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Haggard - 2/7/2007 - Alcatraz - Milano

Gli Haggard senza special guest. Sembra strano che una band così quotata non abbia nessuna spalla che gli possa aprire il concerto ma pensandoci bene, qualcuno conosce qualcuno che faccia musica simile a loro?
I tedeschi sono una band eclettica, mescolano musica folk, classica, rinascimentale e medievale con del moderno power/folk metal, di sicuro qualsiasi gruppo d’apertura avrebbe scontentato i presenti o non sarebbe, comunque, riuscito a creare l’atmosfera giusta. L’atmosfera è stata perciò affidata alla scenografia, leggii affiancati ciascuno da due bianche candele e lumini rossi sparsi per tutto lo stage. Suonare sul palco piccolo dell’Alcatraz ha permesso, inoltre, di creare con i fans un clima più intimo e meno dispersivo, nonché a migliorare l’acustica di tutto lo spettacolo.
Si comincia quindi subito con gli headliner, attesissimi dal loro fan club dopo l’Evolution festival dell’anno scorso.
Dei quindici strumentisti che c’erano a quella data ce ne sono solo dieci: viola, tre violini, batteria, tastiera e ovviamente il nostrano Claudio Quarta alla chitarra solista, le due splendide soprane e Asis Nasseri, frontman della band, cantante e chitarrista.
“Pestilenza” apre lo show, incanta subito tutto il pubblico, ed è seguita dall’altrettanto allegra “All'inizio È La Morte”. Il pubblico numeroso e all’inizio della terza canzone si contano circa 600 persone.
Il concerto procede bene tra brani che hanno fatto la storia del gruppo come “Prophecy Fulfilled” e canzoni dell’ultimo loro album come “Herr Mannelig” che viene egregiamente cantata in italiano come su “Eppur si muove”.
Asis, abbastanza contrariato, cerca di spiegare che le “insolite” bancarelle fuori dal locale vendono magliette contraffatte e non quelle ufficiali, le magliette di “Tales of Ithiria”, inoltre, sono addirittura sbagliate, la band non ha, infatti, ancora scelto l’artwork che farà da copertina del loro nuovo cd, quello degli abusivi quindi non può essere il disegno giusto! Asis, però, doveva forse dirlo prima a Claudio, gli avrebbe spiegato che in Italia le cose vanno così, e che non c’è una ragione per cui le magliette contraffatte si trovano indisturbate solo da noi e non nel resto dell’Europa…
Chiusa la piccola polemica col sistema italiano, il concerto continua sempre più coinvolgente: “Per Aspera Ad Astra” è sicuramente la canzone meglio riuscita della serata con le due soprane Susanne, e Veronica che dimostrano tutta la loro bravura. Claudio, invece, dopo aver involontariamente rotto il microfono al suo frontman riesce ad annunciare che la canzone successiva “The Observer” è dedicata a tutti i ragazzi del fan club. Un boato. Il tricolore con la scritta “Haggard” sventola alto per tutta la canzone dimostrando quanto i fans sono legati alla loro band.
Alla fine del pezzo vengono anche consegnati quattro mazzi di fiori alle strumentiste e un vaso di 10 chili di nutella per delle violiniste, la band sorpresa ringrazia e suona “Eppur si muove”. Le canzoni prima della encore sono “Heavenly Damnation” e “In a Pale Moon’s Shadow”.

Lo show, durato circa due ore comprese le tre canzoni della encore (“In A Fullmoon Procession”, “Silent Victory” e “Awaking The Centuries”), ha visto però l’esclusione in ultimo di “Statement Zur Lage Der Musica” che era prevista inizialmente come quarto brano, il concerto è stato perciò di 14 pezzi anziché 15. Lo spettacolo non ne ha certo risentito, gli Haggard sono una band solida che riesce a incantare il pubblico senza problemi e senza bisogno di un gruppo spalla che scaldi gli animi. Chi si è perso questo show, infine, sappia che Asis ha annunciato che la band tornerà in Italia anche a settembre per la promozione del loro nuovo album Tales of Ithiria.

Report a cura di Tommaso Bonetti

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