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Kamelot + Fire Wind + Forever Slave - 4/13/2008 - Alcatraz - Milano

I Kamelot si sa, sono una grande band, ben rodata, affermata sia negli States che qui in Europa. Possono vantare un ottimo frontman il quale ha alle spalle una band affiatata e ben coordinata grazie alla mente del gruppo Thomas Youngblood.
E allora, viste queste premesse, mi sorge una domanda:- perché portarsi dietro per un intero tour due band insignificanti e scandalose come Forever Slave e Fire Wind? Perché? Non ce n'era nessun motivo e forse vivrò il resto dei miei giorni ponendomi questa domanda.
Passiamo alla cronaca del concerto. L'apertura spetta alla gothic band spagnola Forever Slave capitanati da una non troppo ammaliante Lady Angellyca.
Il gruppo è alle prime armi, ha alle spalle solo il debut album e forse l'inserperienza può essere la scusa principale per il pessimo show del gruppo. Il problema è che, come spesso accade per le band di questo genere con cantato femminile, la responsabilità della buona riuscita di un concerto ricade sulla frontgirl. Quando, come nello specifico, la malcapitata non risulta all'altezza del proprio ruolo, è tutta la formazione a risentirne. La povera Lady Angellyca si rivela non avere un minimo di capacità tacnica, troncando le parole a metà per poter prendere fiato, evidentemente non è parente della signora che consiglia di "Leggere attentamente le avvertenze" quando si pubblicizzano i medicinali in Tv. Come risultato abbiamo uno show che si può solamente definire imbarazzante.
Si passa poi ai greci Fire Wind più a tema con gli headliner e ben più rodati dei Forever Slave.
Dalla loro hanno un'ottimo chitarrista: Gus G. di contro hanno anche loro un vocalist, Apollo Papathanasio, che è riescito a cantare peggio di Tony Kakko nel tour di Ecliptica.
In questo caso però la pessima prova del vocalist viene in parte coperta della presenza di buoni musicisti, soprattutto il già citato Gus.
Finalmente arrivano i tanto attesi Kamelot, si scopre la scenografia e si da inizio alle danze. Una scaletta quasi tutta incentrata sugli ultimi album, si salvano l'ottima "Expedition" e la spettacolare "Forever", introdotta da un solo di tastiera di Oliver Palotai ed interpretata egregiamente da un Roy Khan al 110%.
Youngblood alla chitarra è una garanzia e in quest'occasione, per l'ennesima volta non delude, le aspettative.
Anche in chiusura troviamo una "karma" presa dall'omonimo disco apprezzata dai presenti mentre si chiude con la decisamente più recente "March of Mephisto", mancava giusto Shagrat dei Dimmu Borgir e sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
I Kamelot anche in questo caso se ne vanno consapevoli di aver regalato per l'ennesima volta un'ottima serata.

Foto:

.: Kamelot
.: Fire Wind
.: Forever Slave

Set List Kamelot

Solitarie
Rule the World
When the Lights are Down
Soul society
Descent of the Archangel
Center of the Universe
Abandoned
Nights of Arabie
Instrumental
The Human Stain
The Haunting
Eden Echo
Forever
Ghost Opera
Love You to Death
Karma
March of Mephisto

Report a cura di Paolo Manzi

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