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Bang Your Head - 6/27/2008 - *** - Balingen (DE)

Eccomi finalmente, per la prima volta, partecipe del Bang Your Head!!! Das Festival ovvero il festival per eccellenza, come amano definirlo i tedeschi, che quest'anno festeggia il decimo anniversario dell' open air, come sempre in localita' Balingen, nei giorni 27 e 28 giugno.
Qui di seguito le recensioni delle bands principali esibitesi nella due giorni teutonica...


Tyr:
Dopo i Contacrash e' la volta dell'esibizione dei vichinghi Tyr, band fresca di release che, grazie ai coinvolgenti cori, riesce ad attirare un folto numero di fans sotto il palco.
Segnale che in Germania il genere proposto dalla band delle isole Fær Øer riscuote un discreto successo, anche se lo show, per motivi legati alla tempistica e all'orario, non puo' permettersi fronzoli scenografici che avrebbero migliorato l'impatto dei brani suonati dai viking metallers venuti dal nord.
Agent Steel:
E' la volta dei re dello speed targato U.S.A., e i vent'anni sulle spalle del combo capitanato dalle asce Versailles e Garcia non si sentono affatto, anche grazie alla freschezza e alla potenza delle songs del nuovo "Alien".
Ma, e' con pezzi come "Bleed for the gods", "Unstoppable force" o l'immancabile conclusione "Agents of steel" che la band californiana fa impazzire lo sparuto gruppo di aficionados sotto il palco e, tra parentesi, la prestazione di Bruce Hall dietro il microfono non fa rimpiangere affatto il mitico John Cyriis che fu. Grandi!!!
Forbidden:
Confesso di aver saltato a pie' pari la performance dei Korpiklaani, causa morsi della fame ma, mi presento carico e puntuale sotto il palco per lo show dei Bay Area thrashers Forbidden, band anch'essa dall'ormai ventennale carriera, tenendo conto pero' dei troppi anni di stop accusati da Locicero & Co.
I thrasher non si fanno pregare e, con pezzi storici del genere come "Off the edge", "Through eyes of glass", "March into fire", "Follow me", "Step by step" etc..., stregano i presenti, rivelandosi in formissima a dispetto dei chili di troppo accumulati da Russ Anderson e Glenn Alvelais nel corso degli anni, dimostrando ancora una volta che il thrash metal vive ancora fortunatamente delle band che lo hanno reso grande negli 80's.
Finale affidato alla bomba "Chalice of blood", brano che deflagra sui presenti, consacrando la prestazione del quintetto californiano, anche loro inossidabili!!!
White Lion:
Se gli Ensiferum mi lasciano qualche dubbio sulla bonta' dei loro brani, non posso che confermare che i Rage, e il loro frontman "Peavy" Wagner, non temono affatto le grandi folle, come quella riunitasi per seguire il loro show, potente e melodico, che manda in visibilio i tedeschi accalcatisi nei pressi dello stage, questi sono anche i vantaggi di giocare in casa...
Si cambia decisamente registro quando entrano in scena gli hair metallers White Lion, del leader Mike Tramp, ancora un fusto come ai tempi dei capelli cotonati, fanno la gioia delle rappresentanti del gentil sesso, le quali probabilmente sperano di essere la "lady of the valley" decantata dal biondo singer.
In ogni caso prestazione convincente, che serve anche a portare un po' di melodia catchy nell'aria di Balingen.
Great White:
Jack Russell non sara' propriamente un sex symbol, cosa "fondamentale" per fare un certo tipo di hard rock, ma se la cava ancora niente male, e con il loro hard 'n' roll con venature vagamente 70's i Great White regalano una piacevole oretta scanzonata all'insegna della buona musica, pescando brani sia dal loro passato sia dall'ultima fatica "back to the rhythm" uscita solo un anno fa, non saranno certo dei maestri di originalita' ma il genere coinvolge al punto giusto, divertendo i presenti dal primo all'ultimo.
Iced Earth:
Il ritorno di Matthew Barlow alla voce... molti fan aspettavano solo questo, complice la svolta fin troppo cadenzata intrapresa con "ripper" Owens, sembra proprio che rispetto all'ultimo tour fatto ("horrorshow"), il fulvo singer statunitense abbia perso soltanto i capelli, dato che da agente di polizia e' un po' improbabile tenere la chioma fino al di sotto del posteriore... ma non divaghiamo, gli Iced spaccano come al solito e il vecchio repertorio comprendente pezzi come "violate", "vengeance is mine", "pure evil", "iced earth", "burning times", "melancholy", "my own saviour", "dracula", ma anche la nuova e stupenda "ten thousand strong" rende al 100% grazie al timbro bastardo e cupo di Barlow, che si lascia andare anche a qualche acuto da antologia...
Bentornato quindi a Barlow e lunga vita agli Iced Earth, il concerto pero' non e' perfetto per due motivi a mio avviso, il primo e' che inspiegabilmente Matthew stecca il brano "declaration day" (cantato originariamente da "ripper") e il secondo e' che l'ottimo riff-maker nonche' leader Jon Schaffer si dimentica di eseguire il piu' classico tra i classici nella discografia della "terra ghiacciata" ovvero "stormrider", spero sia dovuto solo al fatto di un calcolo errato delle tempistiche, perche' lasciare indietro un killer track come quella e' veramente un peccato!
Queensryche:
Che dire di una band unica, fondamentale, coltissima ma allo stesso tempo fruibile, sicuramente un concerto dei Queensryche non potra' mai essere ne' banale ne' tantomeno una tamarrata come troppo spesso vediamo nel nostro mondo del metal.
Questa era "operation:Balingen", ovvero i 'Ryche che eseguono per intero entrambi gli "operation:mindcrime", seguendo alla lettera il concept riguardante il controllo di massa messo in piedi dal malvagio Doctor X.
Il mito Geoff Tate e' perfetto, tenendo conto che si e' dovuto sparare 3 ore di canzoni su tonalita' sconosciute al piu' degli pseudo-singer che sentiamo in giro, ed e' proprio questa la prova del nove, tenere la voce per cosi' tanto tempo, prova strasuperata, ovviamente come da tutti i componenti della band.
Il bello e' che oltre a questo Mr. Tate deve anche recitare per 3 ore, regalando perle di espressivita' sopratutto nei duetti con Pamela Moore, il tutto supportato da una scenografia essenziale ma perfetta e da altri cammei di attori non protagonisti.
Menzione d'onore anche per il drummer Scott Rockenfield che non sbaglia una battuta delle sue partiture, e dopo 3 ore fresco come una rosa si dilunga nel salutare il pubblico...
La band e' rodata e dopo la riproposizione dei due "operation:mindcrime", trova anche la forza per eseguire quattro bis del calibro di "walk in the shadows", "jet city woman", "empire" e "silent lucidity", che chiude questo splendido concerto, dimostrando che quando la classe non e' acqua, le band superiori lo dimostrano ogni qual volta calcano un palco! Sublimi!!!

Report a cura di Alessio Aondio

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