto e ha accompagnato ogni song con immagini proiettate invece del solito, banale, telone. Ottimo anche il lavoro dei tecnici luci e audio che ci hanno permesso di godere di un ottimo show: ogni tanto i complimenti li merita anche chi rimane dietro le quinte…

Cradle Of Filth setlist:

Dirge Inferno
Tonight in Flames
Dusk and her embrace
Her ghost in the fog
Nymphetamine
Ebony dressed for sunset/The forest whispers my name medley
I am the thorn
Rise of the pentagram
Cruelty brought thee orchid
Temptation
Under Huntress moon

Gilded cunt
Cthulhu dawn
From the cradle to enslave


Report a cura di Veronica Roggeri e Dimitri Borellini

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