Dopo l’uscita dell’ottimo “Snakes & Arrows” il carrozzone Rush si rimette in movimento per l’ennesima tournè mondiale che fortunatamente non risparmia il nostro paese, toccato con un'unica e preziosa data al Datchforum di Milano. Rispetto allo show di 3 anni fa, in cui la band tornava a far visita all’Italia dopo un astinenza durata svariati anni anni, c’è probabilmente un pizzico di entusiasmo in meno nell’aria, anche se le promesse di uno spettacolo memorabile fatte dai tre d’oltre oceano lasciano presagire ad un vero e proprio evento impedibile alla quale noi di Holy Metal non potevamo assolutamente mancare. Sono passate le nove da pochi minuti quando l’intro apre le danze sullo stage dove capeggiano tre schermi giganti sopra la mastodontica batteria di Neil Peart, sulla destra del palco troviamo la classica pila di amplificatori dove sono appoggiati una cospicua serie di dinosauri in miniatura, mentre a sinistra irrompono tre forni stracolmi di polli in piena cottura, con tanto di cuoco che salirà sul palco per una lucidata alla carne di tanto in tanto nel bel mezzo delle canzoni. Anche l’intro la butta sull’umorismo con un simpatico siparietto girato dai tre protagonisti lanciato sullo schermo con tanto di sottotitoli in italiano, poi si incomincia a fare sul serio con le note di “Limelight”, seguita a ruota da una superba versione di “Digital Man”. L’entusiasmo del pubblico è subito alle stelle nonostante la capienza del palazzetto appaia subito eccessiva in proporzione agli spettatori presenti, tuttavia il suono cristallino che esce dalle casse concentra subito l’attenzione altrove, per esempio sulle ottime “Entre Nous” e “Mission”, rispolverate con un esecuzione perfetta e seguite dalla sempreverde “Freewill”, che attestando l’ottima forma vocale di Geddy Lee, sempre un fenomeno ad alternare senza sbavature vocals, basso e tastiere, lancia i primi bagliori dall’album più recente, rispettivamente la strumentale “The Main Monkey Business”, accompagnata da un filmatino con scimmie protagoniste tutto da ridere, e “The Lager Bowl”. Una serie di classici da urlo chiude la prima parte dello spettacolo, tra cui non possiamo non menzionare la monumentale “Dreamline”. Sottolineiamo come il concerto del trio canadese sia godibile sotto tutti i punti di vista, centrando la perfezione non soltanto dal punto di vista strumentale e del feeling, ma anche per quanto riguarda l’aspetto visivo. Sui tre schermi giganti infatti vengono continuamente proiettate immagini perfettamente in tema e a tempo con la musica, caratterizzate tra l’altro dalla consueta vena ironica tipica della band, per non parlare dell’impianto luci spaventoso che arricchisce ogni canzone di colori diversi, splendidamente orchestrato dal mixer. Dopo una mezz’oretta di meritato riposo Geddy Lee e soci ritornano sul palco più freschi che mai attaccando con il dirompente nuovo singolo “Far Cry”, che apre un’ampia parentesi dedicata al nuovo “Snakes & Arrows”. I fan più datati apprezzano, ma esplodono di gioia solo con classici del calibro di “Subdivisions” e “Wich Hunt”. A questo punto il concerto vive il momento dello strepitoso solo di batteria di Neil Peart, straordinario nel rendere accessibile a tutti una parentesi altrove riservata ai patiti dello strumento e della tecnica, alternando con la sua batteria girevole fraseggi rock, elettronici, per concludere con una fuga jazz ad alto godimento. La successiva “Hope” regala un breve intermezzo strumentale intimista in cui Alex Lifeson, in gran forma, fa cantare la sua chitarra acustica, mentre “Distant Early Warning” e “The Spirit Of Radio”, riportano all’euforia generale grazie ad un interpretazione sontuosa dei nostri, che a questo punto escono nuovamente di scena per un ultimo breve break prima del gran finale. E’ il classicone “Tom Soyer” a riportare il trio delle meraviglie on stage, introdotta da uno spassoso scatch e seguita dalla heavy “One Little Victory”, il duo finale “A Passage To Bangcock” e “YYZ”, manda definitivamente in visibilio i fan che dopo tre ore di grande musica possono considerarsi finalmente sazi. Impossibile intavolare discussioni sulla scelta della scaletta per una band che vanta così tanti album alle spalle, non ci resta che applaudire sbalorditi lo show di tre artisti che aspetto fisico a parte sembrano ragazzini, non solo per la resistenza e l’esecuzione perfetta dimostrata ma soprattutto per l’entusiasmo profuso e lampante nella calda e affiatata esecuzione dei brani.
Setlist 1:
Intro
Limelight
Digital Man
Entre Nous
Mission
Freewill
The Main Monkey Business
The Larger Bowl
Secret Touch
Circumstances
Between The Wheels
Dreamline
Intervallo
Setlist 2:
Intro
Far Cry
Workin’Them Angels
Armor And Sword
Spindrift
The Way The Wind Blows
Subdivisions
Natural Science
Witch Hunt
Malignant narcisism
Drum Solo
Hope
Distant Early Warning
The Spirit Of Radio
Tom Sawyer
One Little Victory
A Passage To Bangcock
YYZ
Report a cura di Teospire
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