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Iced Earth + Annihilator + Turisas - 10/10/2007 - Alcatraz - Milano

Era da parecchio tempo che Jon Schaffer e compagni non si facevano vedere in Italia, e la curiosità per la maggior parte è rivolta a Tim "Ripper" Owens, che da quando è entrato a far parte della band statunitense al posto di Barlow ha diviso i fan e la critica. Ma non dimentichiamo che questa sera tornano anche gli Annihilator di un altro gran chitarrista come Jeff Waters, dopo il tour di maggio scorso di supporto ai più giovani (ma soprattutto più "pompati" dalla loro casa discografica) Trivium, mentre ad aprire il concerto abbiamo i finlandesi Turisas, alla seconda volta in Italia dopo la performance estiva al romano Midsummer Festival.
Il pubblico nonostante tutto è però meno di quanto ci si sarebbe forse aspettato pensando a quanto hanno rappresentato le due band principali in passato, ma ciò è in parte spiegabile se si considerano invece le due formazioni al giorno d'oggi, e giustifica il perchè i gruppi si esibiranno sul palco più piccolo.
Dopo una breve attesa entrano dunque in scena i Turisas, molto teatrali nei classici costumi di pelli che indossano ad ogni loro concerto. Subito l’avvio con le prime due canzoni dell’ultimo full-length, “The Varangian Way”, ma il pubblico in generale non è molto e si dimostra abbastanza freddino. I fan si fanno più coinvolgere quando si passa al primo disco della band con “Once More”, ed è bravo il cantante nella sua interpretazione e nel tentare di incitare un pò i presenti. Lascia un pò perplessi poi il nuovo singolo “Rasputin” (specialmente se si è visto anche il video), a cui forse sarebbe stato meglio sostituire un brano più conosciuto e apprezzato dai fan, ma immancabile è la chiusura con “Battle Metal”, chiaramente il cavallo di battaglia della formazione scandinava, che chiude ottimamente questi soli venti minuti di show.
Dell’esibizione rimangono impressi la presenza scenica del gruppo, oltre alla bravura del violinista ed alla buona prova del cantante Mathias Nygård, ma l’impressione è che per il resto la band abbia fatto nè più nè meno del dovuto, senza catturare particolarmente l’interesse dei presenti.
Tempo di regolare gli strumenti e di un pò di soundcheck ed è la volta degli Annihilator. La band di Jeff Waters si rivede per due volte in pochi mesi, così come i Turisas del resto, dopo qualche anno di assenza dall’Italia (ricordiamo l’annullamento delle date del tour di Schizo Deluxe), e subito parte forte con “King Of The Kill”, che già riscalda il pubblico in aumento. A parte le due successive “Operation Annihilation”, in cui a cantare è lo stesso Waters, e “Clown Parade”, entrambe del nuovo disco, la setlist della serata si incentra sui più famosi classici della band canadese, passando da “Set The World On Fire” a “Never, Neverland” e ovviamente a chiudere con “Alison Hell”, tutti pezzi che ricevono in generale un grande apprezzamento degli spettatori presenti.
Waters è bravo come al solito a reggere l’intera band sulle sue spalle, ma quello che mi convince poco è la resa dal vivo del cantante/chitarrista Dave Padden, che assieme al bassista Brian Daemon stonano un pò all’interno della band. E’ buono il supporto di Padden come seconda chitarra, ma l’interpretazione vocale sui vecchi brani lascia alquanto a desiderare in confronto ad un Randy Rampage o Coburn Pharr, risultando nelle parti più lente quasi melensa e stucchevole. Ma la potenza è tenuta dalla chitarra di Jeff e dalla velocità e precisione del barbuto batterista, che rappresentano invece il lato positivo del loro concerto.
Altro cambio e tocca quindi agli Iced Earth, che presentano il loro nuovo e discusso disco “Framing Armageddon (Something Wicked pt.1)”. E’ appunto a quest’ultimo che è dedicata la prima parte dello show, con le prime cinque canzoni (se si tiene conto di intro ed effetti vari) che riprendono pari pari la tracklist dell’album. Nonostante i suoni inizialmente un pò imprecisi rispetto alle due band precedenti, qui Owens dimostra di trovarsi a suo agio, ed assieme a quel bestione (di stazza ma anche di bravura) di Jon Schaffer incita continuamente gli spettatori. Le prime inevitabili perplessità arrivano però com’era scontato quando si passa a “Burning Times”, opener di “Something Wicked This Way Comes”, e dove è evidente la differenza tra Ripper e Matthew Barlow, lasciando parte del pubblico con un’espressione poco convinta. Ma subito si torna al recente passato con “Declaration Day”, seguita dalla ben più datata “Stormrider”, che viene cantata da Schaffer, autore qui di una prestazione che desta invece un’ottima impressione. La lunga “A Charge To Keep” precede una piccola parentesi di “The Dark Saga”, prima di tornare ancora al penultimo disco con “Waterloo”.
Nonostante tutto non si può certo dire che Owens non sia un bravo cantante, e l’esibizione da parte di tutta la band nel complesso è buona, visto anche il responso del pubblico che di tanto in tanto lascia partire qualche “Iced, Iced” o “Schaffer, Schaffer” (ma anche qualche commento sui chili messi su da Tim Owens di recente). Dopo “Dracula” ed una buona “The Hunter” arriva il singolo che ha aperto la strada al nuovo album, “Ten Thousand Strong”, che ricorda ancora una volta quanto la voce di Owens sia più adatta a questo tipo di brani. In una scaletta molto ricca il momento del gran finale si avvicina, e “Hold At All Cost” assieme ad “High Water Mark” segnano non solo la fine di “The Glorious Burden”, ma anche l’arrivo della pausa.
Al rientro lo spazio è dedicato giustamente all’album di maggior successo della band, con “Melancholy (Holy Martyr)” e “My Own Savior”, per poi concludere invece con “Iced Earth”. Nel complesso una buona esibizione, ma che per i più conferma la convinzione che gli Iced Earth con Owens sono ben altra cosa, e lascia una certa nostalgia pensando alla line-up passata.
Si chiude quindi una serata che ha avuto i suoi alti e bassi, con da una parte la “vecchia guardia” che ripensa ai vecchi fasti di due band oggi parse un pò in declino, e dall’altra una schiera di ragazzini che riempivano le prime file abbassando l’età media del pubblico, esaltati dal vedere a pochi metri di distanza i propri idoli, in fondo Jon Schaffer e Jeff Waters hanno dimostrato in ogni caso di essere sempre all’altezza della loro fama.

Foto:
.: Iced Earth
.: Annihilator
.: Turisas

Setlist Turisas:
1) To Holmgard And Beyond
2) A Portage To The Unknown
3) One More
4) Rasputin
5) Battle Metal

Annihilator:
1) King Of The Kill
2) Operation Annihilation
3) Clown Parade
4) Set The World On Fire
5) Stonewall
6) Never Neverland
7) W.T.Y.D.
8) Alison Hell

Iced Earth:
1) Overture
2) Something Wicked (Part 1)
3) Invasion
4) Motivation Of Man
5) Setian Massacre
6) Burning Times
7) Declaration Day
8) Stormrider
9) A Charge To Keep
10) Violate
11) Vengeance Is Mine
12) Waterloo
13) Dracula
14) The Hunter
15) Ten Thousand Strong
16) Hold At All Cost
17) High Water Mark
-----------------------------
18) Melancholy (The Holy Martyr)
19) My Own Savior
20) Iced Earth

Report a cura di Marco Manzi

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