Tutti i Fan italiani degli Skid Row, che sono stati delusi dal pessimo concerto che Sebastian Bach ha tenuto all’Evolution festival lo scorso luglio (complici della debacle, oltre che la star, anche l’organizzazione e i carabinieri di Firenze), si sono dati appuntamento al MusicDrome (ex- Transilvania live) di Milano per sentire ancora una volta le loro canzoni preferite.
Il concerto viene aperto dai nostrani Brandon Ashley & The Silverbugs, band emergente di grande talento. I ragazzi di Torino purtroppo per loro hanno uno stile molto diverso dagli headliner e il loro
Industrial/Post-Glam con tendenze simili a Marilyn Manson non riesce proprio a far breccia nei cuori dei nostalgici rockers che affollano la sala. Il gruppo fa comunque il suo sporco lavoro da spalla e lascia il palco agli acclamati Skid Row.
La line up della band di New Jersey ha subito grandi combiamenti rispetto agli inizi: come tutti sappiamo Sebastian ha ormai lasciato il gruppo da anni e i problemi con l’espatrio di Dave "The Snake" Sabo gli impedisco di andare in tour in Europa. Sul palco del MusicDrome si presentano perciò Rachel Bolan al basso, Scotti Hill con la chitarra, Dave Gara come al solito dietro le pelli, Ryan Cook al posto di Sabo e Johnny Solinger con il solito duro compito di non far rimpiangere troppo la voce di Sebastian ai fans presenti al concerto.
Come ci si poteva aspettare, la scaletta del concerto si concentra soprattutto sui pezzi storici della band. Dal palco arrivano canzoni che hanno fatto la differenza nella storia del Rock come
“Skid Row”, che apre lo show, “Get The Fuck Out” e “Piece Of Me”. Sicuramente tutti i presenti si ricorderanno di “I Remember You”, riarrangiata per essere eseguita in maniera acustica solo da Cook e Solinger, una canzone che da sola è valsa l’intero prezzo del biglietto. Anche “18 And Life” e “Slave To The Grind”, che a luglio erano venute così male al povero Sebastian, qui riempiono l’aria con un rock ‘n roll così denso che sembra di poterlo toccare. “Psycho Therapy” dei Ramones è, invece, un’inaspettata sorpresa che il gruppo regala ai suoi fans.
Il concerto raggiunge il suo apice proprio in chiusura, con tutti i presenti in coro a cantare l’immortale “Youth Gone Wild” dove la voce di Johnny viene completamente sommersa dall’entusiasmo dei fans.
Questo è stato uno dei concerti che non si doveva perdere, e tutti coloro che pensano che le band senza il loro frontman non valgono più niente, dovrebbero vedere questi nuovi Skid Row: energia e potenza abbinate a classe ed esperienza. Davvero una miscela magica! Complimenti.
Report a cura di Tommaso Bonetti
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