Il Metal Camp, edizione 2007, si può riassummere in due parole: disarmante perfezione. Eh si perchè nulla è andato storto, dall'organizzazione, agli show delle band, ai suoni e, se non badiamo alla varietà, possiamo citare anche il cibo. Forse l'unico neo è stato il numero limitato di banchetti nella Metal Market.
MERCOLEDI’ 18
Il nostro Metal Camp è iniziato il secondo giorno, mercoledì, precisamente con lo show dei VREID, esibitisi sul palco minore, come tutte le band presenti nelle prime due giornate di festival. La band formatasi sulle ceneri dei Windir ci ha accolto nel migliore dei modi offrendo uno show consistente proponendo canzoni estratte da tutti e tre gli album delle band, ma prestando particolare attenzione all'appena uscito "I Krig", ma senza dimenticare il passato più remoto, "coverizzando se stessi", i Windir. (Veronica)
Dopo di loro è il turno dei DISILLUSION, band tedesca autrice di un sound simile a quello degli Opeth, ovviamente con le dovute proporzioni. Complici i suoni non troppo incisivi, il concerto del gruppo capitanato da Vurtox, mi ha ben presto annoiato, così circa a metà set ho colto l'occasione di visitare per la prima volta la splendida area fest. (Dimitri)
Tornata nello spazio concerti, era il turno di un altro gruppo teutonico, quei DIE APOKALYPTISCHEN REITER, osannati in patria. E con lo spettacolo offerto sul palco del Metal Camp mi ha offerto le risposte alle domande che mi ponevo al riguardo di questa loro popolarità in terra tedesca. Guidati dal carismatico frontman Fuchs, i Reiter, propongono un folk metal, di rara coinvolgenza solo e, non a caso, il pubblico presente appare decisamente eccitato. Ma la coinvolgenza, che ha raggiunto l'apice con la song dal titolo autocelebrativo "Reitermania", va oltre il semplice aspetto musicale: Fuchs infatti dapprima porta on stage una ragazza presa tra i fans a ballare, poi invia, altri due ragazzi sempre pescati tra le prime file, fino al mixer facendo body surfing su due materassini da mare. (Veronica)
Ma il folk metal nel primo giorno non è finito con lo show dei Reiter, infatti, neanche il tempo di riprendersi, che sul palco si presentano i finlandesi KORPIKLAANI. La band di Jonne offre uno show dei suoi, divertendo e divertendosi, ma anche convincendo, dopo il mezzo passo falso compiuto con il recente album “Tervaskanto”. Le nuove canzoni dal vivo hanno una resa decisamente migliore che su disco, ma ad esaltare i presenti sono le song, oramai divenute i cavalli di battaglia della band, “Beer Ber”, “Happy Little Boozer” e “Wooden Pints”. (Veronica)
Dopo questa accoppiata folkloristica, cala il buio e la serata si incattivisce quando a calcare il Talent Forum Stage, arrivano i deathster svedesi DISMEMBER. L’impianto audio sfruttato al massimo delle sue potenzialità inasprisce la tremenda prova del combo scandinavo che ammutolisce i propri fan con uno show devastante. Su tutti si issa Matti Karki che dopo l’esplosiva prestazione al microfono, resta per un paio di giorni, con il resto della band a vagare in borghese tra il numerosissimo pubblico del festival sloveno. (Dimitri)
Gli animi si placano in chiusura con lo show della metal queen DORO Pesch. L’ormai non più giovanissima cantante tedesca, ex-Warlock, è in forma smagliante, sia fisicamente che a livello vocale, questo non fa altro che stimolare i numerosi fans che la incitano a gran voce. Grazie anche all’accompagnamento di una band molto attiva e scenica, su tutti merita citazione il nostro connazionale Luca Princiotta, lo show di Doro si mantiene su altissimi livelli di attraenza e coinvolgimento per tutta la sua durata andando a porre intorno alla mezzanotte la parola fine sulla seconda (per noi la prima) giornata del Metal Camp. (Dimitri)
GIOVEDI’ 19
Ancora dalla Germania arriva la prima band che seguiamo il giovedì sotto il torrido sole di Tolmin; e proprio causa calura non invidio minimamente i THE VISION BLEAK trovatisi a suonare con il sole in faccia ad una temperatura che rasentava i 40°C. Il loro gothic metal, normalmente molto piacevole, in questa occasione è parso squagliarsi come il face painting del singer Allen B. Konstanz. (Veronica)
Dopo un tuffo nel fiume per rinfrescarsi ci pensano i bolzanini GRAVEWORM a riscaldarci molto rapidamente, partendo già dall’impatto visivo: infatti il singer Stefano Fiori si è presentato con la maglia del Milan (CAMPIONI D’EUROPA!!!). Sarà stato anche merito della casacca rossonera ma lo show dei nostri compatrioti è stato decisamente positivo: finalmente qualcuno tiene alto il tricolore in Europa anche all’interno dei Festival Metal. (Dimitri)
Dopo le tante band provenienti dalla terra dei Reich, con gli UNLEASHED inizia il terzetto scandinavo. Il four-piece svedese condotto dall’ingrugnito Johnny Hedlund, sfodera un ottimo show, nonostante non sia stato ai livelli di quello dei loro fratelli Dismember del giorno precedente. Come già avevo potuto apprezzare durante il magico Master Of Death tour i pezzi del recente album “Midvinterblot” dal vivo suonano ancor meglio che su cd e Johnny quando sale sul palco, grande o piccolo che sia, si carica come una molla e appena può spostarsi dal microfono incita platealmente il suo pubblico. (Dimitri)
E’ ormai il tramonto quando è il momento dei PAIN, la one-man band, nonchè side-project del cantante degli Hypocrisy Peter Tägtgren. Con l’appoggio di un live member d’eccezione come Peter Iwers, bassista degli In Flames, il cantante-tuttofare svedese fa bella mostra in sede live del recentissimo full-lenght “Psalms of Extinction”, dimostrando però di non aver lasciato in soffitta gli altri 4 album realizzati in passato. L’industrial metal è un genere abbastanza freddo e distaccato e infatti il pubblico del Metal Camp si sveglia soltanto al termine dello show dei Pain quando viene suonata la spettacolare “Shut Your Mouth”. (Dimitri)
Dalle lande norvegesi giungono invece i co-headliner della giornata, i SATYRICON. La band della coppia misteriosa Satyr-Frost è una realtà nitida e incontrastata all’interno del panorama black metal e non solo. Ed anche in questa occasione, nonostante il cambio di qualche session, lo show si mantiene su livelli di tecnica e spettacolarità elevatissimi…con Frost, dietro alle pelli, che pare ancora più veloce e potente del solito. La band, a dispetto delle critiche, porta alto il vessillo dell’ultimo lavoro suonando non solo la titletrack “Now, Diabolical” ma anche le più commerciali “K.I.N.G.” e “The Pentagram Burns”. Satyr ha raggiunto la definitiva consacrazione con una prova vocale ineccepibile, dall’inizio fino alla fine del concerto, chiuso con la mitica “Mother North”, durante la quale ha fatto comparsa per la prima volta on stage Abbath degli Immortal, che visibilmente ubriaco ha dapprima tentato un duetto col lo stesso microfono di Satyr, poi incitato il pubblico ed infine se né andato barcollante. (Veronica)
Ben oltre la mezzanotte, puntualmente, ecco, per il secondo anno consecutivo sul main stage del Metal Camp, i re del thrash tedesco, i KREATOR. Avvolta da un persistente fumo viola la band di Mille Petrozza parte alla grande e il pubblico sloveno si scatena in un pogo infernale. Malgrado la maggior parte delle canzoni dei Kreator siano molto datate, risultano incredibilmente fresche e accattivanti: su tutte le eccezionali “Pleasure To Kill” e “Flag Of Hate”, presentate sempre con grande enfasi dallo straripante Mille. Al termine del set ecco che Abbath ricompare ad incitare il pubblico nella richiesta dei bis, che vengono concessi benché il suo collega dei Kreator sia visibilmente provato e svociato. Con questo divertente fuori programma ci ritiriamo per passare un’altra notte nel fresco della nostra tenda. (Dimitri)
VENERDI’ 20
Sotto il solleone ci godiamo lo show degli ELUVEITIE, la numerosa band svizzera che a suon di concerti incredibili si sta ritagliando un discreto spazio all’interno della scena sempre più florida scena folk, nonostante abbia prodotto un solo album, “Spirit”. Merito della band rossocrociata è quello di essere piuttosto innovativa proponendo un folk-death metal mai banale e molto articolato, con l’utilizzo di strumenti tipici, principalmente a fiato, ma anche a corde, come il violino e il mandolino. (Veronica)
Terminata la grande prova degli Eluveitie, ecco che si presenta l’unico ritardo di tutto il festival, difatti i BORN FROM PAIN si presentano sul palco circa 30 minuti dopo l’orario previsto. Questo disguido ne preclude la durata del set che è brevissimo e risulta molto difficile da valutare, anche se per quel poco che si è potuto vedere il grezzo metalcore del gruppo olandese è parso molto energico. (Dimitri)
Per problemi personali dovuti al gran caldo siamo costretti a perderci gli show dei progster britannici THRESHOLD e i tedeschi DEW-SCENTED. (Dimitri)
Calato il sole riusciamo a tornare di fronte al Main Stage per il trittico finale. Inaspettatamente posti così in alto in scaletta, i finlandesi ENSIFERUM, si gettano a capofitto, armati di spade e asce, tra il pubblico del Metal Camp, facendo incetta di fans. Come per i loro compatrioti Korpiklaani, anche loro con il loro ultimo album “Victory Songs” hanno perso per strada qualcosa rispetto sia ad “Iron” ma soprattutto all’omonimo debut album “Ensiferum”. Petri Lindroos, da buon condottiero, guida i suoi compagni d’avventura per tutta la duranta dello show per poi lasciare il palco alla band che si rivelerà la “pecora nera” della cinque giorni slovena. (Veronica)
Qualsiasi motivazione è superflua e inutile per giustificare il comportamento del leader dei CRADLE OF FILTH in primis nei confronti di chi suona e lavora con lui, ma ancor di più nei confronti del pubblico, che volente o nolente gli dà i soldi per vivere. A dispetto di una band che suona alla perfezione, la prestazione di Dani è a dir poco pietosa, la sua voce risulta non solo monotona, ma un mix tra il guaito di un cane e il verso di una gallina che viene scuoiata ancora viva. Il singer inglese, forse resosi conto del suo stato, viene colto da un raptus di pura follia, dapprima lancia un ventilatore nel pit fotografi, quindi si ripete con una testa mobile buttata giù a calci, poi torna alla carica con un secondo ventilatore gettato questa volta tra il pubblico delle prime file ed infine conclude lo show, ma anche il suo show, con quasi 45 minuti d’anticipo, gettando a terra il microfono...lasciando basiti tutti i presenti. Mai mi era capitato di assistere ad una cosa simile...e senza rancore io sui Cradle Of Filth ci ho messo una bella “croce” sopra! (Dimitri)
Fortunatamente nessuno si è fatto male e la pessima visione della band inglese viene prontamente spazzata via dal mito di Lemmy che arriva on stage, come da tradizione, con la sigaretta in bocca per poi gettarla a terra, spegnerla e presentare la sua band con “We Are MOTORHEAD And We Play Rock’n’Roll”.
Il trio britannico, con oltre 30 anni di carriera alle spalle, è una garanzia e non ha caso il suo concerto risulterà di gran lunga il più seguito. Lemmy dall’alto dei suoi quasi 60 anni ha carisma da vendere, ma anche i suoi “compagni”, Mikkey Dee seduto dietro al drum-kit e Phil Campbell imbracciando la chitarra, non stanno di certo a guardalo e così lo spettacolo dei Motorhead, che raggiunge il suo apice con “Ace Of Spades”, è stato, come di consueto, leggendario. (Veronica)
SABATO 20
Anche nella giornata di chiusura del festival il caldo non lascia scampo all’orda di metallari presenti, che fortunatamente, come noi del resto, trovano refrigerio gettandosi nelle gelide acque del fiume Soka.
La prima band che seguiamo boccheggiando, sono i tedeschi KRYPTERIA, che in realtà lo sono solo per 3/4 perché la JI-IN è in tutto e per tutto coreana. Il gruppo propone un gothic metal tranquillo e rilassante che, nell’atmosfera festosa e al contempo stancante del festival, provoca qualche sbadiglio: da rivedere in un contesto diverso. (Veronica)
La quiete prima della tempesta, così può essere definito lo show dei Krypteria, che lascia spazio ai belgi ABORTED. Il loro brutal death metal in sede live è qualcosa di estremamente devastante e fan delle prime file paiono delle belve feroci appena liberate da una lunga prigionia. I pezzi di “Slaughter & Apparatus: A Methodical Overture”, uscito da qualche mese, hanno un tiro micidiale e spettacoli come quello offerto a Tolmin sono come budella grondanti sangue per i fan del gruppo di Sven de Calure. Fortunatamente arriveranno presto in Italia, con Behemoth e Kataklysm: sicuramente presente. (Dimitri)
Con l’avvento della storica band di Chris Boltendahl, presentatosi in forma smagliante, si torna a ritmi decisamente più calmi e “orecchiabili”. I GRAVE DIGGER, con ben 12 studio album in cassaforte, sono una delle band più affermate di quello che viene o forse veniva definito “speed metal”, successorre dell’heavy metal e precursore del power e al Metal Camp non fanno altro che confermare la loro concretezza, regalando uno di quei concerti che senza macchie, che si possono commentare con una sola parola: bello! (Dimitri)
Altro cambio palco e troviamo la band che era decisamente fuori contesto i punkers THE EXPLOITED: non essendo noi ne amanti, ma tanto meno conoscitori del genere proposto, trovo inutile e difficile commentare il loro show. Aggiungo soltanto che, a differenza di quanto mi aspettassi, il gruppo britannico ha riscosso un buon successo anche tra i metallers più true. (Veronica)
Il sole cala per l’ultima volta sull’edizione 2007, ma nel frattempo si innalza la stella di Tom Angelripper e dei suoi SODOM. Il singer tedesco da una prova di modestia e attaccamento ai fan già prima del concerto, infatti quando è già pronto a salire sul palco viene avvisato che è in anticipo di qualche minuto e lui, per ingannare l’attesa va in mezzo al pubblico facendosi immortalare per qualche foto ricordo con i fans: un vero signore lo zio Tom. Dopo questo piccolo aneddoto, lo show di Tom continua sul palco i cavalli di battaglia della band come “Agent Orange” o “Napalm in the Morning” che ancora riecheggiano in quel di Tolmin. Durante il lungo set c’è spazio anche per “Ace Of Spades”, la cover della canzone dei Motorhead che era già stata apprezzata la sera precedente in versione originale. (Dimitri)
Dopo lo show tra alti e bassi del Gods Of Metal, i BLIND GUARDIAN sono chiamati ad una prova maiuscola: e puntualmente la band risponde nel migliore dei modi. Complice una scenografia fantastica con immagini proiettate sullo sfondo e la solita verve di Hansi, il concerto dei bardi scivola via, nonostante un’ora e mezza di musica, senza annoiare minimamente. Le due chitarre interagiscono alla grande, il “neo-acquisto” Frederik Ehmke alla batteria spazza via i fantasmi di Thomen e Hansi, parso il più in difficoltà nel recente concerto meneghino, si rifà con gli interessi, cantando in maniera egregia tutto il set, dal recente singolo “Fly”, passando per l’inimitabile “The Bard’s Song” fino alla tipica chiusura con “Mirror, Mirror”. (Dimitri)
L’adrenalina sale quando si innalza il telone con la scritta IMMORTAL: la band norvegese era, senza dubbio, quella che maggiormente attendevo. Abbath, a dispetto della forma fisica non proprio delle migliori, (la pancetta è ben evidente…hi hi…) ha accordato le sue corde vocali (e scusate il gioco di parole) come meglio non poteva: sentire “Tyrants”, “Sons Of Norther Darkness”, “One By One” o “Battles In The North” con la sua voce ruvida e graffiante fa venire la pelle d’oca. Apollyon, il nuovo bassista della band, fa il suo dovere mentro vedere tremare la batteria dell’inarrestabile Horgh è mostruoso. Ottimo lo spettacolo offerto prima con i fuochi d’artificio posti sopra gli amplificatori e poi da Abbath “sputafuoco”. Certamente la mia grande attesa è stata soddisfatta nel migliore dei modi: il titanico show degli Immortal ha chiuso il festival ponendosi come ciliegina sulla torta! (Dimitri)
Arrivederci al Metal Camp 2008!!!
FOTO:
Mercoledì 18
VREID
DISILLUSION
DIE APOKALYPTISCHEN REITER
KORPIKLAANI
DISMEMBER
DORO
Giovedì 19
THE VISION BLEAK
GRAVEWORM
UNLEASHED
PAIN
SATYRICON
KREATOR
Venerdì 20
ELUVEITIE
BORN FROM PAIN
ENSIFERUM
CRADLE OF FILTH
MOTORHEAD
Sabato 21
KRYPTERIA
ABORTED
GRAVE DIGGER
THE EXPLOITED
SODOM
BLIND GUARDIAN
IMMORTAL
Report a cura di Dimitri Borellini - Veronica Roggeri
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.