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Shining + Frangar + Malfeitor + guests - 9/15/2007 - Transilvania Live - Milano

Un sabato sera di fine estate si trasforma in una serata estrema all'insegna del black metal con l'arrivo in Italia degli svedesi Shining, che, volente o nolente, hanno dovuto sostituire i defezionari Taake, per le note vicissitudini di Hoest.
I primi a salire sul palco, ancor prima del mio ingresso sono i comaschi HomSelvareg, autori di un black metal con aperture "folkeggianti" cantato in italiano. La prima canzone che vedo è "La Caccia", che molto avevo apprezzato su disco: tuttavia il brano perde decisamente appeal in sede live. Il combo guidato dal singer Plague paga lo scotto dell'emozione risultando impacciato e, forse anche un po' immaturo, per accompagnare band del calibro degli Shining.
Peggio di loro fanno i padovani Death Dies, che hanno sostituito all'ultimo i Black Flame. Il loro black metal risulta anonimo e quasi fastidioso: questo accompagnato dal gran caldo spinge quasi tutto il pubblico ad uscire dal locale.
La serata sembrava avviarsi sul binario sbagliato, ma l'ingresso on stage di M.Fabban e dei suoi Malfeitor rimette tutto a posto. Forte dell'ottimo album d'esordio "Unio Mystica Maxima", in uscita in questi giorni per Scarlet Records, la band romana si infiamma regalando ai suoi fan uno show di altissimo livello. Grazie a dei suoni perfetti e all'utilizzo soltanto di luci rosse sia l'impatto sonoro che quello visivo sono stati più che convincenti e il black metal old school di M.Fabban e compagni ha fatto breccia sui presenti. Le canzoni, già ottime su cd, rendono ancor di più in sede live, in particolare la spledida titletrack "Unio Mystica Maxima": una grande prova di carattere per una band ancora giovane e per il suo carismatico leader.
Altra band italiana, e orgogliosa di esserlo, sono i Frangar. La loro proposta è un buon black metal in cui viene dato ampio spazio a parti tipiche del thrash anni '80, ma la loro particolarità e il loro successo è dovuto soprattutto ai temi trattati nei testi rigorosamente scritti nella lingua dantesca: "l'orgoglio italico". Non a caso anche l'abbigliamento sul palco era a tema con camice nere e berrettino a cui si aggiungeva il leggio per "Il Colonnello". Nella mezz'ora o poco più di tempo a disposizione hanno catturato l'attenzione e il supporto del pubblico che ha accolto quasi con un boato l'"Inno alla X MAS": una vera sorpresa.
Dopo una pausa decisamente lunga sul palco, con un bel "Fuck You" rivolto al pubblico, si presenta quel pazzo di Kvarforth. Come lecito aspettarsi lo show degli Shining è stato veramente malato con i quattro strumentisti, tra cui l'ottimo Uruz alla batteria, a svolgere il loro compito, e il singer svedese a catalizzare tutte le attenzioni su di sè, facendone di cotte e di crude, dai discorsi insensati tra una canzone e l'altra ai palpeggiamenti dei suoi attributi, uscendosene pure con una frase in italiano rivolta a una ragazza "i tuoi occhi mi fanno sognare. Ma lo show non è stato solo a livello visivo, difatti le canzoni proposte hanno ripercorso un po' tutta la discografia degli Shining privilegiando soprattutto l'ultimo capolavoro "V-Halmstad". Unici assenti il sangue e l'autolesionismo...per il resto un concerto degli Shining "in piena regola"!


FOTO:

Malfeitor
Frangar
Shining


Report a cura di Dimitri Borellini

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