Secondo la nota teoria per la quale un concerto brutal aiuta a spezzare la settimana, al Black Hole di Milano sono andati in scena i Cadaveric Crematorium di mercoledì sera.
L’apertura della serata spetta agli Infected, la band fa il suo ingresso tra un denso fumo scenico cominciando a suonare il suo thrash metal. Gli Infected stanno promuovendo il loro nuovo demo intitolato “Rough Justice”, e proprio su questo secondo lavoro hanno deciso di incentrare la loro setlist. I quattro giovani ragazzi si comportano bene sul palco, anche se in soli 20 minuti di spettacolo è difficile riuscire a lasciare il segno. Sicuramente la cover degli Slayer usata per attirare l’attenzione è servita allo scopo.
Dopo gli Infected, il palco viene rapidamente preparato per far posto al debutto live della nuova band del batterista dei Lacus Mortis: i Mechanical God Creation.
La band ha appena finito di produrre il suo nuovo demo “...and the Battle Becomes War” e proprio con la title track comincia il loro show. I Mechanical God Creation propongono un death metal molto particolare soprattutto grazie alla violentissima voce della seducente Lucy che, in pieno stile Arch Enemy, canta in growl lasciando di sasso tutti quelli che si aspettavano una band come i Within Temptation. Dopo “Battelfield Carnage” e “Trespass and Kill” arrivano i primi meritati applausi, la band ringrazia e propone un altro pezzo tiratissimo “Process of Mental Killings”. I punti di forza della band stanno di sicuro nel non lasciare un momento di respiro e nell’alternanza tra il growl di Lucy e di Simone, il chitarrista ritmico. Dopo l’autocelebrativa “Mechanical God Creation” e durante “I Shall Reamin Unforgiven”, proprio il microfono di Simone si guasta costringendo Lucy a cantare anche le parti del suo chitarrista con uno sforzo non indifferente. Lo show si sarebbe chiuso proprio con questo pezzo, quindi lo staff ha deciso di non sostituire il microfono per non disturbare ulteriormente il concerto. Nessuno ha pensato che questa sia stata una scelta molto saggia. È da sottolineare però il buon lavoro dei tecnici del suono che, a parte l’inconveniente del microfono, sono riusciti a trovare il giusto equilibrio per i suoni della band. I Mechanical God Creation, con il loro primo show, hanno dimostrato che le loro canzoni sono perfette anche per la scena live oltre che ottime da ascoltate su “...and the Battle Becomes War”. Complimenti!
Dopo due band giovani salgano sul palco gli headliner e fanno sentire la loro esperienza. I Cadaveric Crematorium, dopo il concerto a Wacken l’anno scorso, sono in grado ormai di incendiare qualsiasi tipo di pubblico. Con dei suoi violentissimi e la loro batteria a mille sono gli unici della serata che riescono a scatenare almeno un po’ di pogo nelle prime file. Dopo un inizio dedicato alla violenza pura, a metà dello spettacolo, cominciano con una serie di cover delle più stupide, come una irriconoscibile “Master Of Puppets”, una canzone dei Napalm Death di cui suonano un solo accordo distrotissimo o la traduzione italiana e brutal di “Don’t Cry”. Davvero uno spettacolo. Neanche il concerto dei Cadaveric però fila liscio: anche qui si rompe un microfono, ma viene sostituito (anche perché non hanno una seconda voce), ma, soprattutto, saltandosi addosso tra di loro riescono a fare un complicato groviglio di cavi jack che li costringe a fermare tutto e a ripartire una volta sbrogliata la matassa. È scontato sottolineare che dopo non sono stati più tranquilli sul palco… anzi… hanno dovuto fare ancora più casino per recuperare il tempo perso. I Cadaveric sono una band che vale sempre la pena di andare a vedere, soprattutto per spezzare la settimana!
Report a cura di Tommaso Bonetti
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.