Eccomi qua, per motivi che non sto ad elencare mi sono perso sia il Gods of Metal che il fantomatico Wacken Open Air, cosa mi resta?? Inizialmente avevo pensato di ripiegare verso il Summer Breeze ma, prima di prendere una decisione definitiva vengo a conoscenza di un festival che si tiene in Slovenia, ad una distanza chilometrica abbordabile in auto e con un bill che non ha nulla da invidiare a quelli dei festival precedentemente citati. Partiamo quindi con un folto gruppo di amici, tra cui i compatrioti Valtellinesi di Metalinside. Giunto a destinazione mi rendo conto che il luogo dove si terrà il festival si trova nei territori dove si svolsero alcune fasi della prima guerra mondiale. Siamo infatti molto vicini a Caporetto e la stessa Tolmin non è altro che la città di Tolmino.
Giunti quindi nell'area dove si svolgerà il festival scopriamo di trovarci in una riserva naturale alla confluenza tra i fiumi Soca ed Isonzo, luogo incantevole se si deve fare una grigliata domenicale tra amici ma decisamente poco pratico se si tratta di farci campeggiare qualche migliaio di metallari. La conformazione del terreno non è decisamente delle migliori e ce ne renderemo conto in modo particolare il giorno successivo quando tutta la zona sarà bersagliata non dalle bombe austriache e italiane, ma da violenti temporali che si alterneranno per l'intera durata del festival, mettendo a dura prova l'impermeabilità delle tende nonché i nervi dei partecipanti. Nota dolente va anche alle infrastrutture, i servizi igenici dopo mezza giornata erano impraticabili, le docce sono state montate con un giorno di ritardo e consistevano in 2 tubi all'aperto. Va bhé tanto ci ha pensato madre natura a tenerci puliti. Anche le bancarelle del Merchandising erano veramente modeste ed offrivano ben poco.
Il palco principale , di media grandezza, era dotato di un buon impianto, ma che non sempre ha dato buoni risultati, penalizzando notevolmente le performance di alcuni gruppi come ad esempio gli sfortunati Finntroll. Il beach stage, dalle esigue dimensioni era situato sulle rive del fiume, purtroppo non avendo seguito nessuno dei gruppi che vi ha suonato non sono in grado di dare un giudizio sull'impianto.
Sempre a causa delle pessime condizioni meteo non abbiamo potuto seguire
le performance di parecchie bands, ci limiteremo quindi a scrivere i report
di quelli che abbiamo potuto vedere.
(Paolo Manzi)
Brainstorm
.I Brainstorm sono uno dei primi gruppi ad esibirsi sul mainstage il
giorno di apertura e nonostante che l'area sottostante il palco avesse
assunto le fattezze di una palude devo dire che ci sia stata una buona
affluenza di pubblico a render merito alla convincente esibizione di Andy B.
e compagni. Prediligendo brani tratti dall'ultimo album "Soul Temptation"
come "Highs without Lows" e "The Leading" il combo teutonico riesce ad
intrattenere il pubblico rendendolo partecipe per tutta la breve durata
dello show. Di tutta risposta gli spettatori acclamano la band per lungo
tempo, anche dopo la fine del concerto. Bravi Brainstorm!!!(voto 7)
(Paolo Manzi)
Finntroll
Al crepuscolo ecco far capolino un gruppo che volevo rivedere da lungo
tempo, forte di un'ottima e convincente nuova release. Parlo dei Finntroll
che durante l'estate hanno continuato il loro tour promozionale girando per
i festival estivi. Il gruppo,nonostante il notevole ritardo del tour bus, si
presenta carico ed in ottima forma . Grandi problemi di suoni specialmente
alle chitarre vanno a pesare fortemente sul risultato finale dello
spettacolo, nonostante ciò la band non si scoraggia e da il massimo (cosa
che ogni gruppo dovrebbe fare n.d.r.) offrendo un buon spettacolo e
riuscendo a coinvolgere il pubblico per buona parte dello show. Oltre ai
brani dell'ultimo Nattfodd, vengono riproposti anche vecchi brani presi da
Jaktens Tid e Midnattens Widunder. Le ballate folk e l'allegria che
trasmettono riempiono l'area del metal camp e per un attimo sembra che tutti
si riescano a dimenticare le avverse condizioni meteo che risparmiano questa
già sofferta performance. Un 6 politico va dunque alla band di Trollhorn,
loro ce l'hanno messa tutta e noi l'abbiamo apprezzato.
(Paolo Manzi)
Sentenced
Ecco subito dopo l'allegria dei Finntroll presentarsi sul palco del
Metalcamp i finlandesi Sentenced. L'apertura è affidata a The Suicider del
mitico Frozen seguita a ruota da Excuse me while I Kill Myself. Subito i
suoni si dimostrano nettamente migliori di quelli dei connazionali
Finntroll e la band pffre un'ottima prova fatta eccezione per Ville
Laihiala che sembra più intressato a far colpo sulle ragazzine presenti
piuttosto che ad offrire una buona prestazione vocale. Infatti il singer
non è nemmeno l'ombra di quello che è in studio. A parte questo dettaglio
la band è in forma e nell'oretta a disposizione proprone molte song
dall'ultimo (e ottimo) The Cold White Light (Brief is the Light, No one
There, Neverlasting, Cross my Heart and Hope to Die), alcune da Amok e da
Down (Nephente, Bleed) e una sola dal capolavoro Crimson. Tutto sommato
una band carica che trascina il folto pubblico accorso nonostante la
pioggia.
Voto: 7
(Simone Bonetti)
Hypocrisy
Dopo un lungo cambio di palco ecco salire sul main stage gli svedesi
Hypocrisy. Dopo un'intro strumentale la band attacca con Adjusting the Sun
dal bellissimo The Final Chapter. Il suono è veramente osceno, infatti
nelle prime 2 canzoni (Slave to the Parasites la seconda) si sentono solo
batteria, voce e il basso. Per fortuna le cose si aggiustano subito e il
suono diventa pressochè perfetto, con la voce di Peter a sovrastare il
muro di suono creato da loro stessi. L'esecuzione è praticamente perfatta,
un muro di suono compatto grazie all'imponente sezione ritmica formata da
Horgh e Mikeal Hedlund e alle 2 asce Peter Tagtgern e Andreas Holma. La
scelta di inserire in formazione un secondo chitarrista è ottima. Infatti
i soli vengono equamente divisi così da conferire una nuova dimensione ai
pezzi. La scaletta è simile in tutto per tutto a quella presentata
nell'ultimo tour (eccezion fatta per il taglio di Fractured Millenium e
Born Dead, Buried Alive) ma la carica con cui vengono proposti i pezzi è
veramente impressionante, più delle altre date a cui ho avuto il piacere
di assistere. Comunque vengono proposte song da tutti gli album, anche dai
primi, come ad esempio la violentissima God is a Lie. Perfette
l'esecuzioni delle intricate Fire in the Sky e Deathrow (No Regrets) che
il pubblico sembra gradire molto, nonostante ormai stia diluviando. Con
Turn the Page posta tra le prime song si scatena il macello nelle prime
file. La conclusione è affidata alla mitica Roswell 47 (diventata per
l'occasione Slovenia 47). Sicuramente una delle band migliori di tutto il
festival, con una carica e una precisione esecutiva incredibile! Sempre
uan certezza dal vivo!
Voto 9,5
(Simone Bonetti)
Vintersorg
Vintersorg
Eccolo! Il gruppo per cui ero venuto a questo festival! Dopo esser stato
ritardato di un paio d'ore (causa maltempo) l'innovativa band svedese (se
di band si può parlare visto che in effetti è una persona sola) fà il suo
ingresso sul palco e attacca con la pazzoide Curtains dall'ultimo The
Focusing Blur. Il suono anche in questo caso è osceno, infatti tutto è
impastato e la voce è bassa. Suono che comunque migliora nei pressi del
mixer e che mi permette di apprezzare appieno le capacità del gruppo.
Vintersorg non si dimostra un'ottimo frontman, infatti il dialogo col
pubblico è minimo, ma si dimostra un grandissimo (pressochè perfetto)
esecutore. Infatti le parti vocali (così come quelle strumentali) vengono
eseguite alla perfezione (a parte alcune semplificazioni nelle linee di
basso). La scaletta è corta visto i soli 35 minuti a loro disposizione ma
spazia in tutta l'ormai folta discografia del gruppo con particolare
attenzione agli ultimi (e splendidi) lavori. Come seconda song viene
proposta l'astrale A Dialoge with the Stars seguita a ruota da For The
Kung och Fosterland che rende felici i vecchi fan del gruppo. La scaletta
prosegue con l'intricata Vem Styr Symmetrin? e l'epica Odemarkens Son col
ritornello cantanto a squarciagola da tutti i fan presenti. Con A Sphere
in a Sphere? e Spegelsfaren si torna alla produzione presente del gruppo,
capace di riproporre in maniera fedele dal vivo anche le canzoni più
complesse degli ultimi album. La chiusura è affidata all'ormai mitica Till
Fjalls dall'omonimo album che buona parte dei presenti sembra gradire.
In conclusione una grande band, dalle ottime capacità dal vivo,
trascinante nonostante Vintersorg non sia un grande frontman. Matthias
Marklund (anche Vintersorg stesso cmq) si dimostra un ottimo axeman,
eseguendo dei soli veramente azzecati. Peccato che le loro apparizioni
live si possano contare sulle dita di una mano.
(Forse non sono stato molto obbiettivo eheh ndr)
Voto: 10
(Simone Bonetti)
Apocalyptica
L’ultimo colpo della disorganizzazione
che ha contraddistinto l’intero metal camp si è concretizzato nella
prestazione degli incolpevoli Apocalyptica. I fan della band finnica si sono
visti, a sorpresa, anticipare lo show della loro band, che da headliner è
stata trasformata in una semplice comprimaria. I quattro di Helsinki hanno
cominciato a suonare verso le 20,30, quando molti fan, sicuri di poter
tornare in tempo, avevano deciso mangiare lontano dalla palude di Tolmin.
Costretti a suonare una sola ora rispetto alle due abbondanti previste, gli
Apocalyptica, si trovano ad inizio concerto lo sparuto gruppo di persone che
attendeva invece i Primal Fear.
L’apertura delle ostilità è affidata
ad un cavallo di battaglia: “Master of Puppets”. La scelta di aprire lo show
in questo modo è quanto mai azzeccata, in meno di trenta secondi quadruplica
il pubblico e prima della fine una mandria di metallari in delirio invade la
palude del sottopalco. (vorrei sottolineare che non sono bastati i tre
secchi di sabbia buttatati, seppur con tanta premura dagli organizzatori nel
pomeriggio, per colmare l’acquitrino di sessanta metri quadri formatosi
sotto palco dopo gli acquazzoni del giorno prima). Senza neanche un attimo di respiro
viene proposta Enter Sandman e come prima il pubblico risponde compatto
cantandola dall’inizio alla fine. Vengono suonate poi le più tranquille
Nothing Else Matter e Unforgiven II, prima che la scena venga lasciata a
Paavo Lötjönen in grado a far trattenere il fiato con un fantastico l’assolo
del suo violoncello. Dopo una breve pausa, i tre violoncelli degli
Apocalyptica tornano sul palco a regalare emozioni, ora però, non solo con
brani dei Metallica, ma anche pescando nella discografia dei Sepultura e
degli Slayer.
Il gruppo di Helsinki regala
sicuramente in una delle prestazioni più valide di tutto il festival, e il
loro show, è una delle esibizioni live più convincenti che abbia mai visto,
anche per le difficili condizioni atmosferiche nelle quali si è svolta. La
loro grande forza sta nel riuscire a proporre canzoni concepite per avere un
cantante in versione strumentale. La mancanza della voce, infatti, è
supplita, a turno, da uno dei tre violoncelli che riproduce con maestria la
linea melodica che dovrebbe essere invece cantata. Facendo così il pubblico
ha sempre la linea vocale di riferimento, ed è poi lui a completare lo
spettacolo cantando a squarcia gola fin dal primo minuto.La chiusura dello show è infine
affidata ad una delle più veloci e cattive versioni della “Hall degli Gnomi”
che io abbia mai ascoltato. Tra gli applausi e le ovazioni generali, lascia
il palco una delle band più valide che abbia suonato a Tolmin nei due giorni
del Metal Camp.
Voto 9 (Tommaso Bonetti)
Purtroppo non siamo riusciti ad intervistare nessun gruppo tra quelli che ci eravamo riproposti, alcune interviste sono saltate per ritardi di vari tour bus, mentre altri (Vintersorg) sono stati cancellati dall'organizzazione dal momento che eravamo l'unica web 'zine interessata. Nonostante questo sempre i membri dell'organizzazione (o disorganizzazione che dir si voglia) ci ha consigliato di andare a cercare per l'area festival chi volevamo intervistare perché restavano sempre disponibili. No comment. Dopo il terzo temporale del secondo giorno, il più violento e devastante, avendo le tende inagibili ed i vestiti completamente fradici e coperti di fango non possiamo far altro che ripiegare e sulle note degli Apocalyptica carichiamo la macchina e ce ne andiamo. Posso dire che questa sia stata la nostra piccola "disfatta di Caporetto" (Paolo Manzi)
clicca
qui per vedere le foto
Report a cura di Paolo Manzi, Simone Bonetti, Tommaso Bonetti
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.