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Jon Oliva´s Pain + Masterstroke + Manticora - 5/2/2008 - Fillmore - Cortemaggiore (Pc)

C’erano solo duecento persone (vergogna…) ad assistere in quel di Piacenza, al primo dei due live shows italiani dei Jon Oliva’s Pain di supporto al nuovo disco “Global Warning”, band del leggendario leader dei Savatage. Di spalla troviamo due band provenienti dal Nord Europa, i finlandesi Masterstroke (autori di un’ottimo heavy/power e dotati della proverbiale canna da palco) ed i Manticora. Dopo l’interesse ed il piacevole ascolto suscitato dalla prima band di supporto ed il terribile strazio propinatoci dai danesi Manticora ed in primis dal bravo frontman ma pessimo cantante, ecco che il sipario si chiude e dà il via all’attesa per il ritorno del Mountain King su un palco italiano dopo due anni. L’intro è affidato alla base di Temptation/Revelation, strumentale dal capolavoro Gutter Ballet, sul cui finale la band sale sul palco per prendersi gli appalusi. Jon Oliva entra a sorpresa e con la sua devastante mole ed un carisma ancora più grande conquista da subito un pubblico in delirio. Chi scrive ama da sempre la musica di questo artista sopra ogni cosa, ma che le premesse per una grande serata ci fossero tutte, sarebbe stato evidente anche al meno interessato. Apertura affidata con sorpresa alla storica “Sirens” che compie ormai il quarto di secolo, seguita a ruota dalla chicca “Unusual” di “Power of the Night” cantata dalla quasi totalità del pubblico, a testimonianza del fatto che ogni canzone scritta da Jon, anche la meno conosciuta, è entrata nella testa e nel cuore di chi ha il pregio di capire un’artista così eclettico. “Through the Eyes of the King” è il primo pezzo della nuova band di Jon, sequel della celeberrima “Hall of the Mountain King” ed estratta dal secondo “Maniacal Renderings”, la cui title-track seguirà a ruota il primo pezzo e metterà in risalto la bravura dei componenti, dal bassista Kevin Rothney, autentico animale da palco, al batterista Chris Kinder, John Zahner alle tastiere ed il nuovo entrato Tom Mc Dyne alla chitarra ritmica. Jon è in forma, canta come non si sentiva da anni, la band lo segue divertita dal calore del pubblico e il Mountain King dà allora il via al suo show personale, fatto di facce, giochi con il pubblico, istrionismo e abilità di tenere il palco. E’ il momento di fare saltare la gente e “Gutter Ballet” è il brano giusto, al quale seguiranno l’inimitabile “Hounds”, giustamente tributata al compianto fratello Criss Oliva e Firefly, primo estratto da Global Warning, e che suonata in sede live è stata capace di regalare emozioni di alto livello. Da segnalare il bellissimo solo di Matt LaPorte, chitarrista capace di ricordare Criss per il tocco e per il gusto. L’intro piano/voce di “Mentally Yours” (sul quale ho avuto un infarto) fa da introduzione alla fantastica “Tonight He grins again”, primo estratto dalla rock opera “Streets”, che continua con “Jesus Saves”. Dopo avere superato la metà del concerto è il momento di concentrarsi sulle canzoni del nuovo disco ed ecco che “Before I Hang” e “Global Warning” vengono eseguite con perizia e cantate da tutto il pubblico, che dimostra di gradire il nuovo lavoro anche senza la scritta “Savatage” in copertina. Il top della serata arriva però ora, quando Jon dopo un intro di piano dà il via alla sorpresa: Chance. Pezzo storico e comparso su “Handful of Rain”, dove alla voce vi era Zak Stevens. Il pubblico è in delirio e intona tutte le parti di contrappunto, per una manciata di minuti che vola via in uno stormo di sensazioni oniriche. “O to G” è la ballad scritta da Jon per il compianto amico Super G e fa da intro, dopo un doveroso appaluso alla immancabile “Believe”, pezzo non previsto in questo tour come detto dal Mt King stesso, ma aggiunto per il pubblico italiano, per i suoi “paisà”! Non c’è una persona nel locale che non canti e non alzi un accendino, e la commozione è talmente grande, che potrebbe non avere uguali in nessun altro concerto. “Look at the World” (dedicata a Freddie Mercury per l’ispirazione) e la potente “Adding the Cost” chiudono il concerto. Ma Jon è divertito più che mai e decide di regalare ai fans accorsi da tutta Italia il cavallo di battaglia “Hall of the Mountain King” ed anche un ulteriore extra, la metallara “You never Know” dall’ultima release. L’ex leader dei Savatage si congeda assieme alla sua band tra gli applausi del pubblico ammaliato dalla sua presenza scenica e dalla unicità delle sue canzoni. Da aggiungere una chicca: a causa di un infortunio al ginocchio destro Jon deve usare un bastone per tutto il tour ed essere operato una volta tornato negli States. Inutile dire che quel folle genio (come suggerito dal nostro caro Rig) è riuscito a fare di un punto a suo sfavore un’arma in più per il suo spettacolo. Un-Autentico-Genio. GRAZIE maestro.

Set List:
Sirens
Unusual
Through the Eyes of the King
Maniacal Rendering
Gutter Ballet
Hounds
Firefly
Tonight he Grins again
Jesus Saves
Before I Hang
Global Warning
Chance
O to G
Believe
Look at the World
Adding the Cost
-----
Hall of the Mountain King
You Never Know


Report a cura di Riccardo “Rik” Canato

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