Pioggia battente e temperature a basso tasso di tollerabilità sono state la cornice che ha salutato l’ultima tappa italiana del Chaos in Motion Tour dei Dream Theater, indiscussi decani del prog-metal. Nonostante l’orario di inizio concerto ufficiale fosse fissato per le 21, quando riesco finalmente a raggiungere il PalaNET, circa un quarto d’ora dopo le 20, gli americani Symphony X avevano già fatto il loro ingresso sul palco e già si apprestavano a concludere lo show.
La prog-metal band del New Jersey suona per soli quaranta minuti, concentrandosi principalmente sui pezzi dell’ultimo album Paradise Lost: a partire dall’entrata in scena sulle note dell’intro “Oculus Ex Inferni”, e alla successiva “Set The World On Fire”, fino a “Serpent’s Kiss” e la titletrack “Paradise Lost”, resta poco spazio per brani tratti da altri album, e il quintetto statunitense sceglie “Inferno”, “Sea Of Lies” e “Of Sins And Shadows”, con grande disappunto dei fans che speravano in classici come “Evolution” o “The Odissey”. Ad ogni modo, la performance dei nostri risulta coinvolgente ed emozionante come sempre, nonostante i tempi corti, anticipati ed i suoni un po’ distorti. Dalla tribuna, dove ero io, il suono non rendeva giustizia ai virtuosismi dei Symphony X, anche se per fortuna chi era nel parterre non ha registrato lo stesso fastidioso inconveniente.
Finita la breve parentesi riservata al gruppo spalla, inizia l’allestimento del palco per i veri e indiscussi protagonisti della serata, che dovrebbe avvenire intorno alle 21: si prepara lo schermo per i video che verranno proiettati durante l’esecuzione, e ai due lati del palco vengono posizionate due formiche di metallo formato gigante. Nel mentre, complice anche l’orario, il palazzetto si riempie e davanti al palco si forma un vero e proprio tappeto umano che inneggia ai Dream Theater.
Ed è così che, acclamatissimo dalla folla, il secondo quintetto americano della serata fa il suo ingresso, pronto a sfoderare un repertorio di circa due ore e mezza! La qualità del suono cambia nettamente, e anche dalla tribuna i suoni diventano nitidi e ben definiti. Lo show inizia, ed io, dall’alto della tribuna, non so se guardare la marea umana sotto di me che ondeggia a tempo di brani come “Constant Motion”, “Strange Deja-vu”, “Blind Faith”, “Another Day”, “This Dark Eternal Night”, “In The Presence Of Enemies Pt. 1: I. Prelude / II. Resurrection”, “Foresaken” e la splendida “I Walk Beside You”, preceduta da un errore di intro che fa arrabbiare un po’ il frontman Portnoy per l’errore di Petrucci che le inverte, ma viene subito dimenticato, “In The Presence Of Enemies” e un medley comprensivo di “Trial Of Tears”, “Finally Free”, “Learning To Live”, In The Name Of God” e “Octavarium”. Mentre i pezzi si susseguono uno dopo l’altro, ed io da neofita faccio difficoltà a distinguere una canzone dall’altra, la mia attenzione cade principalmente sui filmati che vengono proiettati durante l’esecuzione, ed in particolare quello che vede i nostri in versione cartone animato improvvisarsi paladini della giustizia e, ognuno con il proprio strumento, sferrare attacchi musicali ad un improbabile mostro/drago. Così, quando il concerto volge al termine, quasi non me ne accorgo, assorta a seguire il cartone animato e cullata dalle ipnotiche note del progressive più puro. I fans sono entusiasti, nonostante le critiche alla scelta di privilegiare album più recenti, e i Dream Theater concludono la loro performance e il loro tour italiano accompagnati da una splendida ovazione finale.
Personalmente, nonostante l’ammirazione per la tecnica e la qualità dell’esecuzione, rimango molto perplessa dal poco spazio riservato ai Symphony X, e alla scarsa considerazione di cui la band ha goduto in termini di orario e assistenza tecnica rispetto ai più famosi compatrioti. Nel complesso, comunque, si è trattato di un ottimo concerto, con un buon afflusso di pubblico, nonostante il tempo poco clemente, e un’ottima esecuzione, in cui la tecnica ha nettamente fatto da padrona.
Report a cura di Tiziana Ferro
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