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Metal Camp - 8/21/2004 - Open Air Festival - Tolmin (Slo)

Eccomi qua, per motivi che non sto ad elencare mi sono perso sia il Gods of Metal che il fantomatico Wacken Open Air, cosa mi resta?? Inizialmente avevo pensato di ripiegare verso il Summer Breeze ma, prima di prendere una decisione definitiva vengo a conoscenza di un festival che si tiene in Slovenia, ad una distanza chilometrica abbordabile in auto e con un bill che non ha nulla da invidiare a quelli dei festival precedentemente citati. Partiamo quindi con un folto gruppo di amici, tra cui i compatrioti Valtellinesi di Metalinside. Giunto a destinazione mi rendo conto che il luogo dove si terrà il festival si trova nei territori dove si svolsero alcune fasi della prima guerra mondiale. Siamo infatti molto vicini a Caporetto e la stessa Tolmin non è altro che la città di Tolmino.

Giunti quindi nell'area dove si svolgerà il festival scopriamo di trovarci in una riserva naturale alla confluenza tra i fiumi Soca ed Isonzo, luogo incantevole se si deve fare una grigliata domenicale tra amici ma decisamente poco pratico se si tratta di farci campeggiare qualche migliaio di metallari. La conformazione del terreno non è decisamente delle migliori e ce ne renderemo conto in modo particolare il giorno successivo quando tutta la zona sarà bersagliata non dalle bombe austriache e italiane, ma da violenti temporali che si alterneranno per l'intera durata del festival, mettendo a dura prova l'impermeabilità delle tende nonché i nervi dei partecipanti. Nota dolente va anche alle infrastrutture, i servizi igenici dopo mezza giornata erano impraticabili, le docce sono state montate con un giorno di ritardo e consistevano in 2 tubi all'aperto. Va bhé tanto ci ha pensato madre natura a tenerci puliti. Anche le bancarelle del Merchandising erano veramente modeste ed offrivano ben poco.

Il palco principale , di media grandezza, era dotato di un buon impianto, ma che non sempre ha dato buoni risultati, penalizzando notevolmente le performance di alcuni gruppi come ad esempio gli sfortunati Finntroll. Il beach stage, dalle esigue dimensioni era situato sulle rive del fiume, purtroppo non avendo seguito nessuno dei gruppi che vi ha suonato non sono in grado di dare un giudizio sull'impianto.

Sempre a causa delle pessime condizioni meteo non abbiamo potuto seguire le performance di parecchie bands, ci limiteremo quindi a scrivere i report di quelli che abbiamo potuto vedere.
(Paolo Manzi)

Brainstorm
.I Brainstorm sono uno dei primi gruppi ad esibirsi sul mainstage il giorno di apertura e nonostante che l'area sottostante il palco avesse assunto le fattezze di una palude devo dire che ci sia stata una buona affluenza di pubblico a render merito alla convincente esibizione di Andy B. e compagni. Prediligendo brani tratti dall'ultimo album "Soul Temptation" come "Highs without Lows" e "The Leading" il combo teutonico riesce ad intrattenere il pubblico rendendolo partecipe per tutta la breve durata dello show. Di tutta risposta gli spettatori acclamano la band per lungo tempo, anche dopo la fine del concerto. Bravi Brainstorm!!!(voto 7)
(Paolo Manzi)

 

Finntroll
Al crepuscolo ecco far capolino un gruppo che volevo rivedere da lungo tempo, forte di un'ottima e convincente nuova release. Parlo dei Finntroll che durante l'estate hanno continuato il loro tour promozionale girando per i festival estivi. Il gruppo,nonostante il notevole ritardo del tour bus, si presenta carico ed in ottima forma . Grandi problemi di suoni specialmente alle chitarre vanno a pesare fortemente sul risultato finale dello spettacolo, nonostante ciò la band non si scoraggia e da il massimo (cosa che ogni gruppo dovrebbe fare n.d.r.) offrendo un buon spettacolo e riuscendo a coinvolgere il pubblico per buona parte dello show. Oltre ai brani dell'ultimo Nattfodd, vengono riproposti anche vecchi brani presi da Jaktens Tid e Midnattens Widunder. Le ballate folk e l'allegria che trasmettono riempiono l'area del metal camp e per un attimo sembra che tutti si riescano a dimenticare le avverse condizioni meteo che risparmiano questa già sofferta performance. Un 6 politico va dunque alla band di Trollhorn, loro ce l'hanno messa tutta e noi l'abbiamo apprezzato.
(Paolo Manzi)

Sentenced
Ecco subito dopo l'allegria dei Finntroll presentarsi sul palco del Metalcamp i finlandesi Sentenced. L'apertura è affidata a The Suicider del mitico Frozen seguita a ruota da Excuse me while I Kill Myself. Subito i suoni si dimostrano nettamente migliori di quelli dei connazionali Finntroll e la band pffre un'ottima prova fatta eccezione per Ville Laihiala che sembra più intressato a far colpo sulle ragazzine presenti piuttosto che ad offrire una buona prestazione vocale. Infatti il singer non è nemmeno l'ombra di quello che è in studio. A parte questo dettaglio la band è in forma e nell'oretta a disposizione proprone molte song dall'ultimo (e ottimo) The Cold White Light (Brief is the Light, No one There, Neverlasting, Cross my Heart and Hope to Die), alcune da Amok e da Down (Nephente, Bleed) e una sola dal capolavoro Crimson. Tutto sommato una band carica che trascina il folto pubblico accorso nonostante la pioggia.

Voto: 7
(Simone Bonetti)

 

Hypocrisy
Dopo un lungo cambio di palco ecco salire sul main stage gli svedesi Hypocrisy. Dopo un'intro strumentale la band attacca con Adjusting the Sun dal bellissimo The Final Chapter. Il suono è veramente osceno, infatti nelle prime 2 canzoni (Slave to the Parasites la seconda) si sentono solo batteria, voce e il basso. Per fortuna le cose si aggiustano subito e il suono diventa pressochè perfetto, con la voce di Peter a sovrastare il muro di suono creato da loro stessi. L'esecuzione è praticamente perfatta, un muro di suono compatto grazie all'imponente sezione ritmica formata da Horgh e Mikeal Hedlund e alle 2 asce Peter Tagtgern e Andreas Holma. La scelta di inserire in formazione un secondo chitarrista è ottima. Infatti i soli vengono equamente divisi così da conferire una nuova dimensione ai pezzi. La scaletta è simile in tutto per tutto a quella presentata nell'ultimo tour (eccezion fatta per il taglio di Fractured Millenium e Born Dead, Buried Alive) ma la carica con cui vengono proposti i pezzi è veramente impressionante, più delle altre date a cui ho avuto il piacere di assistere. Comunque vengono proposte song da tutti gli album, anche dai primi, come ad esempio la violentissima God is a Lie. Perfette l'esecuzioni delle intricate Fire in the Sky e Deathrow (No Regrets) che il pubblico sembra gradire molto, nonostante ormai stia diluviando. Con Turn the Page posta tra le prime song si scatena il macello nelle prime file. La conclusione è affidata alla mitica Roswell 47 (diventata per l'occasione Slovenia 47). Sicuramente una delle band migliori di tutto il festival, con una carica e una precisione esecutiva incredibile! Sempre uan certezza dal vivo!

Voto 9,5
(Simone Bonetti)

Vintersorg
Vintersorg Eccolo! Il gruppo per cui ero venuto a questo festival! Dopo esser stato ritardato di un paio d'ore (causa maltempo) l'innovativa band svedese (se di band si può parlare visto che in effetti è una persona sola) fà il suo ingresso sul palco e attacca con la pazzoide Curtains dall'ultimo The Focusing Blur. Il suono anche in questo caso è osceno, infatti tutto è impastato e la voce è bassa. Suono che comunque migliora nei pressi del mixer e che mi permette di apprezzare appieno le capacità del gruppo. Vintersorg non si dimostra un'ottimo frontman, infatti il dialogo col pubblico è minimo, ma si dimostra un grandissimo (pressochè perfetto) esecutore. Infatti le parti vocali (così come quelle strumentali) vengono eseguite alla perfezione (a parte alcune semplificazioni nelle linee di basso). La scaletta è corta visto i soli 35 minuti a loro disposizione ma spazia in tutta l'ormai folta discografia del gruppo con particolare attenzione agli ultimi (e splendidi) lavori. Come seconda song viene proposta l'astrale A Dialoge with the Stars seguita a ruota da For The Kung och Fosterland che rende felici i vecchi fan del gruppo. La scaletta prosegue con l'intricata Vem Styr Symmetrin? e l'epica Odemarkens Son col ritornello cantanto a squarciagola da tutti i fan presenti. Con A Sphere in a Sphere? e Spegelsfaren si torna alla produzione presente del gruppo, capace di riproporre in maniera fedele dal vivo anche le canzoni più complesse degli ultimi album. La chiusura è affidata all'ormai mitica Till Fjalls dall'omonimo album che buona parte dei presenti sembra gradire.
In conclusione una grande band, dalle ottime capacità dal vivo, trascinante nonostante Vintersorg non sia un grande frontman. Matthias Marklund (anche Vintersorg stesso cmq) si dimostra un ottimo axeman, eseguendo dei soli veramente azzecati. Peccato che le loro apparizioni live si possano contare sulle dita di una mano.
(Forse non sono stato molto obbiettivo eheh ndr)

Voto: 10
(Simone Bonetti)

 

Apocalyptica
L’ultimo colpo della disorganizzazione che ha contraddistinto l’intero metal camp si è concretizzato nella prestazione degli incolpevoli Apocalyptica. I fan della band finnica si sono visti, a sorpresa, anticipare lo show della loro band, che da headliner è stata trasformata in una semplice comprimaria. I quattro di Helsinki hanno cominciato a suonare verso le 20,30, quando molti fan, sicuri di poter tornare in tempo, avevano deciso mangiare lontano dalla palude di Tolmin. Costretti a suonare una sola ora rispetto alle due abbondanti previste, gli Apocalyptica, si trovano ad inizio concerto lo sparuto gruppo di persone che attendeva invece i Primal Fear. L’apertura delle ostilità è affidata ad un cavallo di battaglia: “Master of Puppets”. La scelta di aprire lo show in questo modo è quanto mai azzeccata, in meno di trenta secondi quadruplica il pubblico e prima della fine una mandria di metallari in delirio invade la palude del sottopalco. (vorrei sottolineare che non sono bastati i tre secchi di sabbia buttatati, seppur con tanta premura dagli organizzatori nel pomeriggio, per colmare l’acquitrino di sessanta metri quadri formatosi sotto palco dopo gli acquazzoni del giorno prima). Senza neanche un attimo di respiro viene proposta Enter Sandman e come prima il pubblico risponde compatto cantandola dall’inizio alla fine. Vengono suonate poi le più tranquille Nothing Else Matter e Unforgiven II, prima che la scena venga lasciata a Paavo Lötjönen in grado a far trattenere il fiato con un fantastico l’assolo del suo violoncello. Dopo una breve pausa, i tre violoncelli degli Apocalyptica tornano sul palco a regalare emozioni, ora però, non solo con brani dei Metallica, ma anche pescando nella discografia dei Sepultura e degli Slayer. Il gruppo di Helsinki regala sicuramente in una delle prestazioni più valide di tutto il festival, e il loro show, è una delle esibizioni live più convincenti che abbia mai visto, anche per le difficili condizioni atmosferiche nelle quali si è svolta. La loro grande forza sta nel riuscire a proporre canzoni concepite per avere un cantante in versione strumentale. La mancanza della voce, infatti, è supplita, a turno, da uno dei tre violoncelli che riproduce con maestria la linea melodica che dovrebbe essere invece cantata. Facendo così il pubblico ha sempre la linea vocale di riferimento, ed è poi lui a completare lo spettacolo cantando a squarcia gola fin dal primo minuto.La chiusura dello show è infine affidata ad una delle più veloci e cattive versioni della “Hall degli Gnomi” che io abbia mai ascoltato. Tra gli applausi e le ovazioni generali, lascia il palco una delle band più valide che abbia suonato a Tolmin nei due giorni del Metal Camp.
Voto 9 (Tommaso Bonetti)

Purtroppo non siamo riusciti ad intervistare nessun gruppo tra quelli che ci eravamo riproposti, alcune interviste sono saltate per ritardi di vari tour bus, mentre altri (Vintersorg) sono stati cancellati dall'organizzazione dal momento che eravamo l'unica web 'zine interessata. Nonostante questo sempre i membri dell'organizzazione (o disorganizzazione che dir si voglia) ci ha consigliato di andare a cercare per l'area festival chi volevamo intervistare perché restavano sempre disponibili. No comment. Dopo il terzo temporale del secondo giorno, il più violento e devastante, avendo le tende inagibili ed i vestiti completamente fradici e coperti di fango non possiamo far altro che ripiegare e sulle note degli Apocalyptica carichiamo la macchina e ce ne andiamo. Posso dire che questa sia stata la nostra piccola "disfatta di Caporetto" (Paolo Manzi)

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Report a cura di Paolo Manzi, Simone Bonetti, Tommaso Bonetti

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