Non ricordo serate al Rock House in cui l'affluenza di gente è stata così tanta ed il pubblico così variegato come questa sera. C'era di tutto: dal punkettone moderno con il crestone rosso e il chiodo borchiato al defender con la birra in mano ubriaco già prima dell'inizo del concerto passando per il blackster a mani conserte in fondo al pubblico e persino per gente che a vederla così non avreste mai ipotizzato potesse avere qualcosa a che fare con nessuno dei generi appena citati. Abbondante anche la presenza di giovanissimi poganti sotto il palco durante tutti e tre i gruppi ed è stato bello vederli riuniti tutti insieme, sotto il nome della scena estrema tricolore che in quella sede ha ospitato ben tre importanti nomi rappresentativi.
I primi tra questi ad esibirsi sono stati i Sothis, gruppo thrash metal teramano che ha letteralmente caricato il pubblico presente con la sua potenza live. Il quintetto ha dato vita ad un concerto buono sotto tutti gli aspetti: dalla presenza scenica al coinvolgimento del pubblico passando ovviamente per una musica molto ben suonata tra chitarre distorte e ritmi aggressivi. In poche parole è stato un assalto frontale di thrash metal ed il gruppo si è dimostrato ancora una volta al di sopra della media dei gruppi di apertura che di solito ci sono in giro.
Il secondo gruppo della serata sono stati gli storici Cripple Bastard, la personificazione pura dell'odio italiano esportata anche all'estero e presente nel bill della serata solo da quando gli Schizo dovevano essere sostituiti. In realtà, questo cambio di programma non ha fatto che portare ulteriori sostenitori del gruppo HC a mescolarsi tra la gente presente. L'esibizione di questo longevo gruppo (attivo dal lontano 88) portabandiera del grind HC nazionale è stata più che violenta grazie anche ai testi estremamente duri e polemici e all'indiscussa attitudine dei membri. I suoni erano carichi come l'aria che si respirava e ciò ha permesso ai musicisti di dare il meglio di se'. Il pubblico ha reagito con violenza dandosi al pogo e scatenandosi soprattutto durante la famosa canzone (tutt'altro che elogio) dedicata alla nostra nazione e "Polizia" che come gli stessi titoli fanno intuire, sono decisamente "contro" al di la di tutte le classificazioni e schieramenti politici da parte di coloro che cercano a tutti i costi di etichettarli in qualche modo. Attitudine,violenza e caos: tre aggettivi che per quanto banali e scontati riescono a descrivere da soli la loro esibizione. I CB col loro atteggiamento provocatorio e la brutalità dei loro suoni sono riusciti ancora una volta a ritrarre lo stato più malsano e violento della nostra quotidianità. Se il punk è morto, sotto differenti forme lo spirito di provocazione e il disgusto che l'hanno caratterizzato continuano a vivere e questa ne è la prova.
Quando il gruppo lascia il palco, il clima resta caldo fino a quando non giunge il momento dei Necrodeath. Una piccola pausa durante la quale viene affisso il backdrop del gruppo ed ecco arrivare gli headliners della serata che ne approfittano per promuovere il loro ultimo lavoro discografico uscito nell'ottobre 2007: "Draculea", concept album incentrato sulla vita di vlad Ţepeş (lo stesso Impaler Prince a cui dedicano una canzone del disco, volgarmente conosciuto col nome di Dracula dopo il romanzo di Bram Stoker -ndr). Il concerto parte come una bomba ad orologeria e con lo stesso nome infatti inizia l'esibizione di Peso, Flegias, John e Maxx (il nuovo chitarrista): Draculea appunto, pezzo cadenzato, horror metal quasi strumentale che crea subito l'atmosfera giusta. Il pubblico è sempre presente, vivo e partecipe. Segue un vecchio capolavoro del lontano 1987 "At the mountains of madness" che non sarà l'unico brano di "Into the macabre": nel corso del concerto infatti verrano eseguite anche le acclamatissime "Mater Tenebrarum" e "Necrosadist". I suoni sono più che buoni e la gente si infervora. Particolare successo riscuotono "Forever Slaves", la recente e vincente "Master of Morphine" e "100% Hell" dopo la quale segue un emozionante e lungo assolo di chitarra durante il quale il nuovo chitarrista Pier Gonella dà modo di farsi apprezzare e di ottenere un rumoroso applauso. La scaletta risulta molto variegata ed attinge a tutti i lavori realizzati fino all'ultimo nuovissimo album e dopo una devastante versione di "Red as Blood" e "Roots of Evil", Flegias anticipa "contro tutte le guerre in nome di ogni fottuta religione!!", il pubblico capisce e acclama e così la gelida "Church's Black Book" ha inizio. Ancora "Smell of Blood" e "Tons of Hate" e il concerto finisce lasciando tutti entusiasti. Anche ques'esibizione risulta ben riuscita anche se parlando con Flegias a fine serata ho avuto modo di capire che il gruppo non era propriamente a suo agio per via delle luci troppo sparate sugli strumenti che non permettavano a chi era sul palco di vedere il pubblico e di interagire al meglio con lo stesso. Nonostante ciò l'ho rassicurato: la risposta c'è stata e non è stata indifferente.
Un particolare merito per la riuscita di questo concerto va alla Black Havoc, promoter locale per il Rock House Club di Pescara attiva esattamente da un anno a questa parte la quale programma un appuntamento estremo al mese coinvolgendo band estreme italiane ed internazionali con un'affluenza di pubblico che spesso e volentieri supera le aspettative.
Report a cura di Cristina Alexandris
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.