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Trouble + Sahg + Gorilla Monsoon - 4/8/2008 - Estragon - Bologna

Quando delle leggende come i Trouble suonano dal vivo ci si aspetta di vedere folle di fan pronti a tutto pur di non perdersi quello che oserei definire un vero e proprio appuntamento con la storia. In fondo è di questo che si tratta, di un (piccolo ma comunque importante) pezzo di storia del rock. Se a questo aggiungiamo il fatto che la band in questione, durante la sua lunga carriera, non è mai stata un’assidua frequentatrice dei palchi italiani, risulta chiara la portata di un tale evento.
In realtà, durante tutta la serata, l’affluenza è stata molto bassa e all’evento ha partecipato un piccolissimo numero di irriducibili (poco più di cinquanta persone, tra le quali c’era anche qualche fan di vecchia data) che ha dato alla band una degna accoglienza, compensando pienamente la notevole carenza di pubblico. Va detto che la serata è riuscita anche grazie a questi pochi ma calorosissimi fan.
Purtroppo, a causa di impegni lavorativi, non ho visto i Gorilla Monsoon in azione, ma sono arrivato giusto in tempo per assistere all’ottima prova dei Sahg, band dedita ad un pregevolissimo doom di matrice sabbathiana e composta da Manngard e Audrey Horne dei Gorgoroth (chi l’avrebbe mai detto!). Il loro è un vero e proprio tributo al doom degli anni settanta, ma ciò che propongono è molto originale e tutt’altro che scontato, complice anche un sound moderno e di grande impatto. La band ha proposto brani tratti da entrambi gli album pubblicati e ha allietato il pubblico con tre quarti d’ora di ottima musica.
Terminata l’esibizione dei Sahg, pochi minuti per cambiare la strumentazione e il palco è pronto per accogliere gli attesissimi Trouble che, senza troppi preamboli, iniziano a macinare i loro granitici riffs, dimostrando di essere in piena forma. Il tempo passa ma certe persone rimangono sostanzialmente le stesse, e Bruce Franklin ne è la dimostrazione. Dopo tutti questi anni è ancora lì, sul palco con la sua Gibson, la bandana e i capelli lunghi, a suonare con la stessa grinta e la stessa determinazione di un adolescente. Egli è l’anima pulsante dei Trouble e il suo stile costituisce il tratto caratteristico della band, insieme all’inconfondibile voce di Eric Wagner.
La scaletta della serata ha proposto grandi classici quali “Come Touch The Sky”, “Plastic Green Head”, “Mr. White”, “At The End Of My Daze” e “Run To The Light”, oltre che brani tratti dall’ultimo album (“Trouble Maker” e “Goin’ Home”, per esempio) e, ad arricchire il tutto, un pezzo strumentale durante il quale la coppia di asce Franklin/Wartell si è data battaglia a suon di assoli al vetriolo.
Alla fine, come se la serata non fosse già stata piena di emozioni, i Trouble hanno offerto un grandioso bis suonando due classici tratti dal bellissimo Psalm 9, ovvero “The Tempter” e “Bastard Will Pay”. Insomma, è stata la degna conclusione di una serata perfetta, che ci ha mostrato una band in forma strepitosa. Speriamo di rivederli presto in Italia.

Report a cura di Antonio Giangrasso

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