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Therion + Grave Digger + Sabaton - 1/29/2007 - Alcatraz - Milano (MI)

Tappa italiana per 2 realtà storiche del panorama metal: i tedeschi Grave Digger e gli svedesi Therion, accompagnati per l'occasione dai Sabaton. Lo strano accoppiamento di generi avrebbe dovuto indurre più gente ad accorrere ma, sfortunatamente, così non è stato. Ma veniamo all'ottimo concerto a cui abbiamo assistito.
In perfetto orario, alle 19, salgono sul palco i Sabaton, band dedita a un power-thrash piuttosto manieristico, senza innovazioni di sorta, che però scalda l'ancora esiguo pubblico presente. La band sul palco si muove bene, col singer intento a fare un po' troppo il verso a Rob Halford in quanto a presenza scenica ma che ben coinvolge il pubblico. Tra i brani proposti ricordiamo Primo Victoria, Into the Fire e Metal Machine. Gruppo senza infamia ne lode ma che funziona bene nel ruolo di apripista.
Di ben altra pasta l'esibizione dei Grave Digger autori di un'ottima prova e seguiti dal pubblico più folto di tutta la sera. Nel corso della loro lunga esibizione (1 ora e 40 minuti) ci proporranno 17 canzoni, tutte tratte (eccetto una) da Tunes of War in avanti. Ma andiamo con ordine. L'apertura è ovviamente affidata al nuovo Liberty or Death con la potente title-track seguita a ruota dalla vecchia opener, molto più apprezzata dai presenti, Scotland United. I suoni si dimostrano da subito eccellenti, potenti al punto giusto e ben bilanciati, con la sola esclusione delle tastiere, praticamente assenti. Grave in the No Man's Land viene accolta tiepidamente ma Excalibur esalta tutti i presenti (circa 500-600 persone), così come le successive Valhalla e LionHeart. La band è in perfetta forma, anni e anni di esperienza sui palchi di tutto il mondo li hanno resi una macchina ben oliata, con Chris Boltendahl in stato di grazia grande padrone del palco. Il ritornello di The Roundtable è cantato a squarciagola da tutti i presenti, così come quello di Morgana LeFay. Tripletta storica a chiudere il set regolare: The Dark of the Sun, Knight of the Cross e l'inno Rebellion. Al che la band saluta e lascia il palco per tornarvici subito dopo per dare in pasto ai presenti gli ultimi 2 pezzi: The Last Supper e Heavy Metal Breakdown, congedandosi così tra gli applausi dei fan. Sicuramente un'ottima performance e a detta di molti una delle migliori degli ultimi anni anche come suoni e luci.

Setlist:
Liberty or Death
Scotland United
Grave in no Man's Land
Excalibur
Valhalla
Lionheart
Shadowland
The Round Table
Raven
Highland Tears
Morgane LeFay
Silent Revolution
The Dark of the Sun
Knights of the cross
Rebellion
Encore:
The Last Supper
Heavy Metal Breakdown

Foto Grave Digger

Durante un lungo cambio palco una buona fetta dei presenti lascia il locale in quanto non interessata alla proposta più sinfonica dei Therion. La band si presenta su uno stage in linea con il concept dell'ultimo disco, quel Gothic Kabbalah appena uscito, per cui ecco che ci troviamo all'interno di una sala del 15° secolo, con candelabri, grate e simboli esoterici nascosti sul telone che fa da sfondo. Mitternacht Löwe apre la scaletta e subito ci mostra una band altamente professionale, sia per quanto riguarda l'esecuzione sia per il lavoro di luci e coreografie. Questa volta al posto del coro sono stati reclutati 4 cantanti, 2 donne e 2 maschi, che ben si divideranno la varie parti corali. Tra tutti spicca Mat Levèn per la forte espressività ma soprattutto il più teatrale (ma non per questo inferiore) Snowy Shawn, autore di una prova eccelsa dal punto vocale e di una incredibile dal punto di vista coreografico, inteprentando in maniera perfetta i brani (la 'lettura' in Schwarzalbenheim ad esempio o le percussioni nella parte iniziale di Ginnungagap). La scaletta è ovviamente incentrata sul periodo post-Theli. Il nuovo nato la farà da padrone, grazie anche a pezzi quali Tuna e Son of the Staves of Time che sembrano scritti apposta per essere suonati dal vivo grazie alla loro carica. Inaspettata l'esecuzione di Deggial, sicuramente uno dei loro brani migliori ma da sempre esclusa dalle loro setlist. La band è cresciuta negli anni e ormai è divenuta una certezza dal vivo. Unica nota dolente della serata l'esigua durata del concerto: solo 1 ora e 15 minuti. La band ha infatti dovuto tagliare alcuni brani dalla scaletta perchè il concerto doveva terminare prima delle 23.30 ma per cui non si capisce perchè è stato proposto un lungo assolo di batteria/percussioni (che è stato ignorato dal 90% dei presenti) e nel finale la cover di Thor (The Powerhead) dei Manowar. Sinceramente credo che avrei preferito (e credo anche buona parte dei presenti) avere altre 2 canzoni loro, tanto per non far pesare troppo il taglio di scaletta. A parte queste discutibili scelte

Setlist:
Mitternacht Löwe
Schwarzalbenheim
The Blood of Kingu
The Falling Stone
An Arrow from the Sun
Deggial
Wine of Aluqah
Son of the Sun
Son of the Staves of Time
Tuna
Muspelheim
Rise of Sodom and Gomorrah
Ginnungagap
Grand Finale
Encore:
To Mega Therion
Thor the Powerhead

Foto Therion



Report a cura di Simone Bonetti

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