Location tra i monti del Ticino, un locale immenso (un palaghiaccio), un palco da festival, come l'impianto audio-luci: queste erano le ottime premesse per la "The Horror Night", tenutasi sabato 19 maggio a Biasca in Svizzera.
Devo dire subito che le premesse sono state confermate tranne per due cose, poco rilevanti per i presenti, lo scarsissimo pubblico, mi dicono anche a causa della concomitante festa del paese, e il ritardo di un'ora dell'inizio dei concerti, tuttavia giustificato proprio dalle poche persone.
E così verso le 22 ad aprire la serata tocca ai milanesi Death in Embrace: prestazione sicuramente positiva la loro, grazie anche ad un palcoscenico che difficilmente possono calcare band così underground. Autori di un black metal sinfonico ben suonato, ma sicuramente poco originale, la band meneghina dimostra ottima tenuta di palco e padronanza negli strumenti. L'influenza dei Cradle Of Filth è decisamente, fin troppo evidente, sia musicalmente, sia per la presenza a tratti della voce femminile di Vampiria, ma soprattutto per una lieve somiglianza del singer Damien Die a Dani Filth, accentuata anche dalle lenti azzurre negli occhi che sempre porta il cantante inglese.
Dopo di loro ad esibirsi tocca ai padroni di casa Heavy Demons: la band di Jack Demon, l'organizzatore della serata. Il nome della band, nata nel 2001 è proprio un tributo alla band headliner della serata, i Death SS. Nonostante questo collegamento con la band italiana, la proposta di questo gruppo ticinese è ben lontana dall'horror metal, andando a inserirsi a cavallo tra il death e il thrash, anche se sono altresì presenti elementi più neri e oscuri. In attesa della pubblicazione del loro primo album i quattro ragazzi svizzeri si fanno notare con una esibizione coinvolgente, sopratutto nella prima parte, ma andando un po' a perdersi alla lunga. Nel complesso comunque lo show ha mostrato una band compatta guidata alla grande dal carismatico Jack.
Verso mezzanotte è giunto il momento del primo dei due headliner della serata, i Daemonia, che per chi non li conoscesse sono la band dell'ex-Goblin Claudio Simonetti, il famoso compositore delle colonne sonore dei film del maestro dell'horror italiano, Dario Argento. La band è composta da musicisti di altissimo livello e ripropone dal vivo proprio queste colonne sonore di questi lungometraggi, ad eccezione dell'inizio dell'esibizione dedicata alla riproposizione di tre brani estratti dal loro ultimo album "Live Or Dead". Dopo questa presa di confidenza con il pubblico svizzero, il concerto va in crescendo, Simonetti e la sua band riescono a trasmettere le emozioni che si provano guardando i film e pezzi come Phenomena, Tenebra e Il Cartaio fanno venire i brividi. A più riprese il leggendario tastierista incita i presenti alla partecipazione, nello specifico prima a cantare Suspiria e poi, in chiusura alla storica Profondo Rosso, che a distanza di oltre trent'anni dalla sua composizione risulta ancora una delle colonne sonore più conosciute e più apprezzate. A dire di aver assistito ad un concerto fantastico, pare di essere modesti...
A chiudere la serata poi tocca a loro, ad una delle metal band italiane più famose, quei Death SS da sempre circondati da un'aura mistica, creata dalla presenza dell'egocentrico frontman Steve Sylvester. La band toscana inizia il suo show con una fiammata molto spettacolare, sulla quale partono le note di Give'em Hell, seguita a ruota da Baphomet, Horrible Eyes e dalla splendida Let The Sabbath Begin. Bastano queste prime quattro canzoni capire che la band è in gran forma, forse ancor di più di quando l'ho vista l'ultima volta lo scorso anno sul palco dell'Evolution Festival: Dave Simeone è un ossesso dietro alla sua batteria, Emil Bandera si dà un bel da fare con la sei corde e il bassista Glenn Strange si fa carico di incitare il pubblico, peccato invece per le tastiere di Freddy Delirio che sono risultate un po' nascoste per tutta la durata del concerto. Ho dimenticato lui, Steve, che con la sua voce graffiante e la sua eccellente maestria sul palco, risulta uno dei frontman più completi in circolazione. Le canzoni si susseguono una dopo l'altra e Dalila comincia le sue incursioni on stage, partendo da una prima uscita in abiti succinti, passando per una incappucciata in cui ha portato una croce infuocata a Steve, fino ad arrivare a mostrarsi in con un vestito da suora, che non ci ha messo molto a cadere lasciando Dalila completamenta nuda armata soltanto di un crocifisso. Giochi di luce sbalorditivi hanno accentuato il colpo d'occhio e canzoni come Hi-Tech Jesus, Panic e Transylvania hanno avuto una resa live davvero eccellente.
Solitamente è difficile assistere ad un concerto con quattro band ed avere un giudizio positivo su tutte, ma questa volta, grazie anche a dei suoni ottimi dall'inizio alla fine, è stato così. Tutti promossi, tranne il pubblico....quello assente....
Foto:
Death In Embrace
Heavy Demons
Daemonia
Death SS
Report a cura di Veronica Roggeri e Dimitri Borellini
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