Una settimana di gran metallo al Fillmore di Piacenza che stasera ospita i Rage e sabato accoglierà i Death Angel. I cancelli del locale si aprono verso le 21,30 e gli Aspect cominciano a suonare poco dopo. Per quanto io sia un sostenitore delle band che vengono da paesi in cui il metallo non è radicato come in Germania, bisogna ammettere, almeno, che questi russi non sono in gran forma, la loro prestazione sotto tono riesce a malapena a scaldare il pubblico.
Decisamente più incisivi risultano i successivi Edenbridge. Gli austriaci, grazie anche alla bellezza della loro cantante Sabine Edelsbacher, propongono un power-gothic metal che è una via di mezzo tra After Forever e Kamelot. Il loro show si apre come il loro ultimo album, ovvero con “The Force Within ” come intro e “shadowplay” come prima canzone. I suoni sono puliti e la band è in forma, Sabine è al top della forma e la sua voce non è mai stata così pulita. Gli Edenbridge parlano poco e suonano tanto, tra i pezzi più riusciti citiamo “Wild Chase”, “Evermore” e “Fallen From Grace”. Il concerto si conclude, infine, con “My Earth Dream”, i fans che erano venuti per loro possono certamente essere soddisfatti della loro prestazione.
Un rapidissimo sound chek trasforma il palco degli Edenbridge in quello degli headliner, i Rage. La band di Peter Wagner è al primo tour senza la loro testa di cuoio Mike Terrana, che nel 2006 ha lasciato la band, al suo posto, è stato assoldato André Hilgers Hilgers, un degno sostituto. Lo show si apre con “Carved In Stone”, ed è subito un delirio, i tre sul palco sono in ottima forma e Peavy da il massimo sia al basso che alla voce. Lo show procede velocissimo con la nuova “Drop Dead!” e il cavallo di battaglia “Under Control” direttamente da End of All Days. La scenografia è ricca e, grazie al fumo e ai giochi di luce, si crea un’atmosfera davvero perfetta che riesce a dare ulteriore forza alla musica del trio tedesco. La scaletta che il gruppo propone spazia sapientemente tra pezzi storici come “Refuge” e brani degli ultimi album come “Lord of the Flies”, in questa canzone, come nella successiva “Dies Irae”, Peavy viene aiutato alla voce dalla cantante presente anche sui rispettivi album. Dopo questo inizio velocissimo, il concerto entra in una fase più melodica proponendo canzoni dove è più facile cantare che saltarsi addosso. “Beauty”, “One More Time” e “One More Time” danno al pubblico un attimo di respiro. Dopo l’assolo del Victor Smolski, arrivano i cavalli di battaglia, “Unity”, “Down” e “Set This World on Fire” aprono un medley che racchiude “long Hard Road”, “Highter Than the Sky” e “Don’t Fear the Winter”. I Rage hanno davvero troppi pezzi che “non possono non fare” una discografia infinita che racchiude album storici e dischi che stanno ancora scrivendo la storia dell’heavy metal, è per questo che il pubblico di loro non ne ha mai abbastanza. Quando ritornano dopo la pausa che si sono presi alla fine del medley i tre tedeschi chiudono lo show in bellezza con “Open the Grave” e la violentissima “Straight” .
Report a cura di Tommaso Bonetti
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.