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Gods Of Metal Part I - Day 1 - 6/2/2007 - Idroscalo - Milano

Eccoci nuovamente a parlare di Gods of Metal, quest'anno diviso in 2 parti, questa sarà la cronaca dei primi emozionanti giorni, al report seguono i link a tutti i gruppi fotografati, buona lettura e buona visione.

Gli Eldritch salgono puntualissimi sul palco del Gods of Metal alle 12,30 per dare supporto all’uscita del loro ultimo settimo disco Blackenday. I cinque italiani voglio però dedicare questo concerto a un loro giovane fan, Giovanni Malpeli, che ha perso la vita durante un allenamento calcistico proprio il giorno prima e che oggi sarebbe dovuto essere presente al festival. In sua memoria viene suonata “Blackenday”. Il sound degli Eldritch è forte e diretto e grazie anche agli ottimi fonici del Gods of Metal la band fa davvero una bella figura anche se ha solo trenta minuti a disposizione. La canzone di punta è sicuramente “Save Me” e il concerto viene, infine, chiuso con una cover dei Faith No More.

I Tigertailz sono un gruppo Glam metal inglese formato nel 1983, lo stravagante frontman, Kim Hooker, vestito decisamente da donna (solo perché così fanno i veri glam) fa il suo ingresso sulle note della potente “Living Without You”: i suoni sono perfetti, la band è in grande forma e il pubblico apprezza subito (anche se non tutti li conoscono). D’altronde una band che propone di fila canzoni come “Shoot to Kill”, “Falling Down” e “Noise Level Critical” è difficile che sbagli il colpo. Il concerto continua senza pause con “I Belive” e “Murdereness” e tra gli applausi generali Kim si lega sulle spalle una bandiera italiana. L’entusiasmo è alle stelle proprio quando arriva il momento dei cavalli di battaglia: “Dirty Needles” e “Call of the Wild”, tutti saltano, cantano e incitano la band che però ha ormai esaurito il suo tempo, il finale col botto è affidato a “Love Bomb Baby” che chiude nel migliore dei modi un concerto davvero divertente. Con questa esibizione i Tigertailz si sono guadagnati un buon numero di fans.

I White Lion sono una band che ha cominciato a suonare “solo” all’inizio degli anni ottanta e tra tutte le band di oggi sono perciò dei novellini. Famosi soprattutto per aver fatto tante raccolte quanti i loro studio album i White Lion sono in tournee per promuovere il loro nuovo gratest hits “The Definitive Rock Collection”. La band fa un buon lavoro ma non a convincere del tutto forse anche a causa della pioggia. I fans, accorsi per vedere il loro singer Mike Tramp da pochi anni tornato nella band, si ricorderanno certo di “Broken Heart” che è stato senza dubbio il pezzo migliore del loro show.

I Thin Lizzy che suonano ormai da quasi quarant’anni aprono il loro concerto incredibilmente all’asciutto con “Don't Believe a Word” ma appena finiscono la canzone comincia un vero e proprio diluvio. Molti cercano rifugio ma i più preferiscono prendere l’acqua per non perdersi “Cold Seat” e “Bad Reputation” entrambi pezzi composti molto prima che i Metallica scegliessero il nome per la loro band. Il gruppo è stato scolpito nel rock ‘n roll e può quindi permettersi, a tutti gli effetti, di suonare ancora ai massimi livelli. Vedere gente che ha l’età di mio padre suonare canzoni come “The Boys are back in Town” e “Are You Ready?” (ready to rock) non ha veramente prezzo.
I Thin Lizzy sono stata la spalla perfetta per il successivo concerto degli Scorpions.

Con il concerto degli Scorpions anche i più ottimisti si rassegnano al fatto che la pioggia non smetterà tanto facilmente. Lo storico gruppo tedesco fa il suo ingresso con “Hour 1” proprio nel mezzo di uno degli scrosci più potenti. I cinque tedeschi, che ormai raggiungono quasi tutti i sessant’anni, sono in splendida forma e riescono a tenere il pubblico attaccato alle transenne incurante delle intemperie. Le loro “Holyday” e “Zoo” sono tra le prime canzoni della giornata che fanno davvero sgolare i fans. Il pubblico canta indistintamente i cavalli di battaglia quanto i nuovi pezzi come “Humanity”. Il concerto continua bene con canzoni come “Bad Boys Running Wild” e l’indimenticabile “321”, ma il punto forte dello show sta nella session di basso e batteria dove al termine dell’assolo James Kottak si frantuma una bottiglia di birra sul cranio e sputa aria quello che aveva bevuto (il buon James non comincia a sanguinare questo probabilmente è segno che la bottiglia era dello stesso tipo di quelle che usava Bud Spencer nei sui film).
Gli Scorpions tornano sul palco con “Blackout” e “Big City Night” e nell’encore suonano le indimenticabili “Still Loving You” e “Rock you like a hurricane”. Sicuramente la loro è stata una delle esibizioni più emozionanti della giornata.

Ozzy che è in rotta con i Black Sabbath per evitare problemi suonerà a un mese dopo i suoi ex compagni, ma i Guns ‘n Roses sono anche peggio, c’è voluto un anno per vedere Slash dopo che sullo stesso palco aveva suonato il suo vecchio amico Axl Rose. In ogni caso, anche se con un po’ di ritardo, vedere uno dei più grandi chitarristi del mondo è sempre un’emozione incredibile. Quello dei Velvet Revolver, inoltre, sarà uno dei pochi concerti di questa giornata non disturbati dalla pioggia, almeno uno ci voleva! La band comincia a suonare con il sole al tramonto ma con ancora parecchia luce. Il loro show si basa su tanti pezzi propri da “Superhuman” a “Let it Roll”. I brani migliori del loro repertorio sono stati sicuramente “Just Sixteen” e “Do it for the kids” anche se le cover di “Mr. Brownstone” e “It's So Easy” (pezzi dei Guns ‘n Roses) sono alla fine i brani che hanno riscosso maggior successo. Vedere Slash che impugna la sua chitarra a due manici mentre suona “Wish you were here” dei Pink Floyd, che suona con lo strumento dietro la testa o che saltella durante un pezzo dei Guns è qualcosa difficile da descrivere, peccato per tutti quelli che non sono venuti.

Il concerto dei Motley Crue comincia col buio e l’immancabile pioggia, che oggi ha risparmiato solo i Velvet Revolver. Il palco è spoglio, solo delle alte croci di metallo affiancano la batteria di Tommy Lee, un denso fumo scenico riesce però a rendere molto suggestivo il gioco di luci che le centinaia di riflettori creano sul palco.
Il pubblico aspetta la band da ormai due anni e alla prima canzone “Dr. Feelgood” è subito il delirio, il violento acquazzone che si abbatte sui fans non li fa indietreggiare di un passo ma anzi, se è possibile, li carica ancora di più. La band di Nikki Sixx è in grande forma e propone subito “Shout at the Devil” e “Looks that Kill”. La setlist dei Motley continua a pescare tra spezzi storici come “Knock 'Em Dead Kid” e addirittura la prima canzone del primo album (datato ormai 1981) “Live Wire”. Il pubblico canta e si scatena e dopo la piccola pausa di “Home Sweet Home” si torna al rock ‘n roll tiratissimo di “Same Ol' Situation” e “Girls Girls Girls”. Tommy Lee, a questo punto, urla un paio di bestemmioni in italiano decisamente di cattivo gusto ma che riescono a dare carica a un pubblico sul quale sta piovendo incessantemente da quasi un’ora.
Il concerto continua tra i discorsi di una ragazza seminuda e le canzoni più belle degli anni ottanta tra cui “Don't Go Away Mad” e l’indimenticabile “Kickstart My Heart”. A questo punto lo show sembra terminato e qualcuno accenna pure ad andarsene stremato dal freddo e dalla pioggia che si è fatta più insistente che mai, ma la band ritorna e crea di nuovo il delirio con “Anarchy in the UK”, la canzone dei Sex Pistols, sei minuti di pura anarchia nella quale ritrova le forze anche chi credeva di aver dato ormai tutto.
La prima giornata di Gods si chiude così, tra la pioggia e il fango ma con molto rock ‘n roll in più.

FOTO di Tommaso Bonetti:

VELVET REVOLVER
SCORPIONS
THIN LIZZY
WHITE LION
TIGERTAILZ
ELDRITCH


Report a cura di Tommaso Bonetti

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